Lucia di Parma
“Amare le piante è forse una forma di fede: rende certamente più facile e ricco il cammino della vita, e nel suo evolversi fa sì che la maturità sia molto meno amara e triste. Gli alberi possono essere tra gli amici più fedeli, sinceri e generosi.“
Paolo Pejrone, In giardino non si è mai soli: diario di un giardiniere curioso, 2003
C’è un luogo che resta una costante nel mio peregrinare, un luogo a un’ora e mezza di traghetto da Napoli e che non smette mai di svelarsi, dove ogni volta scopro qualcosa di unico e sorprendente. Si tratta di Ischia, l’isola verde, e mi piace garantirmi qui almeno una visita all’anno.
In una posizione incantevole, a pochi chilometri da Forio, stavolta mi lascio rapire dai Giardini Ravino, un parco botanico unico nel suo genere, dedicato com’è a specie floreali e arboree tropicali. Una perla imperdibile per chi, come me, è alla ricerca di verde e riparo dalla frenesia della città.
Giardini Ravino | Via Provinciale Panza, 140b | Forio d’Ischia, Napoli Orari di apertura | Lun – Dom: 09:00 – 19:00, Chiuso martedì e giovedì
Biglietto € 10,00
L’ingresso ai giardini è una premessa piuttosto esplicativa di quello che mi aspetta: l’insegna dorata coi caratteri scavati nella roccia è contornata da piante di agave e cuscini della suocera, simili a grossi ricci, preambolo di tutte le spine che vedrò.
In biglietteria mi accoglie Luca D’Ambra, erede di questa meraviglia, opera della caparbietà e dedizione del padre Giuseppe, il “Capitano”.
Il sogno del Capitano: una storia recente
Divenuto in giovane età capitano marittimo, Peppino dedica infatti la sua vita alla navigazione e alla collezione di specie botaniche. In Arizona, negli anni ’60, viene folgorato dai giganteschi saguari del deserto e inizia a raccogliere semi e talee per portarli sull’isola di Ischia, dove il clima favorevole ne assicura l’attecchimento e la crescita rigogliosa. Viaggio dopo viaggio, gli esemplari si accumulano negli spazi aperti di Villa Ravino, finché nel 2001, con l’acquisto di un terreno attiguo, il Capitano può finalmente realizzare il sogno di un giardino botanico, aperto poi al pubblico nel 2005.
Un giro tra parracine e pavoni
Oggi l’area verde si estende per circa 6000 metri quadri e conta almeno 400 specie differenti, rappresentando la più ampia collezione europea di succulente e cactacee.
Passeggiando guidata dai cinque sensi, mi perdo in un dedalo di sentieri bianchi delimitati dalle “parracine”, tradizionali muretti a secco realizzati col tufo locale, e mi lascio trasportare dallo stupore della scoperta di una quantità incalcolabile di Cereus coloniali che arrivano a triplicare la mia altezza, composizioni di fiori tropicali e scorci incantevoli.
Tra un pozzo e un’altalena faccio anche amicizia con una famiglia di pavoni, che insieme a numerosi conigli, è libera di scorrazzare nel pittoresco giardino.
La tipica macchia mediterranea, con agrumeti e piante aromatiche autoctone, si alterna e convive con palme, cicadee e musacee, in uno scenario costellato da ponti e aree di sosta, dove gli odori mi inebriano.
Continuando l’esplorazione, incappo nella saletta Moby Dick, ricavata da una vecchia cisterna, oggi spazio bianco per eventi e mostre.
In una piccola libreria a tema botanico ritrovo un testo di Paolo Pejrone, apprezzato fin dalla copertina, che mi fa pensare immediatamente alla massima di Cicerone «se hai un giardino e una biblioteca, non ti manca nulla», e davvero sembra non potermi mancare nulla qui.
Più in alto vi è un residence dove è possibile soggiornare, con un belvedere affacciato sulla baia di Citara che mi regala un tramonto indimenticabile per concedermi, infine, una tregua dal caldo nell’antico cellaio, trasformato in Lounge Caffè, luogo ideale dove completare l’esperienza sensoriale assaporando l’originale Cactus Drink.
Non solo giardino, quindi, ma anche laboratorio di eco-sostenibilità il cui valore è stato riconosciuto nel 2010 dalla Commissione Turismo dell’Osservatorio Parlamentare Europeo col titolo di migliore struttura turistica del Sud Italia.
Il mio consiglio spassionato agli appassionati di botanica (e non) è di regalarsi due ore di magia in questo angolo quieto e immaginifico, capace di proiettare la mente in luoghi lontani.
All images 2021 © Lucia di Parma