Questo itinerario immerso nel parco del Ticino, tra vecchi mulini e centrali idroelettriche di inizio Novecento, è perfetto per una gita in giornata a un’oretta da Milano. Il percorso, tutto pianeggiante, percorre un tratto di 12 km della ciclopedonale del Ticino, ed è l’ideale per una bicilettata primaverile. Se la distanza vi spaventa, ne potete anche fare solo un pezzo, per una passeggiata.
Dove | da Lonate Pozzolo a Somma Lombardo, in provincia di Varese
Distanza da Milano | un’ora in macchina
Per un pranzo o un aperitivo | Sbevizzola, Circolo del Tornavento, Panperduto Ostello e Bistrot , Il Mulino di Cadrezzate
Nei dintorni | Volandia Parco e Museo del Volo

Dove nasce il Naviglio Grande di Milano
L’acqua e il suo sfruttamento da parte dell’uomo è l’elemento che ci accompagnerà lungo tutto il nostro itinerario. Per prima cosa quindi, un piccolo ripasso di geografia: ci troviamo nel parco del Ticino, fiume che nasce dal Lago Maggiore e segna il confine tra la Lombardia e il Piemonte, prima di confluire nel Po. La sua parte alta, grazie alla portata elevata, è sempre stata sfruttata dall’uomo per l’irrigazione e per l’energia.
In questo tratto il Ticino è infatti affiancato da due canali artificiali realizzati a fine Ottocento: il Villoresi, che serviva all’irrigazione di tutto l’alto milanese sfociando poi nell’Adda, e il Canale Industriale che alimenta tuttora alcune centrali idroelettriche di inizio secolo. Dal Tornavento, punto d’incontro di questi due canali e partenza del nostro itinerario, nasce anche il Naviglio Grande (quello che tutti conosciamo e vediamo sfociare nella Darsena di Milano), mentre all’origine di questo complicato sistema di canali c’è la bellissima diga del Panperduto, nostro punto di arrivo.
Il Belvedere del Tornavento, la nostra partenza
Potete lasciare la macchina nei pressi del piccolo borgo di Tornavento, vicino a Malpensa. Purtroppo non si possono noleggiare bici sul posto, quindi dovrete caricarla in macchina. L’alternativa da Milano senza usare l’auto potrebbe essere quella di portare la bici in treno fino alla stazione di Ferno-Lonate Pozzolo e poi pedalare (così sarebbero circa 6 km in più) o, se vi sentite particolarmente sportivi, arrivare fino a Garbagnate Parco delle Groane in treno e poi iniziare il vostro percorso lungo la ciclopedonale del Villoresi fino al Tornavento (38 km, circa due ore).
Tornavento è un piccolo borgo che affaccia sulla valle del Ticino con una grande piazza e un belvedere da cui, nelle giornate terse, è possibile vedere il Monte Rosa e tutta la catena alpina piemontese. Guardando verso il fiume scorgerete la prima delle centrali idroelettriche che incontrerete, realizzata a inizio secolo ed ancora funzionante. In una sorta di isola vedrete Cascina Castellana, luogo di nascita del Naviglio Grande da cui nell’Ottocento partiva una barca-corriera per il trasporto di persone fino a Milano Porta Ticinese. Nella piazza del Tornavento sono presenti diversi bar con tavoli all’aperto: ricordatevene al ritorno, quando sarà ora dell’aperitivo con vista sul tramonto.

Pedalare sull’acqua
Scendete quindi verso il fiume per iniziare il vostro itinerario: qui potete scegliere se costeggiare il Villoresi, più piccolo e tortuoso, oppure il canale Industriale, dove la ciclabile è asfaltata e più larga. In generale il percorso è semplice e pianeggiante. Nei week end è molto frequentato ma non ci sono fontanelle o soste lungo il percorso, quindi portatevi abbastanza acqua. Costeggerete sempre boschi o campi, ma a seconda dell’orario la ciclopedonale potrebbe essere al sole, quindi considerate questo aspetto in estate.
Lasciandovi alle spalle il Tornavento incontrerete subito un grande ed antico ponte in ferro: è il ponte di Oleggio, costruito nel 1889 per collegare Lombardia e Piemonte. Prima si utilizzava un traghetto o un ponte barche, che arrivava nell’ora scomparso porto di Tornavento. Proseguendo lungo la ciclopedonale arriverete a Vizzola Ticino, dove troverete un’altra centrale Enel di fine Ottocento. La parte antica è stata abbandonata, ma la parte moderna è ancora funzionante. In questa zona il Ticino, da cui non ci siamo mai allontanati, crea alcune anse con spiagge di ciottoli dove in estate ci si può rilassare all’ombra in compagnia di cigni e papere.

Il Panperduto
Dopo 12 km vedrete la conca da cui sgorgano entrambi i canali e vi troverete di fronte alle bellissime acque del Ticino, a cui finalmente vi ricongiungerete, e alla splendida Diga del Panperduto, nostro punto d’arrivo. Il nome è dovuto alla grande quantità di merci che i barconi di inizio Ottocento perdevano in questo tratto di fiume, ricco di massi affioranti e rapide. La diga e i canali sono stati inaugurati nel 1884 su progetto dell’Ingegnere Eugenio Villoresi e ancora oggi garantiscono acqua a oltre 100 ettari di terreno.
Poco prima della diga troverete un piccolo edificio che funge da ostello, locanda e museo. Qui si organizzano anche visite guidate a piedi o in barca, per scoprire più da vicino questi affascinanti manufatti ingegneristici. Una piccola curiosità: recentemente è stata realizzata anche una “scala per i pesci” per garantire il passaggio e la biodiversità degli animali tra il fiume e i canali. All’ostello è possibile anche acquistare prodotti locali ed equo solidali oltre che rifocillarsi prima di rimettersi in sella per il viaggio di ritorno.

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