Ciak, si impiatta: film su food & wine

Le Strade Pubblicato il 15 Aprile 2020

La nostra vita alla 50 volte il primo bacio, quando i giorni sembrano ripetersi uguali (e di baci, in realtà, non si può parlare).
Certo, questa vita surreale non è come quella interpretata da Drew Barrymore, che se ne andava in spiaggia a raccogliere ananas, ma piuttosto un’evocazione ad Io sono leggenda eppure…
Eppure, volendo, impariamo ogni giorno qualcosa di nuovo.
Scopriamo qual è la nostra soglia di sopportazione, il nostro livello di pigrizia, le nostre capacità di ascolto, di pazienza, di attesa.

E cosa facciamo delle nostre energie intatte (o quasi)?
Sfoghiamo le nostre ansie sull’impasto della pizza, sfoderiamo i coltelli e ci tritiamo un bel soffritto, mescoliamo l’impasto della brownie a livello “gomito del tennista”. Poi saliamo sulla bilancia e … eh vabbe!
Abbiamo anche tempo di fare ginnastica (qui vi abbiamo mostrato come) ma dato che il pensiero del cibo non ci abbandona mai, abbiamo fatto una considerazione che condividiamo…

Il cibo non si cucina ebbasta: si può anche vedere, sfogliare, assaporare attraverso immagini e storie che ci fanno sospirare e insieme stuzzicano l’appetito.
“A tavola” quindi, che sia per una colazione in giardino o tra i vigneti in Provenza, in Italia o in India, a Parigi, a Londra o addirittura in scenari fiabeschi.

Abbiamo chiamato a raccolta tutti i foodlovers di Le Strade da Genova (Chiara e Sara), Torino (Valentina), Milano (Elena) e Roma (Francesca) per raccogliere, da pagine e schermi, i viaggi più belli sulla scia di profumi, suggestioni, ispirazioni… ed emozioni, perchè alla fine questo è l’ingrediente che lega sempre ogni sapore!

Colazione e cartoni

Per la rubrica “abitudini da seconda elementare rispolverate per la quarantena (insieme al latte con il cioccolato)” la mattina guardiamo un bel cartone.

Ratatouille (potete trovarlo su Disney+) è l’unica vera pellicola che, indipendentemente dalle capacità, metterà in moto la vostra voglia di cucinare. Perchè?
Non tutti possono essere dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in ognuno di noi.”
Questo di per se è motivante ma se si pensa che lo chef, in questo film, è il topo Remy, inizierete a pensare di poter fare di più che scolare una pasta prima che scuocia!
Il talentuoso protagonista a quattro zampe e un giovane sguattero muovono i loro primi passi nella cucina di un ristorante stellato, in una Parigi tanto autentica quanto contraddittoria.

I nostri eroi dovranno fare i conti con un’ambiziosa cuoca, un ispettore sanitario e soprattutto con un severissimo critico culinario imparando che solo chi crede davvero nel suo talento e nei suoi sogni può realizzarli.

Piovono Polpette (potete vederlo su Netflix) quando inavvertitamente la scienza e gli esperimenti scientifici sul cibo sfuggono al controllo dell’uomo. Quando poi l’uomo è poco più che un ragazzo pasticcione si creano delle vere e proprie calamità. Un film animato dall’umorismo nonsense che si presta a diverse chiavi di lettura e offre spunti di riflessione interessanti.
Una velata (forse nemmeno tanto) critica sui metodi di “produzione” del cibo che vanno ad impattare sul nostro clima e sul pianeta in modo sempre più invasivo.
Un cartone che ti fa sentire anche un po’ in colpa per il fatto che, vedendo passare sullo schermo le scene, sorridi… perché in fondo, a volte, come Flint, ci comportiamo senza sapere cosa stiamo facendo.

Il valore (non solo calorico) del cioccolato

Il cioccolato fa bene all’umore e il cinema pure… se mettiamo il
cioccolato dentro al cinema, fondendoli come le nostre tavolette
preferite, ecco che raddoppiamo la dose di serotonina e di piacere!

