Coltura Bistrot a Torino: mangiare, bere e scoprire in Borgo Nuovo

Gloria Matteucci Pubblicato il 6 Agosto 2025

Non voglio girarci attorno: io di Coltura Bistrot mi sono innamorata. Non come ti innamori di una caffetteria instagrammabile con tante bevande fancy, ma come ti innamori del bar sotto casa frequentato da anziani che giocano a carte bevendo birra. È uno di quei posti in cui ti senti bene dal primo secondo e in cui vorresti tornare spesso. Ok, ora mi ricompongo e vi racconto un po’ meglio, ma prima vi lascio
3 motivi per scoprire Coltura Bistrot a Torino:

  1. Per assaggiare, condividere, provare tante proposte diverse e uscire leggero. La qualità si sente anche dalla sensazione che ti resta, e non rimarrai appesantito o stomacato.
  2. Rilassarti. Qui nessuno ti metterà fretta, puoi rimanere dall’aperitivo al dopo cena.
  3. Riscoprire il piacere di chiacchierare al bancone. Non è un bar, ma puoi comunque sederti sugli sgabelli, scambiare due parole con Denis e farti consigliare cosa mangiare mentre sorseggi un drink.

Il concept “di cuore” di Coltura Bistrot

Il progetto nasce molto tempo fa nella testa di Denis, che sognava di aprire una sua realtà in cui fare le cose a modo suo, anche se ancora non sapeva che forma avrebbe avuto. Tecnologo alimentare di formazione, per lui il cuore del progetto doveva essere la qualità delle materie prime. Il nome stesso, Coltura, rievoca l’importanza dei prodotti agricoli e della loro qualità sul risultato del piatto.

Ha poi fatto amicizia con Manuel, lo chef, che cucina come un angelo e ha capito che era il momento giusto di buttarsi e la persona giusta con cui farlo. Il progetto ha subito qualche cambio di rotta e possibilmente ce ne saranno ancora, ma non c’è nulla di male in ciò, perché in questo progetto c’è cuore, non calcoli matematici pensati per creare l’ennesimo posto virale.

L’ambiente è caldo e accogliente, ma non eccessivo. Mobili in legno moderni si alternano a banconi in marmo da bar di quartiere (in senso positivo), oltre a tante piante e mattoni a vista. L’impressione è che ogni angolo sia intimo e privato, complice anche la dimensione mignon del locale.

Cosa si mangia da Coltura Bistrot?

Per rispondere sinteticamente: piattini, ma definirli così sarebbe davvero riduttivo. Sono pensati per dare la possibilità di provare e condividere diversi assaggi, ma una volta provati non vorrete più condividerli. La componente vegetale è forte, ma non vuole essere un ristorante vegetariano, piuttosto un posto che presta la giusta attenzione alle proprie scelte. I sapori sono pensati ma restando semplici, senza mai sovrastarsi tra loro. Una delle scelte più geniali è la mezza porzione di pasta, così puoi assaggiarne due, oppure prendere qualche altro piattino. Difficile scegliere un piatto forte perché ogni cosa è buonissima, dalla pancia di maiale con paprika e miele che si scioglie in bocca, alla aglio olio e peperoncino che è tutt’altro che banale. Ma se proprio dovessi scegliere, assaggiate il crostone con formaggio erborinato e albicocche e i funghi con miso e crema all’aglio.

L’arte di fare le cose con calma

Le cose belle si fanno con calma, come le verdure, che se maturano lentamente al sole sono più gustose. Qui non si corre, nemmeno in cucina o dietro il bancone. E per rispettare questa scelta hanno deciso di utilizzare solo cotture a bassa temperatura, preservando al massimo il sapore degli ingredienti e permettendo a Manuel di avere vita più facile davanti ai fornelli. Anche il bere ha bisogno di tempo: per lo più prodotti fermentati e da produttori locali, vini e qualche drink semplice, da sorseggiare lentamente.

Ciò che arriva di questo posto è la voglia di fare bene, con le proprie forze. Di non scendere a compromessi sulla qualità e di rinunciare a quella tossica competizione per essere il posto con la coda più lunga o il prezzo più competitivo. Qui il prezzo è giusto e l’attenzione sempre presente. E sono sicura che se lo proverete, capirete di cosa sto parlando.

Se vuoi scoprire altre realtà che ci piacciono in Borgo Nuovo, guarda qui.

Tutte le immagini sono di © Alessandro Pistis 2025

Ti piacciono le foto e vorresti usarle per raccontare la tua attività? Clicca qui e scopri come!