Dapper, lo Specialty Coffee incontra lo stile nordico

Gloria Matteucci Pubblicato il 26 Febbraio 2025
dapper coffee torino

Siamo passati da Dapper Coffee, la nuova caffetteria che propone specialty coffee in città, per scoprire se riuscirà a convertire i torinesi al caffè di qualità superiore. (Spoiler: noi ne siamo già ossessionati)

3 motivi per andare da Dapper: 

  1. Per un espresso fatto come si deve
  2. Bere un caffè filtro mentre si chiacchiera con un amic*, magari accompagnato da un dolcetto 
  3. Scoprire la loro selezione di caffè sperimentandolo in diversi metodi di estrazione

“Sei più da espresso o da caffè filtro?” 

Così ti accoglie Andrea, uno dei fondatori, quando entri la prima volta da Dapper. È il suo modo per rompere il ghiaccio e far avvicinare le persone al mondo del caffè senza intimidirle

Non so bene spiegarmi perché, ma ci sono due argomenti in ambito food che si contendono il primato di argomento che soffre più pregiudizi: uno di questi è il vino naturale, e il secondo è senza alcun dubbio lo specialty coffee. Gli appassionati di cibo impazziscono, ma le altre persone sembrano proprio non volerne sentire parlare.

La spiegazione che mi do è che alle persone non piaccia complicare argomenti su cui non si sono mai poste domande. Ma le domande serve farle e farsele. 
“In che senso? Esiste un bar che offre caffè che non sia espresso?” Generalmente questo è il pensiero che passa nella mente di molte persone. 

Se questa o altre domande simili sul caffè vi sono mai passate per il cervello, Dapper è certamente il posto giusto in cui fare chiarezza.  È una caffetteria con una bella identità. L’impronta è assolutamente nordica, ma le ispirazioni arrivano da tutto il mondo. Una realtà come ce ne sono davvero poche altre a Torino, almeno per il momento. A dirla tutta non sembra nemmeno di essere in Italia. 

Eravamo 3 amici al bar

Come tutte le storie più belle, Dapper nasce da un rapporto prima personale e poi lavorativo. 3 amici, Andrea, Giada e Andrea, che condividono la stessa passione per il caffè. Viaggiano il mondo, scoprono mille realtà, fanno tante esperienze e poi tornano a casa. Si rendono conto che qui tutta questa consapevolezza sul caffè non c’è ancora, ma qualcosa si sta muovendo. Le persone stanno gradualmente cercando di fare scelte migliori, e alcune piccole realtà artigianali sono nate in città. 
Conoscono in primis Santa Romero Coffee (non ve ne abbiamo ancora parlato ma arriverà anche questo articolo, promesso) e con loro capiscono di star parlando la stessa lingua. 

Caffè coltivato eticamente, da filiera corta, lavorato nel rispetto dell’ambiente e poi tostato correttamente per offrire un prodotto finale, oltre che un’esperienza, superiore. Capiscono che questa è la strada giusta e che le persone potrebbero essere pronte. Si lanciano così in questa avventura. 
L’obiettivo di Dapper è educare, senza annoiare. Qui puoi prendere un caffè al volo e poi andare via, ma se vorrai restare, goderti il caffè più lentamente e fare due chiacchiere, sarai sempre ben accetto. 
Anche il design è studiato per farti sentire comodo, come a farti capire che puoi restare quanto a lungo vuoi. 

Due elementi lo rendono unico: il primo è il bancone, alto esattamente 93 cm. Non è un numero scelto a caso, ma l’altezza perfetta per rendere comoda la preparazione del caffè senza bisogno di rialzi dal lato di chi lo prepara. Contemporaneamente, sembra un dettaglio banale, ma posizionare chi serve alla stessa altezza di chi ordina predispone meglio al dialogo. Non avevo mai fatto caso a questo elemento e adesso vorrei che tutti i bar avessero la stessa accortezza. 

Il secondo dettaglio è la gradinata che hanno scelto di posizionare al posto dei classici tavolini (Non temete, i tavolini ci sono lo stesso). Non mi era mai capitato di vederne una all’interno di un locale prima, ma è una cosa davvero cool e comoda. 
L’idea è, ancora una volta, creare un ambiente che predisponga al dialogo e faccia sentire a proprio agio, un po’ come sedersi in una piazzetta a chiacchierare, ma al chiuso e con un buon caffè in mano. 