Chocolat (potete trovarlo su Netflix) di Lasse Hallstrom è il classico film del cuore, di quelli che si possono vedere miliardi di volte ma è come se fosse la prima.
Anzi, ogni visione regala qualcosa in più, tra dettagli, dialoghi e quel pensiero (fisso) su quantoèbelloJohnnyDeppcoicapellilunghi, detto tutto d’un fiato.
Tante di noi desiderano essere Juliette Binoche, per come plasma il cioccolato in piccoli gioielli, per il coraggio di cambiare vita e città per reinventarsi, per il sorriso generoso che dona agli altri anche in mezzo agli ostacoli, per aver aperto il negozio dei sogni… e per aver conquistato il Johnny di cui sopra, sottinteso!
Perchè vederlo (e rivederlo):

  • la sua poesia non stanca mai e va respirata ogni tot
  • ci fa capire quanto sia importante la libertà, la tolleranza, l’aprirsi al nuovo, il non avere paura di ciò che non conosciamo
  • per le atmosfere che mostrano un village francese in tutta la sua bellezza nordica

Ne La fabbrica di cioccolato (disponibile su Sky) ritroviamo l’amato Depp, con un look completamente diverso, parte di un contesto che porta la firma inconfondibile di Tim Burton e che chiamare magico è riduttivo.
C’è tanto, in questa pellicola: tanto zucchero, tanti personaggi, tante immagini una più suggestiva dell’altra e tanti insegnamenti, a livello di morale e di significati. Ci si diverte, si entra in un mondo colorato e visionario per due ore, si ritorna all’infanzia ma si impara anche. Fiaba e intelligenza, dunque, in un colpo solo.
Charlie è il fratellino che tutti vorremmo avere e ci piace perchè mette all’angolo i bambini capricciosi e viziati, paladino delle persone più timide e sensibili che hanno il loro riscatto: la bontà – d’animo e dei dolci – premia! Il film è del 2005, ma è più attuale che mai per i messaggi che comunica. E se vi viene poi lo slancio di leggere il libro di Dahl da cui è tratto o di recuperare anche il vecchio film del ’71, servizio completo!

Una chicca che viene dall’India

Qualche anno fa, era stata coniata l’espressione “belli e invisibili” per quei film di nicchia, indipendenti, che non avevano trovato distribuzione o avevano retto poco in sala, non arrivando agli occhi di tante persone. Lunch box (qui il link a Chili Cinema) di Ritesh Batra può essere annoverato tra questi e siamo felici di inserirlo nell’articolo, perchè è una chicca nascosta, delicata… e speziata, perfetta per il nostro #iorestoacasa.

Siamo in India, a Mumbai, tra le cucine attivissime e i posti di lavoro pieni di gente che ogni giorno riceve – è una tradizione antica – il pranzo dentro appositi contenitori (lunchbox, appunto).
Cosa può succedere se il pranzo di una donna, invece che essere consegnato al marito, viene recapitato per sbaglio ad un altro uomo? E se la scatola non contiene solo il cibo, ma anche parole scritte che i due si scambiano, con interesse e coinvolgimento crescente? Le solitudini, si sa, si uniscono e…
Non vi sveliamo altro, sperando di avervi incuriosito, complice anche il trailer che alleghiamo!

Crêpes saporite avec masala

Il regista di Chocolat torna a farci sognare con Amore, cucina e curry (potete vederlo su Amazon Prime Video).
La storia di una cucina millenaria, come questa storia, ha inizio in un affollato e coloratissimo mercato. Sembra quasi di sentire il profumo intenso di masala, cumino, curry e cardamomo mischiato a quello del pesce e dei ricci di mare.
Gli occhi scuri di Hassan e le mani sapienti di sua madre ci trasportano nel mondo della cucina indiana, fatta di sapori decisi, spezie e tradizioni.

L’intera famiglia però si trova costretta a fuggire da tutto ciò che conosce e ama per farsi guidare dal destino fino in Francia.
Il locale perfetto per riaprire la propria attività è esattamente di fronte ad un elegante ristorante stellato.
La scusa perfetta per dare vita all’interazione, non sempre facile, fra due mondi completamente diversi
Riusciranno gli ingredienti raffinati di un ristorante stellato a mischiarsi con le più saporite spezie indiane?

