A casa da Ninù

Alessandra Vecchio Pubblicato il 17 Ottobre 2023

Sarà che ho un debole per i diminutivi accentati che portano nell’immaginario quel quid in più di frivolezza. Sarà che di questi tempi in pochi nella ristorazione si apprestano alle nuove aperture in maniera così composta, direi quasi in sordina, ma con molta eleganza, posso sicuramente dirvi che Ninù mi ha rubato il cuore al primo suono, a prima vista e poi, in ultimo, ma non per ordine di importanza, al primo assaggio. 

Siamo in pieno centro, alle spalle del Mausoleo di Augusto, in una delle traverse più pittoresche di Via Ripetta e nonostante l’ubicazione potrebbe richiamare l’idea di strade strette prese d’assalto da turisti, qui, in Via della Frezza, la tranquillità regna sovrana. Proprio per questo Ninù è da considerarsi un ritrovo prima per i romani e poi per i turisti. Se ne notano giusto due o tre, quelli più curiosi, gli esploratori come piace chiamarli a noi, coloro che si lasciano alle spalle le vie più rinomate e fanno capolino con la testa a destra e sinistra per cercare con gli occhi di riempire la mente e l’animo di più scorci possibili. 

Alla scoperta di Ninù

Tra sampietrini e antichi palazzetti, Alessandra Marino: architetto, collezionista e imprenditrice, ci apre le porte della sua dimora. Eh si perché qui Alessandra ci ha anche vissuto e questo approccio al cliente come un invito a sentirsi a casa è la prima cosa che a noi è piaciuta molto.
Dal dehor al lungo corridoio centrale, Ninù lo si scopre lentamente in un susseguirsi di sale, ognuna diversa dall’altra. Dalla grande cucina con isola centrale in marmo per cene private, alla sala con librerie a tutt’altezza, in questo ristorante si potrebbe pensare di essere ogni volta in un luogo diverso pur rimanendo sempre nello stesso posto. 

Gli interni e la scelta di tutto l’arredamento, con alcune chicche di design, sono degni di nota e valorizzano un progetto architettonico davvero ben riuscito. Se ogni sala è una scoperta, il fil rouge è sicuramente il gioco sapiente dei colori e delle forme, accompagnato da un gusto eclettico e raffinato che rendono Ninù un luogo dall’atmosfera conviviale ed accogliente ma allo stesso tempo davvero elegante. D’altronde a chi non piacerebbe dopo una passeggiata per il centro cenare tra libri di arte, storia e architettura? 

Cosa si mangia da Ninù

Ma se non solo di bellezza si nutre l’animo a noi Ninù piace perché si mangia bene, specialmente pesce e, considerato il contesto, si spende il giusto. Lo chef Marco Gallotta con Simone Ianiro, ci delizia con un menu da leccarsi i baffi. Dall’antipasto al dolce, dalla colazione all’aperitivo passando per il brunch, ci si può lasciar viziare a tutte le ore. 

Noi ci siamo lasciati tentare da uno spaghetto alle vongole e dagli gnocchi con ricotta di bufala, gamberi e salicornia. Due primi realizzati con materie prime freschissime e che sono stati un caro saluto all’estate e una coccola verso quelle che saranno le amate ottobrate romane.
Ma non solo caffetteria, ristorante o cocktail bar: a breve Ninù aprirà le porte anche delle sue favolose tre stanze di design per soggiorni in una struttura unica nel suo genere. 

Che dire: Ninù ha il sapore dei luoghi segreti, di quelle chicche che in realtà vorresti tenere solo per te ma allo stesso tempo non vedi l’ora di condividere con gli amici, e per questo noi ci torneremo sicuramente.


All images © 2023 Alessandra Vecchio e Ninù