Io da Almondo Trattoria ci sono stata la prima volta un paio di settimane dopo l’apertura. Era una sera prima dell’estate, ero ansiosa di provare un posto nuovo con i miei amici Daniela e Carlo. Ero curiosa di questo posto nuovo in Gran Madre che mi dicevano “non se la tira nemmeno un po’”. Quella sera ho mangiato le polpette di melanzane e la cicoria. Le orecchiette con le cime di rapa e la caponata. Da quel giorno ci sono tornata, l’ho consigliato, ci ho mangiato in quelle giornate in cui vuoi solo trovare un posto confortevole e un cibo che scaldi la pancia. Mi sono immersa in un bicchiere della loro Barbera della casa e accoccolata sulle loro sedie comode. Era quindi giunto il momento di raccontarlo anche su Strade. Di questo posto in Gran Madre dove venire a sentirsi a casa.
Almondo Trattoria
Piazza Gran Madre di Dio, 2L | Torino
Lu – Do | 12.30 – 14.30 / 19.30 – 23
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Parlando con Elena, pancia, cuore e mente di Almondo, insieme ad altri due soci e a ragazze e ragazzi in sala e cucina, questa idea della casa torna e ritorna. Almondo Trattoria vuole essere casa nell’arredamento, e così via ai colori caldi del legno e alle sedie di tessuto e soprattutto via libera alle bellissime piante che animano i suoi soffitti e che io invidio ogni volta che ci entro. Il progetto degli interni è a opera di Stefano Cerruti di BSA e Quadrilatero. Almondo vuole essere casa nel piatto, con un menù senza complicazioni, ma di gran gusto. Almondo vuole essere casa nelle emozioni, creando un posto leggero e inclusivo, semplice e snello, dove le persone possano tornare perchè sono state bene senza fronzoli ed eccessi.
Tre motivi per andare da Almondo
- Per mangiare una cacio e pepe che non vi farà rimpiangere di non aver preso un Frecciarossa per Roma.
- Per un vinello fresco e sincero bevuto in allegria.
- Per quel dehor vista Gran Madre che vi fa sentire tanto Torinesi, ma anche quasi in vacanza.
Almondo Trattoria: un menu ispirato alle realtà regionali
Il menu racchiude l’Italia e tutto il gusto di quello che assaporiamo in giro per il nostro paese. Così quella volta che ti viene da dire ‘oggi vorrei proprio mangiarmi una cacio e pepe’, ma un weekend a Roma non si può fare la puoi venire a mangiare da Almondo. Oppure quanto cerchi una caponata o una pasta con le sarde, le cozze alla tarantina o la panzanella. Chi lavora qui viene un po’ da tutta Italia e così nascono i piatti. La mia mamma faceva i mandilli al pesto raccontano e così si studiano e si preparano e l’ultima parola all’assaggio viene data alla persona che ha lanciato l’idea. Molto legati soprattutto alla tradizione romana, un po’ perchè piace tanto, un po’ perchè Elena a Roma ha vissuto 7 anni e un pezzetto di cuore (e di stomaco) forse ce l’ha lasciato.
La carta è semplice e si rinnova con le stagioni. Vitello tonnato e lumache piemontesi tra gli antipasti, ma anche sarde in saor dal veneto e pappa al pomodoro toscana. Tra i primi non passano mai di moda i tonnarelli cacio e pepe, ma trovano anche posto le orecchiette pugliesi e i ferrazzuoli siciliani. Tra i secondi la guancia, il carpione e il coniglio, ma anche le cozze tarantine e la zuppa di pesce.
Moltissima attenzione per i vegetariani. Sempre un paio di antipasti e di primi. Sempre la parmigiana. E dei contorni così gustosi che io li uso efficacemente come antipasti perchè, raga, iniziare il pasto con caponata e cicoria, ma che sto sognando? E quindi grazie ragazzi che pensate anche a noi erbivori!
All images © 2022 Daniele Epifani
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