Viaggi tra anima e mondo

Mangia in Italia, prega in India e ama in Indonesia.
Impara queste cose e vivile ovunque. Ecco il vero insegnamento di Mangia prega ama (lo trovate su Sky), aldilà degli stereotipi che, si, ci sono.
Si parla di viaggio nella sua accezione più intima a profonda.
Elizabeth Gilbert (Julia Roberts) inizia a dimenticare le sovrastrutture della sua vita per concentrarsi su quello che conta davvero.
Solo quando avrà raggiunto se stessa e imparato a curare la sua anima riuscirà ad arrivare ovunque imparando a sorridere e amare di nuovo.
Un pellegrinaggio fra pensieri sempre più liberi (i nostri e quelli della protagonista) attraverso paesaggi dipinti da una luce calda e morbida.

Quando la cucina può salvare

C’è chi cucina per svago, chi per passione, chi per vocazione e chi lo fa anche per affrontare demoni, come una sfida più personale che professionale. Bradley Cooper, ne Il sapore del successo (anche questo su Sky) di John Wells, appartiene all’ultima categoria e indossa il grembiule di uno chef inglese ambizioso che punta tutto sui fornelli per correggere gli errori e gli eccessi del passato, per costruire, ricostruire… e ricostruirsi.

Lo vediamo spadellare e impiattare come Gordon Ramsey, stare sveglio tutta notte per sperimentare nuove salse, sbraitare contro la brigata se qualcosa va storto, lottare con unghie, denti e coltelli per ottenere la terza stella Michelin e placare così i suoi tormenti.
Se poi ci riesce anche grazie all’amore che scioglie le paure come burro fuso, questo è il punto di vista femminile che sparge romanticismo sulle ricette…

Due donne e un unico amore

Riecco sullo schermo Meryl Streep, Stanley Tucci (dopo il rodaggio in Il diavolo veste Prada) e una incasinatissima Amy Adams in Julie & Julia (potete gustarvelo su Netflix).
Julia Child ha inseguito il suo sogno negli anni 50 scrivendo un libro di ricette che ha rivoluzionato la storia della cucina francese.
A separare Julie Powell da lei ci sono 52 anni, l’Oceano Atlantico e le sue 524 ricette da replicare in 365 giorni (documentando tutto in un blog).
Tiferemo per Julia e verremo contagiati dal suo entusiasmo e dal suo perenne ottimismo. Stringeremo i denti insieme a Julie anche durante i suoi meltdown, gli attimi di disperazione in cui sembra che tutto la trascini verso il fondo di un pentolone bollente.
Sarà la sua ossessione per Madame Child, la cucina o forse portare a termine un obiettivo che la farà sentire viva?

P.S. La cosa più meravigliosa è la cucina parigina di Julia, un vero sogno fatto di pentole di rame, mestoli di legno e il suo bellissimo mortaio di marmo.

Beviamoci – e riflettiamoci – su

I veri amanti del food sanno quanto conti abbinare ad ogni piatto il
vino appropriato. Se nella realtà dobbiamo stare attenti a non alzare troppo il gomito, durante la quarantena, senza dover guidare, possiamo concederci qualche bicchiere in più… anche attraverso la televisione o il computer.

Preparate la valigia, per un viaggio che potrebbe essere senza ritorno: con Un’ottima annata (Netflix), c’è la seria possibilità di non voler andare più via dalla Provenza!
Che Russell Crowe e Marion Cotillard siano i protagonisti del film di Ridley Scott non ci piove, ma è anche questa zona della Francia che cattura molte scene e inquadrature, tra campagna e paesini incantevoli dove correremmo subito a fare passeggiate e aperitivi.
Più che la trama in sè – l’uomo metropolitano arido che riscopre sentimenti e umanità, a contatto della natura e della donna giusta – qui è la luce, a colpire: che sia quella della mattina che cade sulle vigne e nel portico della casa, o quella del tramonto e della sera, sembra di brindare con lei!

E se qualcuno meditasse, dopo questo stop che ci invita a riconsiderare tutte le priorità, di mollare ufficio e certezze per spremere acini o servire sidro in un bistrot delizioso di provincia, noi probabilmente lo seguiremmo a ruota!

