Partage Wine Restaurant | Cucina creativa e vini naturali nel Canavese

Valentina Brancaleon Pubblicato il 18 Ottobre 2022
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C’è stato un momento dell’estate trascorsa, una di quelle serate in cui il termometro non scendeva mai sotto i 29°, in cui io e @fabiofacose abbiamo preso letteralmente a calci la rinomata pigrizia torinese per attraversare le ridenti campagne alla volta di Rivarolo Canavese, un’allegra cittadina di 12mila abitanti nel Canavese che, sarò sincera, non offre grandissime attrattive, ma noi (tanto per cambiare) siamo qui per mangiare e fortunatamente, quando Davide ci ha accolto nel suo ristorante ci siamo resi conto di come sia valso ogni singolo chilometro fino qui.

Partage Wine Restaurant
Corso Indipendenza 6/8 | Rivarolo Canavese (TO)
Mar – Ven 12:15 – 14:30 | 19:00 – 23:00
Sab 18:00 – 23:00
Dom 12:15 – 15:30 | 18:00 – 23:00

+39 347 381 7917 | info@restaurantpartage.it
Instagram | Facebook

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Tre motivi per scoprire Partage Wine Restaurant a Rivarolo Canavese

  1. Per scovare un ristorante pazzesco fuori città, che potrete consigliare a tutti i vostri amici e parenti facendo quelli giusti che trovano le chicche fuori città. No, non ringraziateci.
  2. Per supportare un giovane Chef appassionato con un’esperienza estera succosissima alle spalle, ma che ha deciso di investire non solo in Italia -> Piemonte, ma addirittura nella provincia con una proposta non ordinaria.
  3. Perché la condivisione (“partage“) è una delle cose più belle che si possa fare attorno a un tavolo e qui, essendo difficile scegliere tra una piatto e l’altro, il bello sta proprio nel poter condividere le portate tra i commensali provandole (quasi) tutte!

Tornare all’ovile, con stile e pure con un bel “bagaglio”.

Vogliamo chiamarla cucina pop? No perché non amo particolarmente il termine, ma sicuramente la cucina di Davide Pisano ha personalità. Davide è di Varisella (TO), ha 30 anni e non è uno che si improvvisa, come ormai sembra sia piuttosto di moda fare, lui la gavetta l’ha fatta per bene. La sua esperienza si articola tra Parigi, città in cui ha vissuto e lavorato, prima nella cucina del Ristorante Antoine di Thibault Sombardier e poi da Ze Kitchen Galerie, ristorante fusion che certamente gli ha trasmetto la conoscenza degli ingredienti del sud-est asiatico e la passione per l’oriente.

Tornato in Italia si divide tra il Cantoira nelle Valli di Lanzo, l’esperienza all’Expo Milano e poi al Devero, due Stelle Michelin di Enrico Bartolini per infine approdare a La Ciau del Tornavento. Decide poi di aprire il suo locale, specchio della sua identità attuale, frutto delle tante esperienze passate.

Il Partage ha uno stile moderno, caldo e accogliente, molto legno, ma anche parecchio stile industrial. Il vino è protagonista anche dell’arredamento e ciò che non vi abbiamo ancora detto è che qui, oltre a mangiare divinamente, berrete dei vini con una marcia in più selezionati proprio da Davide che, come per la materia prima, anche per il beveraggio ama selezionare i piccoli produttori, meglio ancora se di vini naturali. Ed è davvero divertente poter chiacchierare con lui oltre che di cucina anche di bottiglie buone, del produttore che ha scovato ultimamente o banalmente di dove poter bere bene in città.

Sogno (o realtà) di una notte di mezza estate

Siamo ancora in piena estate, in quelle settimane di caldo terribile, per capirci. Dopo aver dato un’occhiata all’interno del ristorante decidiamo di accomodarci fuori in cerca di un umile filo d’aria. Il dehors è posizionato nell’isolotto pedonale alberato tra due vie semi-centrali. É decisamente piacevole, e mi ricorda un altro posticino in città in cui eravamo stati troppo bene, questo qui.

Davide arriva in nostro soccorso con in braccio un secchiello e una bottiglia di Cuveè 60 Brut Rosè  di Casa Caterina, artigiani del vino nel Bresciano. Uve 100% Pinot Nero in purezza servito freschissimo: come scende per la gola ci fa rinascere all’istante. Iniziamo decisamente bene.

Insieme al vino celestiale ci serve questa focaccia che vedete qui sotto. Sull’impasto che volete che vi dica? É perfetto. Umida e sapida al punto giusto. Viene servita con una burratina fresca, bottarga e scorze di lime. Sfiziosissima, ottima per aprire quella voragine di curiosità in attesa dei piatti successivi che Davide ha deciso quella sera di farci provare un po’ “a sorpresa” e noi l’abbiamo presa benissimo.

