Il nominativo boutique una volta mi faceva venire in mente solo atelier di alta moda, negozi griffati e posti nel quale non avrei messo piede manco sotto tortura, data la mia rinomata non delicatezza. Ma questa volta ho dovuto ricredermi perchè mi sono letteralmente innamorata di questo angolino segreto, la boutique di Rocche dei Barbari appunto. Seguendo il consiglio di un’amica super entusiasta del posto mi sono ritrovata tra le vie di Barbaresco (non ci si può sbagliare, ce n’è praticamente solo una!). Maps mi indicava uno dei luoghi che il mio localizzatore conosce meglio: la Torre di Barbaresco e, subito lì di fianco, dove il mio occhio non aveva mai posato lo sguardo, si nasconde un gioiello senza eguali…
Rocche dei Barbari
Via Torino, 62| Barbaresco
Apertura| tutti i giorni 10-18 | oltre le 4 persone solo su prenotazione
Sito | Facebook | Instagram
Le ragioni per cui andare da Rocche dei Barbari:
- La posizione: la boutique si trova esattamente sotto la Torre di Barbaresco, sul lato destro. In centro ad un piccolo e caratteristico paese fatto di vini e cose buone.
- La qualità: la sola eccellenza dei loro vini dovrebbe farvi correre immediatamente con un furgone per fare il carico di Barbaresco. Perchè il motto della mia vita ormai è: “Barbareschh Patrimonio dell’Uneschh” (leggetelo alla piemontese se ci riuscite)
- Le sorprese: degustare con prodotti locali è ormai consueto qui in zona, ma degustare con prodotti ideati in loco, con chicche spaziali, solo qui!
A chiunque sia sintonizzato sui nostri canali non è mai stato neanche lontanamente nascosto il fatto che il Barbaresco sia il mio vino preferito. A Rocche dei Barbari ho trovato il mio regno, perché vorrei ormai auto proclamarmi regina del Barbaresch per portare la corona del gruppo “Barbaresco & friends”. Chi è con me faccia un fischio!
Privato ma non troppo
Sono stata a Barbaresco una quantità infinita di volte eppure mai mi ero accorta di questo paradiso. Quasi volutamente anonima dall’esterno, si mostra in tutto il suo splendore all’interno. Un elegante spazio che dà l’importanza che merita ad uno dei vini più pregiati del mondo. C’è anche un altro motivo per il quale non mi ero mai accorta di loro, Rocche dei Barbari ha iniziato a produrre vino anche ai non privati da non molti anni, infatti gran parte della produzione è destinata all’uso familiare o a commercio privato. Solo circa 10.000 bottiglie all’anno vengono destinate alla vendita al pubblico. Ma come ho potuto perdermi fino ad ora un Barbaresco così? La signorile boutique cela al suo interno annate di Barbaresco dalle più recenti fino alle riserve di famiglia, la quale produce artigianalmente questa meraviglia dal XVII secolo.
Dal Nebbiolo in poi…
Abbiamo iniziato una piacevole chiacchierata con Clarissa e successivamente anche con il proprietario, il quale ci ha svelato che la famiglia produce da diverse generazioni vini pregiati con uve da nebbiolo, provenienti da soli terreni che circondano le colline di Barbaresco. Più km 0 di così non potrebbe esistere. Purtroppo al momento non è stato possibile visitare le cantine in quanto in ristrutturazione, ma sarò onoratissima di tornare a trovarli quando saranno nuovamente pronte. Il Primanebbia del 2012 è stato il primo vino che abbiamo assaggiato, un ricercato Nebbiolo accompagnato da formaggio, nocciole e crackers locali. Tra una chiacchierata e l’altra abbiamo potuto degustare un paio di ottime annate di Barbaresco Morasi, quali l’annata 2012 e il 2009. Sono partita poi in quarta con le mie solite domandi insolenti e con quelle quattro nozioni vitivinicole che so. Dove riposa il vino? E l’affinamento in che botti avviene? Circa 9 mesi in botte e almeno 5 anni di affinamento in cemento. Immaginatevi la mia faccia che recitava: cemento whaat? Eppure mi hanno raccontato che l’affinamento viene fatto in vasi vinari di cemento , per preservare le caratteristiche del vino proprio come una volta. Ed io piacevolmente sconvolta. Abbiamo proseguito poi con degustazione di 3 annate pazzesche di Barbaresco Alivio Riserva: 2007, 2006 e 2005. E’ stato tutto un crescendo di profumi, sfumature e complessità al palato che non so neanche bene come descrivervi. Colori straordinari, gusti diversi ma comunque legati fra di loro che hanno sprigionato tutta la complessità di questo nobile vino.
Un’emozione chiamata Barbaresco
Ci si può emozionare bevendo vino? Se è un Barbaresco Alivio Riserva del 1998 si, vi do la mia parola. Ogni annata è unica e la tonalità rubino del vino cambiava bicchiere dopo bicchiere. E’ possibile definire il Barbaresco oro colato? La mia risposta è nuovamente si, soprattutto se ne ammirate il colore dal bicchiere, concentrandovi sulle annate più antiche di questo vino signorile. Sono di parte, ne sono consapevole, ma se vi dicessi che andare a degustare il vino di Rocche dei Barbari vi riserva inaspettate sorprese mi credereste? E soprattutto dovete credermi, uscire a mani vuote sarebbe un abominio. Armatevi di gioia portandovi a casa almeno una bottiglia di questa meraviglia. L’annata è relativamente importante, andateci di sentimento, vi guiderà nella scelta. E se poi non siete ancora sazi, fate un giro qui per scoprire altri gioielli delle Langhe…
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