Immersa tra muretti a secco e ulivi secolari oggi abbiamo scovato la Tenuta Selvadolce di Aris Blancardi. Qui il vigneto si arrampica sulle alture in una delle zone più panoramiche dell’intero Ponente Ligure. Ma se venendo qui, vi aspettate di parlare soltanto di vino, vi sbagliate di grosso! In questo luogo, non si viene per solo per bere, ma per vivere un’emozione. Nelle bottiglie prodotte da Aris si racchiude un racconto plurisecolare della sua famiglia e di quella terra scaldata dal sole e rinfrescata dalla brezza marina.
Tre motivi per visitare Tenuta Selvadolce a Bordighera:
- Per visitare un’azienda agricola biodinamica e scoprirne il significato.
- Per degustare degli ottimi vini naturali.
- Per la vista: un panorama mozzafiato.
Un’esperienza “naturalmente” unica
Già dalla nostra introduzione potete capire il paradiso in cui ci stiamo addentrando, ma per comprenderlo meglio dovete conoscere il padrone di casa: Aris. La sua passione e dedizione vi travolgeranno in un mare di emozioni. Vi accorgerete presto del connubio tra cuore e palato, perché presso la Tenuta Selvadolce il vino non si degusta, si vive!
E se siete alla ricerca di un modo per conquistare cuori allora dovete fidarvi di me. Lo spettacolo offerto da questi terrazzamenti affacciati sul mare non ha prezzo, lo sguardo si perde all’orizzonte e il profumo di uva volteggia nell’aria. Domina la natura, sia nel paesaggio che nelle pratiche vinicole.
Non dimentichiamoci che ci troviamo all’interno di un’azienda agricola biodinamica. Qui al primo posto vengono le piante di vite e il rispetto per l’ambiente. Camminando tra i filari possiamo scorgere la magia che giunge direttamente dal cosmo.
Entrando in cantina veniamo inebriati dall’aspro odor dei vini. Sorseggiando un calice tutto si trasforma in poesia. Ed eccoci qui per un’esperienza “naturalmente” unica.
La storia pluricentenaria della Tenuta Selvadolce
Per capire la grandezza e la storicità della Tenuta Selvadolce dobbiamo partire dagli albori. È il 1885, quando il bisnonno di Aris decide di dare vita a un’azienda agricola basata sull’esportazione di garofani verso la Russia. Con l’avvento della Guerra Fredda si vedono costretti a cambiare mercato, così il commercio si sposta nel Nord Europa dove rimane per oltre un secolo.
Ma come si arriva alla svolta del biodinamico? Aris, da tempo appassionato alla vita rurale e veterinario di professione, decide di avvicinarsi all’azienda di famiglia. Durante una calda estate di fine anni ’90, un incontro con una cultrice della macrobiotica accende una luce sul suo cammino. Si iscrive a un corso sulla viticoltura biodinamica e rimane estasiato dalla potenza del cosmo. Decide così di buttarsi nell’avventura con i suoi 7 ettari di filari. Ecco che nasce l’azienda agricola biodinamica Tenuta Selvadolce.
Un sogno da coltivare oppure il sogno di coltivare?
Tutto è nato casualmente, quasi per gioco. Aris non aveva competenze specifiche su vinificazione e vendemmia quando ha iniziato, ed è così che si è buttato a capofitto in un “progetto” con grado di difficoltà massimo. Solo i matti o i sognatori si buttano in avventure di questo tipo; quelle in cui si impara ogni cosa nel processo e in cui il successo non è scontato. Ma per Aris è arrivato ed è stato grandioso, non solo per la riuscita economica, ma per la soddisfazione che si legge nei suoi occhi quando ti racconta del suo vino.
Cosa si beve alla Tenuta Selvadolce?
È il momento di far ballare le nostre papille gustative a ritmo di sound sapidi e minerali.
Partiamo dal “VB1”, un Vermentino dove il mare si ritrova in bottiglia avvolto dalle note balsamiche di aghi di pino, salvia e timo.
La macchia mediterranea la ritroviamo anche nel “Runcatù” , un Pigato macerato sulle bucce che affina per 8 mesi in legno.
Proseguendo sugli stessi sentori, il “Crescendo” , un vino bianco dal sorso rinfrescante e armonico.
Ma non vogliamo spoilerarvi tutti i protagonisti della “festa” organizzata da Aris, lui vi aspetterà a braccia aperte presso la sua Tenuta Selvadolce per farvi vivere un’emozione “naturalmente” speciale.
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