Faust Night Shop | Caffè Letterario For Ghosts

Arianna Cristiano Pubblicato il 20 Marzo 2019

C’è chi la notte non dorme e si rigira nelle coperte, chi vaga per la città concedendosi un ultimo drink prima di inciampare sull’uscio di casa, chi semplicemente si arrende all’insonnia e accende la luce per immergersi nella lettura. C’è anche chi crede che la notte sia la primavera del giorno, allora perché non allestire un’opera d’arte abitabile notturna nel cuore della città, una stanza che accolga i lettori insonni, i creativi nottambuli e i sognatori irrequieti dalle 9 di sera alle 9 di mattina? Questo e molto altro è Faust Night Shop, un caffè letterario “for ghosts” nato da un’idea di Gianluigi Ricuperati e del suo Institute for Production of Wonder.

Faust
Via della Rocca 41 | Torino

Aperto il giovedì, il venerdì e il sabato dalle 21.00 alle 9.00

Tre motivi per andare da Faust:
1. Per riconoscere le ore notturne come momento di grande espressione creativa.
2. Per riscoprire il valore meditativo della notte ed entrarvi in contatto in maniera alternativa.
3. Per conoscere più da vicino i bellissimi insetti-guardiano contenuti nel terrarium.

Literary café for fantasmi | Caffè letterario per ghosts

C’è un divano per mettersi comodi, una libreria-opera d’arte e un’enigmatica teca di vetro. In uno spazio così raccolto è doveroso non lasciare nulla al caso: a partire dallo spazio in sé, esempio di arte abitabile progettato dall’artista Alessandro Bava, passando per la libreria – omaggio di Maurizio Cilli alla tavola periodica di Mendeleev – che ospita prime edizioni di rarissimi libri provenienti dalla collezione privata del fondatore e ideatore di Faust, Gianluigi Ricuperati.

Avevo già incontrato Gianluigi nel corso di 1HourMuseum, evento organizzato presso la iQos Embassy (questo, per intenderci) e non mi sono stupita nello scoprire che era suo il nome dietro questo progetto; direttore creativo della Domus Academy di Milano, scrittore e curatore – nonché, ho scoperto poi, autore di uno degli articoli su Torino che più mi hanno fatto innamorare di questa città a pochi mesi dal mio trasferimento qui, che credo dovreste leggere tutti (potete leggerlo qui su IL).

Forse una definizione esaustiva per spiegare Faust in poche parole non è stata ancora inventata: lo si può pensare come un negozio esperenziale notturno, un cabinet de curiosité di 32 metri quadri che è anche un’opera d’arte abitabile, un luogo ibrido in cui tutto è in continua evoluzione, una stazione di passaggio per gli amanti della letteratura e dell’arte, un rifugio notturno per le menti in cerca di tranquillità ma anche di confronto con gli altri – chiamiamolo pure un literary café for fantasmi. Sì perché oltre a potersi sedere e immergersi fino al naso nella copertina di qualche libro raro, si possono consumare delle bevande (rigorosmente non alcoliche) per accompagnarsi al rituale della lettura. Uno spazio catalizzatore di cultura, che ospiterà numerosi incontri ed eventi, dove poter riflettere sul tema della notte e viverne ogni sfaccettatura. Si può rimanere aggiornati sui prossimi eventi seguendoli su Instagram o Facebook.

Faust per ora è un progetto no-profit: è possibile sostenerlo acquistando i libri che ogni settimana vengono messi all’asta, dell affascinanti edizioni fuori catalogo provenienti dalla collezione privata di Luigi, con una particolare rilevanza storica o simbolica. Come delle prime edizioni Feltrinelli datate 1964 in cui per la prima volta i volti degli autori fanno da copertina e che, da come sono disposti sulla libreria, sembrano scambiarsi sguardi l’un l’altro in un dialogo silenzioso davanti al quale ci si sente quasi di troppo. O un’altra edizione Feltrinelli, le cui copertine sono state disegnate da Albe Steiner o delle curiose edizioni Giulio Einaudi Editore dai colori fluo.

Foglie che si muovono senza vento

Nell’ambiente ovattato e protettivo di Faust si percepisce però una presenza silenziosa provenire da una sorta di terrarium per libri che si affaccia sulla vetrina. Ci sarebbe da chiedersi se si tratti solo di un allestimento un po’ fuori dalle righe, in cui copertine vintage, mucchietti di terra e boccioli di rosa condividono la teca illuminati parzialmente dalla luce fluo alle loro spalle. Soltanto ad una seconda occhiata si potrà notare qualcosa muoversi in maniera discreta scalando le pagine aperte di un libro: una ventina di insetti foglia e insetti stecco.

Questi esseri curiosi, come i frequentatori di Faust, amano la notte: non sapevo molto sull’argomento ma mi ha affascinato scoprire che si riproducono per partenogenesi e si nutrono esclusivamente di foglie di rosa e di rovo. Millenni di evoluzione li ha resi capaci di mimetizzarsi perfettamente nell’ambiente boschivo – da qui la somiglianza col fogliame e anche il loro movimento basculante, come ad imitare quello delle foglie che cadono. Sono esseri che richiedono di essere trattati con cura e delicatezza, la stessa che trasmette Enrico mentre li prende e li porta fuori dalla teca: questo tipo di insetto, infatti, se percepisce una minaccia o si sente disturbato si fingerà morto (tanatosi).

Non sono una grande amante degli insetti ma la curiosità e la meraviglia hanno totalmente inibito ogni mia più remota paura nel momento in cui ho potuto prenderne uno in mano ed osservarlo più da vicino.

Il desiderio utopico di Gianluigi – che richiama un’immagine molto surreale – è di lasciare questi insetti a contatto con i libri nella teca abbastanza a lungo da innescare un ulteriore step evolutivo fino ad renderli in grado, generazione dopo generazione, di mimetizzarsi tra le pagine scritte di un libro.


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