Nella decisione di rivelare questo posto provo un po’ di gelosia. Sì, perché la pasticceria Cordaro è uno di quegli assi nella manica che si usano per fare colpo. A portare amici, fidanzati o familiari è pressoché impossibile non uscirne vincenti. Il motivo è semplice: chi potrebbe rimanere indifferente di fronte a un regno di meringhe?
Lo stabile che si trova in Via San Secondo 7 dal milleottocento è una pasticceria. Già questo, a mio parere, ha un certo fascino. Come se quell’angolino della nostra città fosse destinato, da quasi due secoli, a soddisfare i vizi di gola dei suoi cittadini. Certo, nel corso degli anni alcuni titolari sono cambiati, ma poi non così tanti (quattro o cinque al massimo). Tra questi, gli ultimi, sono proprio i protagonisti della realtà che vi sto raccontando.
Pasticceria Cordaro a Torino: una storia cominciata lontano
Quella che troviamo noi oggi, passeggiando tra le vie della Crocetta e a ridosso della stazione di Porta Nuova, è la Pasticceria Cordaro, un’impresa a conduzione familiare dove i coniugi Cordaro si impegnano in questo mestiere da ormai oltre mezzo secolo. Una storia cominciata nel lontano 1975, come dice la sua porta d’ingresso.
E l’impressione che si ha, varcando quella porta, è proprio quella di tornare un po’ indietro nel tempo.
Fin da subito si viene avvolti da quell’atmosfera antica che hanno soltanto i posti di una volta (e che a me piacciono da matti). Poi, con la stessa velocità si comincia ad avvertire un certo languorino. I dolcetti e le prelibatezze sono tantissimi e di diverso tipo: cioccolatini soprattutto fondenti (perché i torinesi preferiscono il fondente – così mi dice la signora), creme, panna, torte, torroni, pasticcini, marron glacé, il croccante, e così via. Ma il punto forte, a mio parere, sono proprio le meringhe. Dalle più classiche, da mangiare passeggiando, ai dischi più grandi, utili alla preparazione di torte.
Bene, ora che il segreto è stato svelato, non si possono più avere scuse. Anche perché tutti quanti prendiamo il treno da Porta Nuova almeno una volta l’anno, e da lì non sono neanche cinque minuti a piedi!
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