Quando ho scoperto che era possibile visitare la Fratelli Branca Distillerie mi sono sentita un po’ come Charlie quando viene finalmente ammesso all’interno della Fabbrica di Cioccolato: da anni passavo vicino alla grande fabbrica, una delle poche rimaste in centro a Milano, sul cui angolo spicca la scritta “Fernet Branca”, chiedendomi cosa ci fosse effettivamente oltre al grande cancello.
Siamo a pochi passi dal quartiere Isola, in una zona ormai inglobata nel tessuto urbano della città, e mai mi sarei immaginata che, proprio qui, nascono ogni anno circa 22 milioni di bottiglie del famoso amaro venduto in tutta Italia e nel mondo. E per esplorare la fabbrica e conoscerne la storia non occorre vincere un biglietto d’oro, basta prenotarsi sul loro sito.
L’elisir amaro di Milano: il Fernet Branca
L’amaro digestivo a fine pasto è una tradizione molto amata da noi italiani, tanto che ne esistono centinaia di versioni, più o meno artigianali, provenienti da tutta la penisola. Molti di essi, così come la Coca-Cola, nascono nell’Ottocento come elisir, medicinali creati con erbe officinali per dare sollievo ai più svariati malanni.
Anche la storia delle Distillerie Branca inizia nel 1845 da Bernardino Branca, un alchimista originario di Pallanza (VB) che ha l’ambizione di trovare un rimedio a quelle che ai tempi erano due vere piaghe sanitarie: la malaria e il colera. Nel suo laboratorio formula un vero e proprio “elisir di lunga vita” composto da 27 erbe provenienti da tutti i continenti, che ottiene subito un grande successo in Italia e all’estero, grazie anche alle ottime capacità comunicative e pubblicitarie di Bernardino.
Dal primo piccolo stabilimento in zona Porta Nuova, nel 1913 la produzione si sposta in un’area più
periferica, oggi ormai inglobata dalla città. La Distilleria Branca all’epoca era una vera e propria cittadella operaia: c’erano le case dei dipendenti di urgente reperibilità (come il capocantina), le scuderie per i cavalli da trasporto, la sartoria per le divise, la falegnameria per le botti. Alcuni prodotti erano coltivati direttamente dentro il perimetro della fabbrica, e gli orti e il mais nel corso delle due guerre si rivelarono indispensabili sia per i dipendenti che per la popolazione locale. Visto il gran numero di operai, il Dopolavoro Branca di via Lancetti (il locale collegato alla fabbrica dove svagarsi dopo un faticoso turno) divenne così famoso negli anni Sessanta da ospitare grandi artisti della canzone italiana come Celentano e Wilma de Angelis.
Nel frattempo, il Fernet Branca ha smesso di essere venduto in farmacia e inizia a comparire nei primi supermercati come amaro digestivo, e la Fratelli Branca ha sviluppato tanti altri prodotti apprezzati in tutto il mondo: il Brancamenta, il brandy Stravecchio Branca, il Caffè Borghetti, il Punt e Mes.
Lo stabilimento milanese è ancora oggi uno dei soli due stabilimenti produttivi dell’azienda, e una delle poche fabbriche sopravvissute all’interno del tessuto urbano di Milano. L’altro stabilimento si trova in Argentina, e sapete perché? Grazie alla massiccia immigrazione dal nord Italia, nel paese si è da subito diffuso il consumo del Fernet, e in particolare di un cocktail ormai diventato ormai bevanda nazionale: il Fernandito, Fernet Branca e Coca-Cola. Ad oggi, il mercato argentino consuma da solo più del doppio del mercato italiano e del resto del mondo.
Nel cuore delle Distillerie Branca di Milano
Ma veniamo alla visita. La prima parte del tour guidato vi porterà ad annusare e toccare tutte le spezie contenute nel Fernet (la ricetta però scordatevela, è gelosamente custodita in cassaforte), vedere alcuni degli antichi strumenti di distillazione, e conoscere quello che è stato il marketing dell’azienda, dalla sua fondazione ad oggi. Fin da subito Bernardino è stato un grande comunicatore in grado di sfruttare al meglio gli strumenti a sua disposizione, e così i suoi successori. Manifesti, gadget, radio, televisione, la Branca è stata una delle prime aziende a capire che la pubblicità è la chiave per il successo.
Dopo la visita al museo si passa alla parte ancora più interessante, la visita alle cantine e alla produzione. Si scende nella “pancia” della fabbrica dove, al buio, circa 400 botti in rovere conservano il Fernet e lo Stravecchio per l’invecchiamento, rispettivamente per uno e tre anni. Poi si passa in un’area più asettica emoderna dove un forte odore di menta fa pensare subito al Brancamenta, la miscela di erbe e spezie arricchita dall’olio essenziale di menta piperita piemontese. Si passa infine alla sala della Botte Madre, la più grande botte d’Europa che, dal 1913 senza mai essere del tutto svuotata, contiene lo Stravecchio nella
sua fase di affinamento.
Se volete approfondire anche voi la conoscenza di questa eccellenza milanese, ricca di storia e cultura, è molto semplice, basta prenotare tramite il loro sito una visita guidata gratuita in italiano o in inglese. E non dimenticatevi di visitare anche il più grande “oggetto” pubblicitario delle Distillerie: la Torre Branca di Parco Sempione, di cui abbiamo parlato qui.
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