Chi invece vuol spingersi ben oltre la Francia, con Sideways (disponibile su Sky) può accompagnare Paul Giamatti fino alla California Centrale, facendo un viaggio più impegnativo, tra strade non solo del vino ma anche esistenziali. Il film di Alexander Payne, che ha messo d’accordo pubblico dei festival e critica, è una commedia che usa l’ironia per parlare di un tema che tocca tutti, prima o poi: restare degli etern giovani, con l’età che avanza, o prendere il meglio dai cambiamenti e dal tempo che (s)corre?
Tifiamo per i film leggeri ma non superficiali, che offrono spunti di riflessione, soprattutto in questo periodo.

Ecco perchè ve lo consigliamo, mentre stappate un rosso corposo, sorseggiato con mandorle tostate e questa citazione:
Il vino è vivo, come ognuno di noi. Nasce, cresce e raggiunge la maturità. In quel momento, ha un gusto fantastico.

Documentari, cibo anche per la mente

Con i piedi per terra è un documentario indipendente (che potete vedere qui su Youtube) che racconta la storia di coloro che, nelle campagne italiane, hanno deciso di coltivare il territorio, onorandolo.
Una serie di interviste e testimonianze di contadini, ricercatori, medici e professori universitari che rivelano come vivere in modo sostenibile, allontanandosi dalle logiche contraddittorie dell’agro- industria, svelando come, nel nostro Bel Paese, sia possibile vivere di ciò che la terra ci dà,
amandola e RISPETTANDOLA.
Musiche originali e riprese dinamiche, per 50 minuti di rappresentazioni del nuovo mondo rurale italiano.

Ma quanti litri d’acqua sono necessari per la produzione di una bistecca? A quante docce equivale l’acqua utilizzata per far arrivare un hamburger nel nostro piatto? Da dove arrivano i mangimi per nutrire gli animali che finiscono sulla nostra tavola? Cowspiracy è un documentario che spiega
l’impatto dell’industria animale sul pianeta e che ci guida verso scelte alimentari più consapevoli, ma non solo.

Cowspiracy punta il dito contro gli allevamenti intensivi, ma anche contro le associazioni ambientaliste. Spiega come mai nessuno abbia mai denunciato pubblicamente “l’industria più distruttiva del pianeta”.
Dal 2015, anno di pubblicazione di Cowspiracy, le cose sono cambiate. Greenpeace ha risposto pubblicamente alle accuse provocatorie dei due registi Kip Andersen e Keegan Kuhn, e c’è una maggiore consapevolezza alimentare a livello globale. Un documentario da “prendere con le pinze”, ma che rappresenta un ottimo punto di partenza per iniziare a sentirsi meno in colpa nei confronti dell’ecosistema.
(Se siete abbonati a Netflix questo è il link.)

Grandi classici dal sacro…
al profano

Imperdibile. Il pranzo di Babette riempie il cuore e soddisfa il palato. Una parabola per gli spettatori con il cibo a fare da Messia e i commensali i suoi discepoli, che spesso si mostrano scettici, proprio come San Tommaso.
La pellicola, non a caso, è una delle preferite di Papa Francesco.
Il susseguirsi delle portate guida gli spettatori verso un percorso spirituale.
In una piccola comunità danese rigorosamente religiosa, isolata dal mondo, odio e rancore sono gli ingredienti di ogni rapporto sociale. L’arrivo di una cuoca francese stravolgerà l’intero ambiente.
La sua generosità la porterà a condividere con tutti i cittadini prelibatezze mai viste che riescono a stravolgere anche gli spiriti più scettici.

La grande abbuffata è sicuramente un cult movie da vedere prima o poi, e quale momento migliore di queste lunghe giornate
Quattro uomini (e che uomini) decidono di morire di cibo e di sesso. Stile grottesco, ironia amara, dialoghi teatrali, analisi psicologica delirante. Una storia ai limiti del dramma e della goliardia, un climax tra il reale e il ridicolo che sembra non voler dire niente, ma in fondo dice tutto.


Images © 2020 Francesca Palmieri, Chiara Ardenghi, foto ufficiali dei film