Loftnovantadue: il supper club a Torino

Arianna Cristiano Pubblicato il 15 Novembre 2021

Prendi uno chef, un grande tavolo, una dozzina di sconosciuti con la passione per il cibo e una discreta serie di bottiglie da stappare. Metti tutto dentro ad un loft un po’ industrial, nell’interno cortile di una Vanchiglietta all’apparenza assopita, in un perfetto lunedì sera tardo-autunnale. No, non è la trama di un film di Ozpetek, ma la ricetta del supper club perfetto, quello di Loftnovantadue.

Se vi state chiedendo cos’è un supper club, tranquilli: sotto le vostre dita c’è un articolo intero pronto a spiegarvelo. Ma se nel giro di poche righe vi ho già convint* a partecipare, a questo link trovate il calendario dei prossimi eventi. Se invece siete curiosi di saperne di più, continuate a scrollare.

Loftnovantadue
Corso Belgio 92, Torino | info@loftnovantadue.com


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3 motivi + 1 per partecipare a un supper clhub

  • Perché ogni cena è unica, e non per modo di dire: immaginate un ristorante che cambia chef e menu ogni settimana. Questo vuol dire possibilità di mangiare e bere cose che a Torino normalmente non trovereste. UNA SOLA VOLTA. La senti la FOMO?
  • Perché è un modo diverso di cominciare la settimana: la maggior parte dei supper clhub infatti sono di lunedì e martedì, serate che normalmente dedichereste allo zapping estremo su Netflix, tra coperte di pile e ciabatte.
  • Perché cibo è condivisione: quale migliore occasione, se non quella di una tavolata, per conoscere nuove persone? Specialmente se negli ultimi due anni vi siete trasformati in dei mufloni asociali tipo me, è arrivato il momento di rimettersi in gioco.
  • Perché tra un mese è Natale, e noi vi appena svoltato l’idea regalo perfetta da fare alla vostra dolce metà o a quell’amico a cui non sapete mai cosa regalare per il compleanno. Prego.
loftnovantadue supper club torino

Molto più di un loft

Vi siete mai commossi davanti ad un piatto? Ecco, io la mia prima lacrimuccia in cucina l’ho (quasi) versata su una vellutata di zucca e nocciole, un anno fa, proprio qui. È una storia lunga che non vi sto a raccontare, ma rappresenta esattamente quello che per me è Loftnovantadue. Un luogo di scoperta, in cui il cibo è elevato alla sua massima potenza, preparato e raccontato da chef di grandissimo talento mossi da una grande e unica passione: quella della condivisione.

Loftnovantadue è tante cose: una casa-bottega con studio fotografico, cucina sociale, club, un home restaurant, un laboratorio, un hub creativo. Un progetto in continua evoluzione, fluido e dalle mille sfaccettature.

Un progetto così poteva nascere ovunque: l’avrei visto bene a New York, a Berlino, a Londra. Invece ce l’abbiamo noi a Torino, in Vanchiglietta per la precisione. Stile nordico e minimale, che strizza l’occhio ad un’estetica un po’ industrial — molto, molto Pinterest.

Loftnovantadue è, prima di tutto, una casa: quella di Elisa Carucci, talentuosissima fotografa torinese che dopo essersi formata e aver lavorato all’estero, sceglie di tornare nella sua città e progettare qui uno spazio in cui poter lavorare e coltivare le sue passioni — fotografia e cucina — e instillarle negli altri. Se siete stati alla scorsa edizione di OpenHouse, potreste averlo già visitato, ma vi faccio un breve tour.

Casa, studio fotografico, cucina sociale, co-working: Loftnovantadue è uno spazio fluido, modulare e in continua evoluzione. Un mondo intero in sole due, grandi, stanze.

Il loft è uno spazio progettato per trasformarsi in pochi e semplici gesti: da residenza privata a home restaurant, da set fotografico a laboratorio o a spazio di lavoro condiviso. L’esempio più lampante della flessibilità di questo spazio è certamente la cucina: formata da un’isola che si può spostare e muovere in base alle necessità e un social table attorno al quale ruota la maggior parte degli eventi del fittissimo calendario del loft — che trovate qui o in fondo alla pagina. Primo fra tutti: il supper club — o supper clhub, come viene chiamato qui.

In breve, il supper clhub è una cena che ruota attorno ad un social table, un unico grande tavolo condiviso da un gruppo (perlopiù) di sconosciuti.

Nei supper clhub di Loftnovantadue i confini tra sala e cucina sono azzerati. Che tu sia a tavola o dietro ai fornelli non importa: lo spazio è unico e condiviso, in un’atmosfera rilassata e lontana da ogni formalità. Si beve e si banchetta insieme da un capo all’altro del tavolo, si rubano i segreti dello chef, si ascolta e ci si racconta, in una sinfonia di padelle che sfrigolano, acqua che bolle e bottiglie stappate che scandiscono il tempo tra una portata e l’altra.
È un esperienza collettiva e un’occasione unica per uscire dalla propria zona di comfort e conoscere nuove persone, imprevedibile ed elettrizzante come un viaggio non programmato.

