Ho approfittato di una domenica di pioggia nella mia amata Torino per fare questa nuova esperienza e devo dirvi che ritornerò molto presto! Una cucina ricercata e raffinata, con abbinamenti particolari in grado di creare piatti su misura per te, Kipling è il posto giusto dove poter osare senza avere rimorsi!
Un viaggio di sapori
A fargli da sfondo c’è la bellissima Piazza Bodoni, una delle mie preferite di Torino, e il Conservatorio Giuseppe Verdi che creano un’atmosfera unica. Kipling è aperto dal 1996 e oltre alla cucina tradizionale piemontese, propone anche cucina etnica e mediterranea. Infatti alcuni piatti sono “contaminati” da ingredienti fusion con spezie e sapori di
luoghi lontani come l’India e Indonesia.
Il nome Kipling deriva da Rudyard Kipling, noto scrittore e poeta inglese della fine dell’800, nato a India e vissuto a Londra tanti anni, deve la sua fama per il capolavoro “Il Libro della Giungla”. Infatti all’interno del locale ci sono molti estratti dal “Libro della Giungla” che decorano le pareti del ristorante, in modo semplice ed essenziale. Seppur l’arredamento del locale non rispecchia esattamente il mio gusto, la cucina invece mi ha lasciato a bocca aperta. Soprattutto perché si tratta di uno dei pochi ristoranti nel centro di Torino che offre, dalla a alla z, un menù interamente senza glutine fatto di ingredienti freschi e ricercati.
“È buono perché vario!”
Generalmente non sono un’amante del pranzo, ma forse questo il Kipling Torino è riuscito a farmi cambiare idea!
Ad aprire le danze vi è un antipasto vegetariano, un quadro di verdure che riprende diverse cucine e provenienze: dalla classica insalata russa piemontese, con verdure croccanti e una leggera maionese, ad una caponatina con pinoli e uvetta in agrodolce tipica siciliana, ad una parmigiana di zucchine grigliate, fino ad arrivare ad uno sformato di polenta concia con un top di funghi porcini trifolati. Una libidine.
Decido di accompagnare tutte le portate con un calice di Dolcetto di Dogliani, una delle tante etichette di vini, alcuni anche pregiati, presenti nel menù.
Proseguo con l’assaggio di due primi, perché quando ho letto pasta fresca senza glutine è stato amore a prima vista (chi è celiaco capirà!). Il primo sono dei gnocchetti di patate e porcini (presenti nell’impasto, molto apprezzabili anche per chi, come me, non va pazza per i funghi, ma in questo caso gli dà un gusto molto elegante e delicato) serviti su un letto di fonduta aromatizzata allo zafferano e granella di salsiccia. Il secondo invece sono degli agnolotti di pasta fresca ripieni di brasato con burro salato alle erbe e asparagi, un connubio molto delicato.
Chiudo il tutto, dopo aver preso un po’ di fiato, con una crostatina di frolla croccante farcita di crema pasticciera aromatizzata al limone e frutti di bosco. Forse questa volta ho optato per portate più classiche ma sicuramente ritornerò presto per provare qualcosa di più particolare e magari in versione fusion.
Non resta che a voi l’onore di aprire le danze nel miglior modo possibile! Buon appetito!
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