Porzioni perfette da condividere, i piatti “à partager”

Visto che la focaccia se l’è spazzolata per lo più Fabio, io mi concentro sul prossimo piatto che lui non potrà assaggiare per strane sfigatissime allergie al sesamo, ovvero l’Hummus di ceci più buono che io abbia assaggiato finora. Sorry Fabio! Non che ci vada una scienza nel preparare un hummus di ceci, ma a volte ciò che sembra banale e scontato in una preparazione non lo è per niente, a partire dalla materia prima. Servita con un’insalatina di cuore di bue che profuma davvero del pomodoro succoso degli orti in estate e delle olive taggiasche che spingono tantissimo. Io innamorata faccio scarpetta con tutto il pane rimasto nel cestino. Pentita? Mai.

A seguire arriva un Carpaccio di tonno delicatissimo guarnito da guacamole e impreziosito dal farro soffiato per un effetto crunchy. Ma è proprio l’acidità che si ritrova in ogni singolo piatto a farmi godere a ogni boccone pensando “Oddio, grazie! Che bello che qualcuno bada per davvero al bilanciamento di tutti i sapori nel piatto“. Questo tonno mi ha reso particolarmente felice.

Un’altra sorpresa arriva con la tartare di fassona, fragole e crème fraîche. Un piatto che a vedersi pare arte contemporanea e che nella sua genuinità regala emozioni forti e, anche qui, il mio umami si ritrova a fare le capovolte di gioia. Fassona ottima, succosissima che insieme al succo di fragola dà il meglio di sè. Da oggi lo sapete anche voi!

Come non avere nostalgia dei Plin

Non fate quelli che se in un ristorante con sede in Piemonte non trovate i Plin in menu andate nel panico. Ecco, vi spiego come non averne nostalgia: provate qualcosa di di-ver-so! Lasciatevi stupire dalle novità e da inconsueti accostamenti, non abbiate paura! Questi Bottoni di borragine conditi con una crema ai funghi e nocciole tritate non vi faranno rimpiangere i vostri amati Plin, parola mia. E nemmeno gli Spaghettoni alla chitarra e vongole: cosa c’è di più semplice? Niente. Come si fa a rendere assoluto un primo piatto così semplice? Non lo so, dovete chiederlo a Davide perché lui a quanto pare riesce anche in questo. Li abbiamo amati. Le cotture perfette, i sapori si abbracciavano tutti con estrema eleganza.

Siamo al secondo e comincio a pensare che il proprietario di casa voglia metterci alla prova. Ecco un piatto apparentemente innocente: è merluzzo, il pesce probabilmente più noioso e banale di cui abbiamo conoscenza. A Davide è bastata un po’ di spuma di patate al limone e qualche bieta per renderlo un piatto da 10 e lode, uno di quelli che rimangeresti in loop. Buono, e anche qui abbiamo scarpettato.

Nel tempo libero Pastry Chef

Quello che mi ha colpito tantissimo di Davide è l’estrema umiltà con cui racconta il suo percorso professionale e ciò che fa nel suo locale. Non c’è dubbio che nel fare questo lavoro, soprattutto se sei proprietario, Chef, Sous Chef, Pastry Chef e mettiamoci pure sommelier, una certa modestia ce la devi pure avere. Sono rimasta davvero colpita da quante cose Davide riesce a fare e fa ogni giorno per il suo ristorante e per i suoi clienti, perché passione, forza di volontà e tenacia non te le insegna nessuno, vengono da te. Quindi chapeau!

E allora chiudiamo questa esperienza estremamente positiva con un dessert che, anche se non sono un’amante dei dolci al cucchiaio mi ha particolarmente estasiata: la Mousse al cioccolato Dulcey (o biondo) un cioccolato che oltre ad essere diventato all’istante il mio preferito della vita, è stato creato da Valrhona per errore. Ha un sapore biscottato e un profumo di sablé tostato e di latte caramellato. Sì ok ciao! Davide ha pensato di abbinarlo a un sorbetto fresco alle more e a un crumble salato. La morte sua, insomma.

Ps. una volta tornata a casa ho cercato online ovunque dove poter acquistare il dannato cioccolato Dulcey, se lo trovate fatene scorta!

Noi ce ne torniamo a casa felici e onorati di esserci spinti oltre la cintura, oltre le mura della città (che mura non ha), perché ci portiamo a casa oltre che una bella esperienza culinaria anche contentezza a livello umano. Davide ha tanto da dare e che ve lo dico a fare, se fosse in città avrebbe il locale pieno a pranzo e cena perché semplicemente lo merita.

Quindi, andate a sovraffollargli il locale di Rivarolo e dite che vi manda Strade! Se poi vi sentite lanciatissimi e volete altri suggerimenti per posti fuori città basta che andate qui.


All images © 2022 Fabio Rovere

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