Fabio una sera mi scrive “la prossima settimana ti porto fuori a cena, hanno aperto un posto che fanno un ottimo ramen, me lo ha detto una mia amica che ne sa un sacco…” in prima battuta mi sono perso sul focalizzare dentro la mia testa come potrebbe essere fatta “una che ne sa un sacco” di ramen, me la immagino tipo una sommelier ma con le Birkenstock, non so perchè… poi dopo questa défaillance rispondo “Certo che si…andiamo” non capita di essere invitati a cena da un bel tipo tutti i giorni….
Ramen Bar Akira Torino
Corso Vittorio Emanuele II 29 | Torino
Lunedì – Domenica | 12.30 – 15.00 & 19.30 – 23.00
Costo | €
Tre ragioni per andare da Ramen Bar Akira Torino:
- Il brodo : sinceramente, uno spettacolo, già di suo vale quasi il prezzo del ramen
- Gli spaghetti : giapponesi, fatti in casa, tipo le tagliatelle di nonna pina ma orientaleggianti
- La birra: e tu mi dici “ma puoi inserire la birra come una delle tre motivazioni per andare??” e io ti dico “c’è l’ Asahi alla spina fresca, ringrazia che non lo metto come prima motivazione”
Allora, premetto, io di Ramen ne ho mangiati un pò, ma quando dico un pò intendo alcuni, non che una volta alla settimana mi sale la scimmia di Ramen quindi se risulto essere dissacrante, oppure andate a provare il Ramen Bar Akira e non risulta essere proprio come quello che avete mangiato quella volta là in Giappone, beh, perdonatemi, o non perdonatemi, cambia poco.
Il Ramen Bar Akira si trova in pieno centro di Torino, al limitare della ridente multi-etnica / multi-culturale / multi-cose San Salvario, è qui che lo chef (sperando che in Giappone si definiscano così) Akira Yoshida ha deciso di piantare la bandiera della tradizione giapponese e aprire il quarto suo locale (gli altri tre tutti a Roma), e portare avanti la sua idea di cucina molto chiara: fare il ramen alla vecchia maniera e farlo buono!
Ci è riuscito? Decisamente si.
Il ramen qua è davvero ottimo, ricco di gusto, bilanciato, grasso il giusto; su questo si basa il concetto di questo piatto, materie prime semplici ma che vanno lavorate con estrema attenzione ed equilibrate tra loro in maniera semi maniacale. Akira Yoshida lo sa bene, huuuuuselosabene, e la sua cucina ne è la prova. Si basa su due capisaldi dell’arte del ramen che già di loro valgono il prezzo del biglietto: il brodo di ossa di maiale lasciato a cuocere in un pentolone, grosso come il mio appartamento, per 10 ore e gli spaghetti giapponesi, elemento ovviamente fondamentale per lo “Iekei Ramen”, qui fatti in casa e a quanto pare questa sembra essere una cosa veramente rara.
Ma non solo brodo e spaghetti ovviamente, il menù è ricco di varianti pre-proposte dalla cucina oppure di basi alle quali poter aggiungere topping di diverse forme e sapori, dalla carne al pesce passando per le verdure e le uova, diciamo che potete andare lì e sbizzarrirvi fino a quando la flora intestinale vi sostiene. Consiglio di raddoppiare, rilanciare e andate ALL IN con tutto quello che avete nel portafoglio sull’aggiunta di carne di maiale!
Vegetariani, tuttappost! c’è anche la variante senza carne – pesce – brodo di maiale, praticamente un’insalata a bagno! Scherzo, ovviamente, grazie di esistere vegetariani, salvate il mondo anche un po’ per me….
Non vi piace il ramen? STATE A CASA…. No scherzo, da Ramen Bar Akira non si serve solo ramen ma anche piatti decisamente differenti ma sempre derivanti dalla tradizione giapponese come ad esempio l’ottimo Chasyu Don, tenera carne di manzo marinata in salsa di soia servita con riso bianco, porro e salsa piccante, oppure i fantastici gyoza che nell’ambito Ristoranti giapponesi sono proprio “Risto che vai gyoza che trovi” ma quelli di Akira sono davvero una bomba con la loro leggera frittura croccante.
Antipastini ne abbiamo? Avoja.
Noi abbiamo provato l’antipasto misto, una piccola entree che soddisfa ma non ti ingolfa Uovo, gomawakame, un’ottima carne di pollo in salsa Teriyaki, porro e peperoncino.
E poi tanti dolcetti ma a me i dolci piacciono poco quindi andate a provarli voi.
Noi siamo andati, piacere ci è piaciuto, parlare ne abbiamo parlato… ora sta a voi andare e farci sapere cosa ne pensate!
Chissà se Valentina lo farà entrare in una delle sue liste 5 best of Giapponesi… o una cosa del genere…
Intanto a proposito di Valentina e la sua passione per i ristorante Asian leggetevi sto articolo su “Le petit restaurant japonaise” che scoprite roba bella e nuova…
Cià.
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