Stare scomodə. Fare cose difficili. Non avere paura di rompere schemi e preconcetti. Cosa serve per affrontare tutto questo ogni giorno? Serve sedersi attorno a un tavolo, raccogliere gli amicə più coraggiosə, stappare una bottiglia e cucinarsi qualcosa di caldo e confortante. E mangiarlo in mezzo a parole sconnesse che parlano di futuro.
Tutto questo può avere un senso, ve lo assicuro. Venite con me, vi porto Giù. Da Guido.
3 motivi per andare Giù da Guido:
- Per assaggiare finalmente quel vino che avete sempre voluto assaggiare, ma mai osato acquistare. E potete berne anche solo un calice. Sìsì, se andate avanti vi spiego meglio.
- Per assaggiare la cucina del territorio in cui siamo immersi e i plin al tovagliolo di Lidia.
- Per un momento di pace nella frenesia della spesa. Per un sorriso e una risata con la sala.
Io ancora non l’ho capita l’idea che sta dietro alla nuova enoteca con cucina di Eataly. E, sinceramente, non credo di volerla capire. Mi piace l’idea di sedermi qui e farmi raccontare cosa potrei bere. Mi piace l’idea di accomodarmi a un tavolo di marmo instagrammabilissimo con un tagliere di formaggi delle valli e dimenticarmi totalmente di avere un telefono e una connessione internet. Mi piace sapere che posso scegliere il vino che voglio tra le 35mila bottiglie della cantina di Eataly (spottone: la più fornita di Torino e ce la tiriamo alla grande!) e ritrovarmi a scegliere qualcosa di conosciuto perché voglio stare bene.
Non c’è bisogno di capire un’idea per goderne gli effetti positivi. Così vi racconto quello che ho capito io. Qui vogliono farci stare bene. Senza fronzoli e senza tirarsela con piatti dai nomi elaborati, che non c’è bisogno di tirarsela quando c’è la sostanza. Vogliono riempirci la pancia di cose buone. E se capitate nelle serate ‘giuste’ potreste ritrovarvi a tavola con vicini sconosciuti a progettare il futuro del mondo del cibo e del vino. E quindi qui vogliono anche un po’ riempirvi la testa di idee, che non vuol dire lavaggio del cervello e ora pensi quello che dico io. Ma vuol dire io ti regalo le mie idee e spero che tu le custodisca in un posto prezioso almeno per un po’.



Dietro chi c’è? Basta raccontarlo e tutto prende maggiormente forma. Dietro ci sono Piero e Ugo Alciati, fratellanza gastronomica da anni impegnati, chi a fare lo chef e chi il cameriere, a cambiare il concetto di cucina in Piemonte. La stessa di cui si tramandano i plin della nonna, rigorosamente al tovagliolo, e quelli della mamma, rigorosamente al sugo d’arrosto (e che io mai assaggerò!) da Guido, il ristorante 1 stella Michelin che trovate nel Villaggio Narrante di Fontanafredda a Serralunga.
Ok vabbeh, ora vi starete anche chiedendo che se magna qua non è vero? E magari come fare per arrivarci.
La seconda è la domanda più semplice. Entrate da Eataly, continuate dritto e scendete le scale. Se vi perdete chiedete per l’enoteca. Quando vedete vino vino vino a profusione sarete quasi arrivati e andando in fondo, ma a sinistra, vi ritroverete Giù da Guido. Ora non dovete fare altro che sedervi.
Che si mangia sarei quasi tentata di non raccontarvelo, ma poi già lo so che volete (giustamente) capire se andare e quindi potrebbe essere un’informazione molto utile (e poi se no lo so che faccio venire un coccolone alla mia amica Silvia). Così vi racconterò quello che abbiamo mangiato noi.
Siamo partiti dalla giardiniera, fatta secondo la ricetta di Chef Alciati, un pinzimonio di verdure e un fritto di fiori di zucca, che ci sono solo quando è stagione, ma tranquillə che qualcosa di fritto non manca mai! E poi la tartare e la bagna cauda. I plin al tovagliolo di Lidia e per una certa vegetariana che sarei io i tajarin con il tartufo. Mi stavo quasi dimenticando dell’uovo con fonduta e tartufo e davvero non so come avrei potuto dimenticarlo, visto che è il primo uovo morbido che mi sia piaciuto per davvero! Chiudiamo la cena con Vittorio, la toma di le Tome di Villa (ve ne parlerò più avanti, oh se ve ne parlerò!), che se ad Alciati fai finire una cena senza mangiare formaggio gli fai un affronto. E, naturalmente, con il gelato al fiordilatte mantecato al momento di Ugo. Da assaggiare almeno una (o cento) volte nella vita!









Il menù è semplice e scorrevole. Pochi piatti per iniziare pensati da condividere e poi un buon piatto di pasta di quella buona. Anche con il tartufo quando è quel momento dell’anno (e ora lo è!). Che poi diciamocelo la carta è veloce e scorrevole perché le decisioni importanti le dovete prendere lato vino. Avete tutta la cantina di Eataly a vostra disposizione, che cosa sceglierete di assaggiare?
Se siete me probabilmente un Nebbiolo o dell’Alta Langa, ma magari voi siete più avventurosi di me (e lo spero!) e quindi vi sbizzarrirete ad assaggiare tutto quello che avete sempre sognato di assaggiare. Ecco sappiate che potete farlo perché qui vi verseranno al calice qualsiasi bottiglia. E poi potete lasciarla lì per la prossima volta che venite! Sempre che qualcuno non apprezzi i vostri stessi gusti 😉



Io altro da raccontarvi non ce l’ho. Andate. Stappate. Mangiate. Sono sicura che starete comodə.
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