Cascina Rabaglio & La Luna di Dori | due chicche di Barbaresco

Denise Di Santo Pubblicato il 12 Dicembre 2020

Se mai ci servissero motivazioni per mettere il naso fuori di casa (rispettando le regole di Giuseppiii), io ne ho trovata una davvero entusiasmante. Perché quale miglior occasione delle festività per fare scorta di beni di primiiiiiissima necessità? Si sa, nel mio spazietto su Le Strade si parla di cantine, cibo e glamping. E proprio qui oggi si  raggiungono vette altissime con una combo di due di queste, in particolare di vino e tartufo!

Cascina Rabaglio
Strada Rabajà 8| Barbaresco
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La Luna di Dori
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Una giovane realtà tra le colline di Barbaresco

La storia della Cascina Rabaglio nasce nel 2005 da Filippo, Daniela e Andrea, tre baldi giovani che decidono di prendere in mano le redini delle passioni del nonno. L’azienda ha coltivazioni di Nocciola Tonda Gentile delle Langhe e uva, ma è nel 2012 che nasce la vera e propria produzione del vino. Tra vigneti e noccioleti l’azienda possiede circa 20 ettari di terreni. La piccola realtà di famiglia ha infatti vigneti nei comuni di Alba, Treiso e Neive, dove vengono accuratamente coltivate e accudite le uve come Nebbiolo, Dolcetto, Barbera, Arneis e Riesling. Ambizione e coraggio hanno contraddistinto tutti i componenti della famiglia dando vita alla Cascina Rabaglio. Curioso è il logo della cascina: un gufetto incastonato in un grappolo d’uva… carinissimo! Una piccola realtà che man mano si sta facendo spazio nel panorama langarolo con ottime potenzialità che vi racconterò più avanti.

Tartufi ed esperienze indimenticabili

Ma oggi su questi schermi non si parla solo di vino e nocciole ma anche di tartufi. Alzi la mano chi non snifferebbe tartufi tutto l’anno, per tutti gli altri vi saluto! Filippo, oltre ad essere un Enotecnico è anche un trifulau, cioè un ricercatore certificato di tartufi.  Anche questa è stata un’altra grande passione che Filippo ha “ereditato” dal nonno Giovanni Battista. Ho avuto il piacere di partecipare quest’estate alla ricerca del tartufo nero con annesso pic nic/merenda sinoira (che amo tanto) e quindi di vivere un’esperienza veramente interessante fuori dal comune. Da quel momento non ho mai avuto dubbi: Filippo, Dorina e Mia sono diventati i miei punti di riferimento per il tartufo in Langa. Ma anche Francesca che presto diventerà trifulaia (si può dire al femminile?!) e farà parte della ciurma in modo ufficiale. Infatti La Luna di Dori non offre solo la vendita di tartufi, ma propone anche pacchetti di esperienze sul territorio (come vi consigliavo già qui nella nostra guida ai regali). Non a caso ho scelto proprio di affidarmi a loro per un regalo veramente gradito: un bel tartufino bianco! Una bella grattata per regalare/si qualche gioia…

Degustazione delle chicche di Barbaresco

Con Filippo e Francesca ho potuto degustare alcuni dei vini dell’azienda. In particolare ho iniziato con il Langhe Riesling 2018 che fa il passaggio in legno d’acacia. Interessanti le note fruttate e l’acidità che lo caratterizza. In seguito abbiamo degustato una Barbera d’Alba Superiore del 2017 ( team Barbera d’Alba a me!), particolarmente alcolica e molto vellutata.  Siamo passati poi al Langhe Nebbiolo confrontandolo con il Nebbiolo d’Alba. Il primo fa solo passaggio in acciaio e il nebbiolo proviene da vigneti nuovi e particolarmente sabbiosi. Il secondo invece proviene da vigneti di lunga data posizionati a sud e fa passaggio in legno in grandi tonneau. Che dire, due vini con caratteristiche distinte e molto particolari. Infine ho potuto provare il mio amato Barbareschh! Il Barbaresco Gaia Principe 2017, con uve nebbiolo provenienti da Neive. Il Gaia Principe Invecchia per parecchio tempo in barrique francesi per poi passare in botti grosse di rovere di slavonia a zero tostatura. A mio avviso ancora un po’ giovane ma con già una bella persistenza. Sicuramente darà il suo meglio nei prossimi anni! Allora vi saluto tra vino, nocciole e tartufi… Please leave me here!


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