La comodità dell’hic et nunc virtuale – l’on demand – ci ha resi tutti un po’ più inclini al divano, meno al sedile numerato, sereni di non trovarci davanti il classico spilungone-capellone e di pilotare con un rapido click la visione. Già, “la crisi, la televisione, le cassette…”, diceva Alfredo in Nuovo Cinema Paradiso, e direte voi, cari nostalgici! Ma i vecchi cinematografi esistono ancora e ne parliamo qui.
Cine Detour Roma
Via Urbana 107 | Roma
Tel +39 064871579
ma | 17-18
gio | 17-20
ve-do | 19.30-23.30
sito | Instagram
La Suburra da vedere
Cine Detour è esattamente il posto che scopri per caso durante le passeggiate di tanti sabati distratti, il posto in cui torni con piacere in una domenica pomeriggio. Rieccoci a Rione Monti (già letto l’articolo di Cecilia su Mercato Monti? Che aspettate?), dove storia ricercatezza ed estro si danno appuntamento all’angolo dell’ultimo bistrot, dove la rude Suburra si specchia nelle vetrine di boutique vagamente bobo e la notte si spegne tardi sulle scalette di una fontana.

Il sogno onnivoro
L’avventura di Cine Detour inizia nel ’96 dal sehnsucht romantico di un pugno di giovani cinefili, da una mancanza culturale percepita e convertita nel bisogno di fare e dare qualcosa alla città. Già assidui frequentatori degli storici cineclub di Roma, quei bravi ragazzi cresciuti con una dieta onnivora e affamati di pluralità culturale, trovano al 107 di Via Urbana la nicchia perfetta per il loro sogno indipendente e popolare.
Detour, appuntamenti di nicchia
Due piccole vetrine tappezzate di locandine sono l’affaccio discreto del Detour sulla via, quasi un voler mettere alla prova l’occhio dei passanti. Lo spazio subito dietro l’ingresso, invece, un piccolo diaframma tra il Rione e la sala, in cui poco prima della proiezione si compone una fila felicemente internazionale.
Se siete mosche bianche e amate la serenità dell’arrivare in anticipo o semplicemente avete amici ritardatari, il salotto-bar è l’ambiente perfetto per scambiare qualche chiacchiera di riscaldamento tra cinefili: comodi divanetti e poltroncine, amabilmente spaiati e di provenienze diverse, tavolini e sgabelli per sgranocchiare qualcosa, in fondo un bancone vagamente 80s dietro il quale i ragazzi del Detour spillano birre e riflessioni con uguale passione.

Non ho dubbi che questo fervido ex machina vi abbia già fatti dimenticare i cappotti in un angolo, ma il vero incanto è nel retroscena. Entrare nella sala proiezione è un tuffo nel passato anche per chi quel passato lo ha nostalgicamente fatto proprio dalle vecchie scene di un film o dai ricordi dei propri genitori. Comodi sedili in velluto rosso e un divano in pole position invitano a prendere posto in fretta, d’altra parte lo scricchiolio della pedana in legno tana i cinefili dell’ultimo minuto e scoraggia le evoluzioni dei più arditi. Un “come una volta” che si spalma generosamente su ogni particolare, qui al Detour!
Detour, ricerca oltre confine
Vivere il Detour da assidui frequentatori o “militare sul campo”, come ama dire Cristina, presidente dell’associazione al secondo incarico, significa partecipare da vicino ad una continua ricerca: culturale, esplorando attraverso l’offerta cinematografica le tematiche più attuali e quelle mai desuete; umana, nel continuo incontro che ha più volte rimaneggiato ed ampliato quel pugno iniziale di giovani cinefili; sociale, nel regalare senza alcun profitto occasioni di evasione e scambio.
Un esempio? L’On the road film festival, rassegna internazionale di cinema indipendente sul tema del viaggio e della frontiera, giunge quest’anno alla sua settima edizione e – non senza le fatiche di Ercole di una produzione completamente autonoma – regalerà, come ogni anno nel mese di Febbraio, suggestioni su geografie terrene e spirituali.
Non solo film… Form-Azione!
Spettatori o attori? Al Detour puoi prendere parte a modo tuo: laboratori di educazione all’audiovisivo e al film-making per bambini e ragazzi, o gli storici corsi di fotografia sono l’occasione per passare all’azione e seguire da vicino professionisti del Cinema e delle arti visive. Nel foyer-bar l’arte si mescola, poi, al sapore di un buon vino biologico attraverso le intrusioni visive di autori della scena artistica contemporanea che compongono la Zona Arte Detour (ZAD!). Impossibile rimanere indifferenti!
Il weekend non è mai così lontano e io già penso a lasciare cappotto e settimana in un angolo e a prendere posto. Voi?
All images © 2020 Marco Ferrarelli