Come sempre il valore aggiunto di questo progetto sono le persone che lo animano. Elisa è un’impeccabile padrona di casa: tra uno scatto e l’altro sa intrattenere e mettere a proprio agio ogni ospite. A fare da guida lungo il viaggio c’è sempre uno Chef con la C maiuscola, che cambia a ogni evento. Di conseguenza il menu di ogni supper clhub esplora sapori e luoghi sempre nuovi, dall’Italia e dal mondo. Ogni portata è la tappa di un percorso, e ad accompagnarvi lungo il tragitto, in abbinamento ai piatti, c’è sempre una selezione dei migliori vini e sake, raccontati da Chicca Vancini.
A completare questo dream-team ci sono Elena e Davide, rispettivamente PR e Art Director del progetto, che da dietro lo schermo di un computer, curano la comunicazione di Loftnovantadue — ma non per questo non vi potrà capitare di incontrarli tra tavolo e fornelli.

Un seme, infinite possibilità

Ad aprire le danze di questa nuova stagione c’è stato il supper clhub della chef Sara Samuel. La sua cucina plant-based è frutto di uno studio e una ricerca sulle materie prime di altissimo livello, prima fra tutte la canapa, una risorsa poco conosciuta in cucina, ma potentissima. Così tanto da essere protagonista di un intero menu, dall’antipasto al dolce.

I semi di canapa infatti sono considerati la fonte di proteine più completa e si prestano a tantissime lavorazioni in cucina.

Della canapa si possono mangiare i semi, e da questi si possono anche ottenere olio e farina. Se messi in ammollo nell’acqua poi, se ne può ricavare anche un’ottima ricotta vegana. Proprio come quella che Sara, ad esempio, ha utilizzato per farcire i suoi dumpling di farro, accompagnati ad un saraceno in fermento con purea di fave, cavolo nero e semi di canapa tostata e ad un tempeh di arachidi con bagnetto verde e cappuccio croccante. Pazzeschi.

Un seme così piccolo in grado di riuscire a legare insieme così tanti sapori: dal sushi con zucca in carpione, alla zuppetta di miso e funghi shiitake, fino al mushipan di farina di riso e canapa con salsa di cocco e frutti di bosco. Hai capito, il seme di canapa.

Sake, mai più senza

In abbinamento ai piatti, una selezione di sake accuratamente studiata da Chicca Vancini, la Nostra Signora dei Sake. Sebbene sia un mondo ancora poco conosciuto, quello del sake è una delle scoperte più entusiasmanti che ho fatto negli ultimi anni e non perdo occasione per ribadirlo.

Dimenticate tutto quello che credete di sapere sul sake: è sbagliato. Quello che noi occidentali chiamiamo sake, si chiama in realtà Nihonshu ed è un fermentato – attenzione, non distillato – di riso. Si beve esattamente come il vino, si aggira tra i 15° e i 17°, ed esattamente come per il vino ve ne sono di tantissimi tipi e varietà e si accompagnano benissimo a ogni tipo di cucina.

Gli ingredienti di un sake sono solo 4, ma la loro combinazione e i diversi metodi di lavorazione di ognuno produce sfumature e varietà pressoché infinite. Stiamo parlando di riso, acqua (pura), koji (una muffa nobile che trasforma l’amido in zucchero) e lievito (che attiva la fermentazione).

Non sarò mai brava a raccontarvi il sake come lo fa Chicca: per questo invito sempre tutti a partecipare a una degustazione guidata da lei, per scoprire che quelli che pensiamo siano sapori e odori che vengono da lontano, ci sono più familiari di quanto sembri. E in un gioco fatto di ruote colorate e richiami alla memoria olfattiva e gustativa di ognuno, durante la cena si scoprono nuovi mondi inesplorati.

Workshops & more

Le attivita di Loftnovantadue ovviamente non si esauriscono con i supper clhub: nei mesi scorsi è stato infatti sede di workshop, talk & taste, plant sale e tanto altro. La cucina si trasforma in laboratorio dove poter sperimentare, approfondire tantissimi argomenti guidati da esperti e maestri eccellenti o diventa uno spazio di co-working aperto a tutti. Ci si può prenotare sul sito, come anche per utilizzare lo studio fotografico, disponibile per sessioni di shooting o come spazio da affittare. Il loft è inoltre disponibile anche per eventi privati come cene aziendali.

Come, dove, quando

Partecipare ad un supper clhub è semplicissimo: ci si registra sul sito, compilando questo form qui. Dallo shop ci si può poi prenotare per l’evento di nostro interesse, inserendo il numero di partecipanti ed eventuali intolleranze/allergie da tenere in considerazione. Gli eventi sono aperti ai soci ma per tutto il 2021 il tesseramento è incluso nel costo della cena; solo dal 2022 sarà a donazione libera (a partire da 10€ l’anno).

Sì okay, ma quali sono i prossimi supper clhub? Qui sotto e a questo link, trovate tutte le info. Ci vediamo lì?

29/30 Novembre — Supper Clhub con Alessandro Esposito: una Parigi sofisticata incontra una Torino industriale in questa proposta decisamente rock’n’roll ispirata alla cucina francese dell’ottocento, con selvaggina e sake in abbinamento, versati e raccontati da Chicca Vancini.

7 Dicembre — Rofuto, primo appuntamento di nove. Un progetto di nove cene giapponesi e nove bevute di sake ispirate al libro di Toshiro Kuroda. Una serie di cene tematiche all’insegna della scoperta della cucina giapponese e del sake, con la chef Sayaka Miyamoto in cucina, e Chicca Vancini ai sake.

13/14 Dicembre — Supper Clhub con Stefania De Leo: funghi fantastici e fermenti ancestrali in abbinamento a vini versati e narrati da Chicca Vancini.

27/28 Dicembre — Supper Clhub con Pierpaolo Livorno: Piemonte 3.0, un menu piemontese rivisitato in abbinamento a vini versati e narrati da Chicca Vancini.


All images © 2021 Fabio Rovere

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