La cantina Graziano di Prà si trova al centro della zona del Soave in provincia di Verona, sotto i monti Lessini, uno dei comprensori viticoli italiani a più alta densità di coltivazione della vite. Qui le vigne di Prà si estendono sulle colline che circondano l’azienda agricola e su, fino alla Valtellina, producendo vini che sono fortemente identitari del territorio da cui provengono, ma anche e soprattutto degli ideali della famiglia e di Graziano che lavora su questo territorio dal 1983, con cura meticolosa ed estrema attenzione.
Il territorio del Soave
Il territorio del Soave è unico nel suo genere per i terreni tufacei basaltici di origine vulcanica dei rilievi collinari di questa zona che sono il suolo ideale per la coltivazione dell’uva Garganega. Questo territorio era già noto in epoca romana come zona viticola grazie alla sua buona posizione. Dalle uve Garganega si ottenevano vini acinatici, ossia che derivavano dal tradizionale metodo di appassimento delle uve sulla pianta tramite taglio del tralcio. Negli anni Venti si iniziano a delineare le caratteristiche del vino prodotto in questa zona, ma è solo nel 1968 che viene delimitata la zona storica di produzione Denominazione Soave Classico DOC.
La filosofia di Graziano nel fare vino
Per il vino sono solo una guida che non migliora quello che offre la natura, ma che la conduce nella giusta direzione verso un vino elegante e prezioso.
Ho conosciuto Graziano seduto a capotavola di una bellissima tavolata organizzata all’interno della sua Azienda Agricola durante la nostra visita, e la familiarità di quel pranzo (allietato da un meraviglioso temporale) mi è rimasta addosso. Una decina di persone che non si conoscevano bene, ma che erano accomunate dalle proprie passioni: quella per il vino, quella per il territorio del Soave, quella delle storie da raccontare e da ascoltare. E che condividevano, scambiandosi parmigiano e bottiglie di vino, un piatto di pasta al pomodoro e un’insalata di cetrioli. Frutti della stessa terra del vino che stavano degustando. È stato un pranzo che mi ha permesso di capire la filosofia di quest’azienda molto meglio che se fossimo andati nel più elegante ristorante della zona, perchè mi ha permesso di toccare con mano la vita quotidiana di questa famiglia e azienda.
Per Graziano Prà, diventare vignaiolo è stata una scelta naturale, intrapresa con dedizione e integrità: dai vigneti di famiglia, curati dal nonno e dal padre, alla sua formazione come enologo. La svolta è avvenuta negli anni Ottanta, quando ha fondato l’azienda F.lli Prà insieme al fratello, che si occupava della campagna. Con il suo aiuto, l’azienda è cresciuta, valorizzando territori come il Monte Grande, il Monte Bisson nel Soave e la Morandina nella Valpolicella. I vigneti si estendono su quaranta ettari nel Soave, dove vengono coltivati uve delle varietà Garganega e Trebbiano, e otto ettari in Valpolicella dove troviamo Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta. Tutti i vigneti sono coltivati in regime biologico con basse rese per ettaro.
Un grande vino riflette la terra da cui proviene.
Graziano ha scelto fin da subito vini esclusivamente da uve autoctone per migliorare non solo il benessere dei terreni, ma anche la qualità dei vini (e noi non vediamo l’ora di invitarlo per uno dei prossimi appuntamenti Nativi di Wouse!). I vini di Prà sono quindi il risultato dell’interazione tra la natura dei terreni, i vigneti collinari, il particolare microclima di questa zona, la selezione delle uve autoctone e il rispetto dei tempi di maturazione necessari, tempi che vengono rispettati anche in cantina.
I vini di Graziano di Prà
In Soave Prà produce vini bianchi sfruttando le grandi caratteristiche di invecchiamento delle uve e del territorio. La Valpolicella arriva in azienda nel 2001, quando Graziano acquista i primi terreni. I vini vengono prodotti a circa 500 metri di altezza, raccontando una Valpolicella meno comune.
Il vino più giovane di Graziano Prà è Otto. Fresco e di pronta beva, è il vino ideale da avere sempre in cantina. Realizzato con uve Garganega provenienti da vigneti di 30-60 anni. Otto si distingue per i suoi profumi ricchi di fiori, come biancospino e gelsomino, oltre a note di mela verde e mandorla. Wild è il cugino ancora più giovane di Otto, poichè è alla sua prima vendemmia (quella del 2023). Nato dall’idea di creare un vino più selvatico e naturale, ma sempre e comunque pulito ed elegante; Wild è il risultato di lieviti indigeni e fermentazione spontanea della Garganega. Straforte è nato come una sfida nel 2004, quando Graziano ha scelto di affinare il vino in acciaio, in controtendenza rispetto alla preferenza per l’affinamento in barrique. Oggi, Straforte è diventato uno dei simboli dell’azienda grazie alla sua raffinata complessità. Monte Grande proviene dal vigneto storico della famiglia e che è il risultato di riflessioni approfondite. Il Monte Grande aspira a essere un grande vino, comparabile a un prestigioso Collio Friulano o a un Borgogna. Ricco e profondo. Colle Sant’Antonio è una piccola riserva di Garganega, selezionata accuratamente in vigna e affinata pazientemente in cantina. Nel corso degli anni, grazie a micro-vinificazioni separate, sono state individuate le migliori vigne all’interno di tre cru dell’azienda: Ponsara, Froscà e Foscarino. Per queste vigne selezionate si procede al taglio del tralcio, permettendo un leggero appassimento delle uve direttamente in vigna.
Valpolicella è un vino pulito e sincero, caratterizzato da estrema eleganza. L’Amarone di Graziano ha profumi intensi e complessi e un colore rosso rubino. L’altitudine inusuale e il terreno calcareo conferiscono una freschezza finale che promette interessanti evoluzioni nel tempo. Il Ripasso combina struttura e appeal internazionale, grazie al ripasso sulle vinacce di Amarone.
La scelta del tappo a vite
Graziano Prà ha fatto una scelta decisa e lungimirante per la sua cantina: il tappo a vite. Dopo anni di ricerca sulla miglior soluzione per garantire la longevità dei suoi vini, ha optato per questa chiusura innovativa, in uso da tempo negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda. Ha iniziato con i vini bianchi, come il Soave Classico DOC Otto, estendendo poi l’uso anche ai cru. Dopo lunghi affinamenti e degustazioni, è convinto che il tappo a vite mantenga i vini puliti, eleganti e senza difetti nel tempo, rispettando le caratteristiche del terroir e dell’annata.
Uno dei principali vantaggi del tappo a vite è la sua capacità di supportare la longevità dei vini. Dodici anni di esperienza hanno dimostrato che questa soluzione è efficace e virtuosa per i Soave, consentendo loro di evolversi nel tempo in modo coerente, senza compromettere la qualità. Il tappo a vite non impedisce al vino di evolversi in bottiglia, al contrario, permette una micro-ossigenazione controllata che preserva la coerenza tra le bottiglie della stessa annata, senza distorsioni o variazioni indesiderate.
Inoltre, il tappo a vite garantisce una sigillatura perfetta che protegge il vino da contaminazioni e mantiene intatti i suoi profumi e le sue fragranze. Questa è anche una scelta ecologica, in quanto l’alluminio è completamente riciclabile e facilita una conservazione ottimale dopo l’apertura della bottiglia.
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