Al Tatto, l’alta cucina vegetariana a Milano

Inge de Boer Pubblicato il 23 Settembre 2023

Al Tatto è stato fondato da tre ex-allieve di Pietro Leeman, il fondatore del primo ristorante vegetariano stellato a Milano. Dopo qualche anno durante il quale si sono concentrate su un servizio di catering, dal 2018 hanno aperto anche un bistrot. In un quartiere dove non te l’aspetti, ma dove la sorpresa di trovare un gioiello come questo è ancora più grande.

Perché il Al Tatto fa parte della guida alla Milano sostenibile?

Al Tatto è un ristorante vegeteriano di alta qualità in un quartiere che si potrebbe definire ‘di periferia’. Need I say more? La realtà nasce come catering che dopo qualche anno di esperienza ha aperto un ristorante. Prima per alcuni giorni della settimana, ora da lunedì a venerdì. Credo che sia un progetto molto coraggioso, ma fatto in modo che non c’è nessun dubbio sul successo di esso (le fondatrici sono semplicemente in gamba) e quindi cinque anni dopo l’apertura si può dire che funziona.

Le scelte sostenibile secondo Al Tatto

Parlando con Sara, insieme a Cinzia ideatrice di Al Tatto – come dice lei stessa “quasi sempre con le mani in pasto” – capisco subito che la loro idea di sostenibilità è molto chiara e non si limita ad un aspetto solo del significato della parola. “Prima di tutto abbiamo deciso di aprire un bistrot (e catering) vegetariano. Questa scelta è dato tra l’altro dal territorio in quale ci troviamo.” Sembra che nelle vicinanze di Milano è abbastanza facile trovare degli ingredienti adatti a creare dei piatti interessanti, contenendo gusti diversi e poter essere elaborati in vari modi.

Il fatto che lavorano solo su prenotazione con due scelte di menu (4 o 6 portate) e quindi una carta piccola, aiuta ad evitare (o: eliminare) gli sprecchi di cibo. Quasi tutto quello che viene preparato da Al Tatto è fresco e quello che viene preparato ‘in più’ dura, per esempio perché è fermentato.

Anche l‘approccio verso il team stesso fa parte della loro definizione di sostenibilità: “Siamo aperti da lunedì a venerdì. Anche se capita spesso che nel weekend lavoriamo alla preparazione di un catering, riusciamo comunque a riposarci nei giorni in cui famiglia, parenti e amici sono a casa. Quindi riusciamo a dare al team (e noi stessi) un buon equilibrio tra il nostro lavoro ed il tempo libero.

E non ho neanche menzionato il fatto che hanno degli fornitori italiani, cercano di ridurre i trasporti (per esempio fanno arrivare le forniture di agrumi della Sicilia preferibilmente solo una volta al mese) e evitano di usare plastica o altri materiali difficilmente da smaltire.

Al Tatto, per una cena vegetariana a Milano

Le tre cuoche, che qualche anno fa si sono ritrovate per aprire un servizio di catering chiamato Al Tatto. Si conoscevano però già da qualche tempo, grazie agli anni in cui hanno lavorato insieme nel ristorante Joia. Fu nel 1989 il primo ristorante vegetariano in Italia che sette anni dopo l’apertura ottenne una stella Michelin, che ancora oggi hanno.

Tutto naturale

La location del ristorante è magari un po’ inusuale, in una via secondaria del quartiere Greco. È uno storico quartiere milanese conosciuto soprattutto per i piccoli artigiani che ci lavorano. Il ristorante si trova nei locali di quello che era un vecchio panettiere, con due vetrine sulla strada. Già da fuori si coglie l’atmosfera familiare del posto, creato tra altro grazie all’uso di materiale naturale. I muri sono coperti di terra cruda, i tavoli grandi fatti in ardesia e decorati con bicchieri pieni di grissini fatti in casa. Un dettaglio molto carino: chi ha prenotato trova il suo nome scritto sul tavolo con un gessetto, come se il tavolo fosse una lavagna. 

Grazie alle grandi finestre, il locale dà anche qualcosa al quartiere. Sembra un soggiorno aperto che può essere vissuto da tutti coloro che passano. Non importa che sia la sciura del quartiere a spasso col cane o l’hipster milanese alla ricerca di posti nuovi da instagrammare.

Una cena buonissima, piatto dopo piatto

Abbiamo optato per il menu degustazione: si può scegliere tra 4 o 6 portate. Incluso nel menu anche il benvenuto e il saluto della cucina: Non mi capita spesso di dirlo, ma era tutto buonissimo, dalle caldarroste fino al cavolfiore da mangiare insieme al pane alla cannella e alla salsa di feta e miele piccante. Seguito poi da una tempura di funghi (siamo ad ottobre) con mele verdi ed i ravioli del plin versione vegetariana, con pastinaca, un formaggio di mandorle fatta in casa, timo e le bucce del limone grattugiato. Ogni piatto veniva servito con la spiegazione di una delle cuoche (Giulia, nel nostro caso). Non c’è dubbio sulla qualità degli ingredienti e la scelta di metterli insieme: davvero tutte le sette portate erano buonissime e in porzioni giuste. 

Prima di finire con il dolce e le praline ripiene di crema di nocciola, ci hanno portato uno ‘shot’, composto da una ‘pallina’ di crema di cachi, riempita con zenzero e vodka. Per poi servirci quello che trovo personalmente la cosa più importante di una cena. Il dolce era una tartelletta fatto con la farina di noci e riempita con zucca e crema allo yogurt, leggermente spolverato di liquirizia. 

Sono rimasta davvero colpita positivamente da questa esperienza e dai piatti squisiti preparati e presentati con tanta attenzione e passione. Al Tatto è il posto perfetto per viziarti con una cena buonissima e una serata rilassante.

Questa attività è inserita all’interno della nostra Guida alla Milano Sostenibile realizzata in collaborazione con il Comune di Milano nell’ambito del progetto Food Wave. Scopri tutti gli altri luoghi sostenibili di Milano qui!


All images 2019 Inge de Boer & Al Tatto