Il protagonista: il caffè

Tutte queste premesse sul caffè e poi non ne ho ancora parlato, lo so. 

La verità è che è tutto da scoprire. La bellezza di Dapper è che ci sono mille cose da imparare, e tanti prodotti diversi da provare, anche a seconda del proprio mood e del momento della giornata.

Tornando alla domanda di partenza, esistono due maxi categorie: l’espresso e i “caffè lunghi” (ragazzi quando leggerete questo articolo siate clementi, sono sicura che saprete spiegare meglio quando verranno a trovarvi). 

L’espresso, anche se non ha bisogno di grandi presentazioni, riceve comunque la dovuta attenzione. Il blend per l’espresso viene preparato da loro e l’esecuzione è impeccabile. Addio caffè bruciato!

Il caffè filtro, uno dei loro cavalli di battaglia, che si sta anche facendo (finalmente) strada nel cuore degli italiani, spesso confuso con l’americano (che è un espresso con aggiunta di acqua calda), necessita di un filtro di carta dentro al quale viene inserito il caffè macinato al momento (ovviamente viene utilizzato caffè tostato e macinato appositamente per questo tipo di estrazione), gli viene versata sopra l’acqua calda lentamente in modo circolare. Questa prima fase dell’estrazione viene chiamata “blooming”, l’acqua calda entra in contatto con il caffè ed evapora parte della CO2 intrappolata nei chicchi. In questo momento, che sembra una vera e propria “fioritura” vengono sprigionati i primi aromi e profumi (provate a metterci il naso sopra e capirete!). Si procede poi con la restante acqua e il risultato sarà un caffè lungo e super aromatico che, filtrando lentamente, ha il tempo di estrarre tutti i sentori che tanto ci piacciono. 

Da non confondere con il Batch Brew, mi raccomando. Ovviamente c’è anche lui da Dapper, ma è leggermente diverso in quanto utilizza una macchina apposita che scalda l’acqua e la dispensa sopra il caffè. È il classico caffè che vediamo servito nei film americani, e proprio come negli USA, con un sovrapprezzo c’è la possibilità di avere refill, per quelle giornate particolarmente difficili.
Per questa tipologia di caffè hanno collaborato con dei loro amici di Piso Rojo che in Spagna tostano e lavorano caffè colombiano. 

Oltre a questi metodi, per chi fosse particolarmente interessato o curioso, potete sbizzarrirvi anche con altri metodi di estrazione come il V60 o l’Aeropress. L’idea è di adattare l’offerta alla richiesta, così gradualmente verranno integrati i metodi che le persone maggiormente richiedono. 

La selezione di caffè cambia periodicamente, per dare modo ai clienti di sperimentare tipologie diverse. 
Per l’espresso hanno optato per una miscela creata da loro, mentre per le altre estrazioni è possibile scegliere tra i diversi monorigine. Ciò che più ho apprezzato è stato l’equilibrio nella quantità di informazioni che hanno scelto di condividere. Se da un lato è importante trasmettere la trasparenza e la passione, dall’altro è importante capire quando fermarsi per non travolgere i clienti di informazioni. 

Per quanto riguarda la proposta food, hanno scelto di proporre qualcosa che andasse a complementare il caffè senza eclissarlo. L’influenza internazionale si sente anche qui, infatti troviamo dolci viralissimi come i super trendy cinnamon roll, cheesecakes e brownies, mentre per il salato troverete focacce, torte salate e croissant salati. 

In conclusione Dapper Coffee si è dimostrato il perfetto punto di incontro tra curiosi che vogliono addentrarsi nel mondo del caffè, e gli appassionati che già si destreggiano bene e sono alla ricerca di un altro punto di riferimento dove prendere un caffè fuori casa che rispetti le loro richieste.
Io mi inserisco volentieri tra i curiosi e vi dico che non vedo l’ora di tornare, magari per chiacchierare con le amiche sorseggiando un buon caffè. 

Dapper rientra senz’altro nella nostra lista dei locali in cui bere specialty coffee a Torino!

Tutte le immagini sono di © Alessandro Pistis 2025

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