Le cose belle prendono il loro tempo… E infatti quando vado per le mie care colline non prendo nessun altro appuntamento. Perché quando si va per cantine, si sa quando si entra, ma non si sa mai quando si esce. E per una volta questa frase ha valore positivo! Io e il mio prode accompagnatore Daniele (come farei senza delle foto fatte bene eh?), dopo una pausa mangereccia e un pisolino sotto il fuoco (nel fuoco) del sole primaverile ci siamo diretti sulle colline di Verduno…



Ah queste colline, queste meravigliose colline.
La spensieratezza delle giornate in langa iniziano sempre con del vino o del buon cibo, spesso anche insieme. Un pranzetto fatto di Plin a La Morra e una pausetta al sole nel suo belvedere, ci hanno preparato in modo più che dignitoso alla visita successiva. Diciamo circa mezza collina più in là, sotto il castello e il belvedere di Verduno, si apre un panoramico spiazzo che porta dritti dritti fino alla cantina. Ad accoglierci troviamo Uvetta, la simpaticissima cagnolina di famiglia, praticamente l’ombra di chi poi ci avrebbe fatto fare un bel giro e ci avrebbe fatto appassionare dell’azienda. Parliamo della dolcissima Francesca, che avevo conosciuto in tempi non sospetti eheh. Francesca (insieme a Uvetta) è la persona che principalmente si occupa dell’accoglienza, del rapporto con i clienti e delle visite in cantina, nonché moglie proprio di Diego. Già al momento del nostro primo incontro avevo apprezzato la sua pacatezza e la grande attenzione ai particolari che dedica ai clienti e al percorso di degustazione. Ancora di più questa volta ho potuto ammirare l’orgoglio e la dedizione con i quali presenta e racconta quelle colline e tutto il mondo che gli gira intorno.



Ammiriamo insieme il panorama e l’insolito punto di vista di cui godono da qui. Ci troviamo incastonati nelle colline di Verduno, tra Cru pazzeschi e non posso che restare sempre impressionata e grata della fortuna nel vivere qui. In più avere una guida visiva e storica come Francesca non può che essere un plus. L’importanza che viene data al territorio e alla valorizzazione della sua identità è un tassello fondamentale dell’azienda. Un’azienda, una famiglia, che ripone molta fiducia nei propri vigneti e nei territori che cura con grande attenzione verso la biodiversità. In fondo, sembra scontato ricordarlo, ma il lavoro sicuramente più significativo è quello che viene fatto in vigna, accostato all’esperienza e alle innovazioni portate poi in cantina. Dal 2006 a oggi, sempre affiancando usanze a nuove tecniche frutto di frequenti ricerche e prove sul campo.





L’identità racchiusa in 3 M.
Girovaghiamo per le varie sezioni della cantina dove Francesca ci spiega materiali e tradizioni, sbirciando anche un po’ il lavoro di Diego. Tra acciaio, legno, pietra e luci ci addentriamo nel cuore della cantina con profumi e sensazioni che si possono provare solo qui. Nel frattempo butto l’occhio sul logo della cantina, che mi aveva incuriosito perché, oltre alla “M” del cognome, mi sfuggivano le altre due. Ebbene le 3 “M” sono le iniziali di Morra, Monvigliero e Mosca. Il modo più semplice, chiaro e carino di racchiudere tutta la storia, tradizione e territorio in un elemento grafico. Come dicevamo, Morra è il cognome di famiglia che da 3 generazioni ha le proprie radici qui, che è cresciuta e si è evoluta grazie a tutti i componenti dell’azienda. Monvigliero è la sottozona del Barolo dove, in questa arena di vitigni che disegnano le colline in modo decisamente artistico, sorge la cantina e si concentrano 4 ettari di Nebbiolo da Barolo. Ed infine Mosca, il nome della Cascina, quello originario della casa di famiglia dove è nata è cresciuta sia la casata che l’azienda.


L’evoluzione di Diego Morra, i suoi cambiamenti e migliorie, sono merito della passione e del coraggio che la famiglia ha messo in questo territorio. A questo proposito mi piace ricordare un bellissimo evento che si tiene in cantina, stagionale, chiamato Sinestesie, che Francesca ed altri professionisti hanno messo in piedi. Si tratta di un percorso esperienziale a tutto tondo. Prevede una degustazione multisensoriale fatta di profumi, musica e sapori che coinvolgono cuore, palato e mente!


Tuffarsi in questo meraviglioso mondo fatto di sfumature di rosso nella cantina Diego Morra a Verduno
Tuffarsi al momento è l’unico termine consono che mi viene in mente per descrivere l’emozione di iniziare una degustazione di questo tipo. Prima di tutto perché abbiamo iniziato proprio da uno dei miei vini preferiti. Lo so, direte voi, parli sempre del Barbaresco come tuo vino preferito, ma sapete chi c’è al secondo posto? Ora ve lo dico: il Verduno Pelaverga. E mi piange il cuore quando non lo trovo nelle carte vini del nostro territorio, è un peccato! Insomma, Verduno Pelaverga 2021, sincero… Di quelli che ti fanno felice già solo a guardarne e studiarne il colore: quel rosso brillante inconfondibile! Meravigliosamente speziato, con quel sentore di pepe bello marcato, proprio come piace a me. Degustiamo il secondo vino, che giustamente è un ottimo Langhe Nebbiolo DOC 2021. Un bel mix tra vigneti di Verduno, Roddi e La Morra che, in seguito ad una macerazione carbonica a grappolo intero per il 30%, riposa in acciaio per fare poi passaggio di 7 mesi circa in rovere francese. Freschissimo, ma con una potenzialità evolutiva incredibile, con spiccate note floreali di rosa. Proseguiamo con l’immancabile Barbera D’Alba DOC 2020 il cui colore mi lascia senza parole. Un rosso rubino con sfumature violacee intense. Piena ed equilibrata, sicuramente una Barbera che non mi aspettavo, molto piacevole in bocca. Terminiamo questo percorso, tutto in salita, con la punta di diamante dell’azienda. Ecco il Barolo DOCG Monvigliero 2019. Lui, uno dei Cru storici di Barolo e della famiglia, quel vino che ti porta alla pace dei sensi, sorso dopo sorso. Il modo migliore per scoprirlo è accompagnato da un cioccolatino con ganache speziato. Francesca e Diego sanno come rendere una degustazione magica al 100%. E se non vi sono bastati loro, ecco qui gli altri consigli di Langa.


All images © 2023 Daniele Epifani
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