Gio Ponti a Milano: la Chiesa di San Francesco d’Assisi al Fopponino

Rosa Giulia Luppino Pubblicato il 30 Gennaio 2024
San Francesco Milano

La Chiesa di San Francesco d’Assisi, realizzata dal celebre architetto milanese Gio Ponti nei primi anni Sessanta, è un bellissimo esempio di architettura religiosa moderna. La chiesa si trova in un tranquillo quartiere residenziale a pochi passi da Corso Vercelli e, pur trattandosi di un edificio maestoso, è ben nascosto dal tessuto urbano della città. La storia di questa chiesa è legata a quella del cimitero del Fopponino, un antico cimitero e lazzaretto che sorgeva proprio in quest’area, appena fuori dalle mura dell’antica Milano.

La storia del fopponino di Milano

Il Fopponino (da foppa, buca) di Porta Vercellina era uno dei cinque cimiteri realizzati fuori dalle mura di Milano durante la dominazione spagnola. Fu costruito intorno al 1576 durante la peste di San Carlo (così chiamata perché scoppiò durante il giubileo di San Carlo Borromeo) e trasformato in lazzaretto durante la peste del 1630, quella narrata dal Manzoni. Restò attivo fino al 1895, quando tutte le sue salme vennero trasferite al nuovo Cimitero Maggiore. Del cimitero restarono un piccolo ossario e una chiesetta, quella dei Santi Giovanni e Carlo al Fopponino.

Nel dopoguerra, con l’incremento demografico di Milano, la chiesetta seicentesca non era più sufficiente per contenere tutti i fedeli del quartiere. Così, nel 1959 la diocesi commissionò la costruzione di una nuova parrocchia sugli ex terreni del cimitero. Il primo progetto, poi abbandonato, venne affidato all’architetto Giovanni Muzio (già autore della Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa di cui abbiamo parlato qui).

Una grande chiesa per Milano

Nel 1961 è quindi l’architetto Gio Ponti che, appena terminato il suo progetto più importante (il grattacielo Pirelli, di cui abbiamo scritto qui), inizia la progettazione di questa nuova chiesa milanese. La caratteristica che più colpisce di questo progetto è la sua grandiosità, e stupisce il fatto che una chiesa così grande sia quasi nascosta dagli edifici circostanti. Invece di costruire la chiesa in una piazza, Gio Ponti crea una piazza arretrando l’edificio rispetto alla via su cui sorge. La facciata, alta sei piani, si allunga oltre la chiesa, fino a toccare gli adiacenti edifici parrocchiali (disegnati sempre da Ponti), creando una sorta di palcoscenico urbano.

Sulla facciata si aprono otto finestre aperte sul cielo (come richiamo all’infinito e al divino) e tre finestre vetrate. La forma di queste ultime forse vi ricorderà qualcosa: è la figura ad esagono diamantato tanto cara all’architetto e già usata per disegnare la pianta del Pirellone. Anche la pianta stessa della Chiesa di San Francesco ha una forma a esagono asimmetrico, e al suo interno tutte le decorazioni riprendono questo motivo. In generale l’ambiente è semplice ed essenziale e le bellissime colonne in cemento armato a sezione variabile risaltano l’altezza e la leggerezza dell’edificio.

Giò Ponti, per questo progetto, disegnò anche gli arredi, le suppellettili sacre e persino le vesti liturgiche, seguendo il suo ideale di opera d’arte totale: tutto lo spazio è così progettato secondo una precisa coerenza artistica, dal volume architettonico fino all’arredo, dal generale al particolare.

San-Francesco_Milano interno

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Tutte le immagini sono di © Pietro Dipace 2024

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