Se stai leggendo questo articolo, sei sopravvissuto alla settimana dell’arte torinese: anche quest’anno ti sei aggirato tra le opere sfoggiando tutta una serie di enigmatiche espressioni del viso tentando di celare il fatto che tu, di arte, continui a non capirci niente. È normale: non è facile capire una cosa se non se ne conosce l’origine. È anche per questo motivo che nasce Oggetti Specifici, una non-galleria, dove il processo generativo di un’opera riacquista centralità, parlando anche al pubblico più scettico e avvicinandolo al mondo dell’arte in maniera originale e inclusiva.
Oggetti Specifici
Via Santa Giulia 32bis | Torino
Martedì – Venerdì | 16.00 – 19.30
Sabato | 11.00 – 13.30 & 16.00 – 19.30
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Lo spazio
L’atmosfera è quella di un salotto, ma Oggetti Specifici è veramente molto di più: uno spazio ibrido, unico nel suo genere, lontano dall’immaginario comune di galleria fatto di sterili pareti bianche e atteggiamenti distaccati.
Tutto merito di Caterina Filippini, l’eterea e affabile proprietaria, che con eleganza ed ingegno è riuscita a realizzare il suo ambizioso progetto personale, con l’intento di trasmettere la sua stessa passione per il mondo dell’arte anche ad un pubblico meno allenato – ma pur sempre curioso.

E’ difficile immaginare queste quattro mura prima dell’intervento di Caterina: con un sapiente uso di colori, ingombri e materiali, ha saputo ridare nuova vita a quello che era un negozio di ferramenta trasformandolo in una stanza delle meraviglie per occhi indiscreti.
Il negozio ammicca dalla vetrina in un chiaro invito ad entrare, a tornare indietro e soffermarsi, rivolgendosi apertamente non solo al collezionista seriale, ma anche ad un pubblico neofita spesso intimorito dall’argomento. Caterina sa raccontare, con discrezione e passione, la storia di ognuno dei suoi piccoli gioielli, svelandone retroscena e particolarità.

Gli oggetti
A metà tra una galleria d’arte e un negozio, il progetto nasce con l’intento di riportare al centro della scena il processo generativo di un’opera d’arte e salvare dal dimenticatoio tutta quella serie di prove, bozze e studi preparatori che solitamente precedono la realizzazione dell’opera vera e propria. E’ quasi come spiare un artista dalla serratura: vederlo lavorare lontano da condizionamenti esterni, in uno slancio creativo privo di patinature o filtri di ogni genere.
Quello che affascina Caterina è proprio il momento in cui la visione dell’artista si concretizza nello spazio e si fa oggetto e la collezione trasmette proprio questo: è bello muoversi tra i vari oggetti esposti e notare come il pensiero creativo riesca ad assumere forme così diverse tra loro, in una danza di tentativi ed errori, colpi d’ingegno ed esitazioni, quei tentativi grezzi e istintivi che trasformano un’idea in una scultura, un disegno, una fotografia.

Nella mia totale ignoranza, ho imparato che il nome Oggetti Specifici è un chiaro rimando a Donald Judd e i suoi Specific Objects: opere molto diverse tra loro che risulta difficile identificare attraverso un unico denominatore comune ma che che condividono la stessa forte tensione a definire una propria spazialità specifica. Mi è piaciuto molto come Caterina riesce a rendere fruibile e comprensibile un argomento del genere e a portarti dentro l’opera.
Oggetti Specifici non è puramente uno spazio espositivo ma un vero è proprio negozio di pezzi unici e irripetibili: un ambiente caldo e accogliente che invita alla scoperta di un mondo affascinante alla portata di tutti.
All images © 2019 Fabio Rovere