Chi di voi non conosce il Kowalski, il bellissimo e rossissimo locale in Via dei Giustiniani famoso per la sua cucina e per le sue vodke? Io l’ho frequentato diverse volte, e quando ho scoperto che stava per “raddoppiare” aprendo una birreria in Salita Pollaiuoli ho immediatamente pensato: “devo scriverci un articolo”.
Così, ho organizzato le mie solite #dueciance e mi sono recato nel locale, situato all’interno dello stesso edificio che un tempo ospitava il meraviglioso ristorante “Il Balcone”.
Piccola Birreria Kowalski
Salita Pollaiuoli 22R
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Inaugurazione dal 6 al 10 ottobre 2021
Per partecipare è necessaria la prenotazione al +39010255206

Mi accoglie una squadra di persone in fibrillazione, gasatissime e prontissime per l’imminente inaugurazione. Fra un lavoro di arredo e l’altro, sono riuscito a fermare Jonny, uno dei collaboratori del locale, nonché “oste” della Piccola Birreria, e gli ho fatto qualche domanda per saperne di più.


Ho scoperto tantissime cose, compreso il fatto che ho sempre avuto un’esperienza totalmente marginale del progetto Kowalski. Perché? Leggete qui sotto e lo scoprirete! 😉
Intervista a Jonny, “oste” del Kowalski
D: Ciao Jonny! Raccontami com’è iniziata l’avventura Kowalski.
J: Il “vecchio” Kowalski è un’esperienza in continua evoluzione. Vede la luce nel 2014 da un progetto precedente chiamato “Il Pasto di Varsavia”, un locale nato con l’idea di diffondere la cucina tipica dell’est Europa (soprattutto polacca), non in forma di fast-food ma come ristorazione di un certo livello. Una sfida sicuramente coraggiosa perché è una cosa nuova, una scommessa ambiziosa. Gli anni passano, il Kowalski ha successo, e il locale diventa un punto di riferimento.
D: Anche per la movida!
J: Sì, è vero, ma non solo. Il Kowalski ha una doppia anima: c’è sì da una parte la cocktaileria e le vodke, ma il cuore resta la cucina. Ci sono tante persone che come te hanno questo tipo di fruizione del locale, ma è un’esperienza marginale: la sfida interessante è affrontare a 360 gradi questa cultura fatta di cucina, di prodotti, di vino.
D: E questo nome, Kowalski, da dove nasce?
J: Uno dei soci, Pier, è appassionato di scrittura e ha deciso di creare questo personaggio fittizio che nasce a Varsavia e muore a Genova a 111 anni. E’ una personalità di fantasia che compare in tutti i menù del Kowalski, aggiornamento dopo aggiornamento. Fondamentalmente è diventata una storia a puntate.
D: Bellissimo! Rispetto al post-lockdown voi siete in controtendenza: tanti chiudono, voi raddoppiate.
J: Io credo fermamente che “crisi” voglia dire “opportunità”. Siamo rimasti compressi con il piano di stringerci per poi allargarci e ora si sono presentate le condizioni giuste per aprire. Dita incrociate!
Io credo fermamente che “crisi” voglia dire “opportunità”!

D: Su Genova ho visto che siete super attivi, fate un sacco di collaborazioni. Ho incontrato un vostro stand anche al festival alle Ortiche, alle serre di San Nicola.
J: Sì, fra i locale e le realtà che lavorano con mentalità giusta, con un servizio e un prodotto di qualità, si è creato un ottimo rapporto e una ottima rete. Con molti siamo davvero amici, usciamo anche insieme girando i vari locali e questo ha permesso la creazione di situazioni come Birralonga e Vinicoli.
D: E la concorrenza fra di voi la sentite?
J: Fra queste realtà c’è una concorrenza molto sana, che porta tutti ad arricchirsi. È una nuova imprenditoria, basata sull’identità specifica di ogni locale. Per carità, siamo comunque dei boomer, però continuiamo ad aggiornarci a 360 gradi con tantissima passione. Sarà una frase fatta ma se in questo lavoro non hai il fuoco dentro non vai avanti. È un lavoro che ti assorbe. Noi teniamo aperto solo per vedere la gente felice.
In questo lavoro non hai il fuoco dentro non vai avanti. È un lavoro che ti assorbe. Noi teniamo aperto solo per vedere la gente felice.


D: Prima di partire con la Piccola Birreria c’è stato un esperimento, il Kowalski Estreet Food. Com’è andata?
J: Sai, inizialmente l’idea era tenere aperti tutti e 3 i locali, ma poi abbiamo pensato fosse più saggio accorpare. Magari se ne riparlerà, per ora è stato uno studio sul menù e su cosa funziona. È stato impegnativo ma il pubblico ha reagito molto bene.
D: Veniamo al dunque, parliamo di questa nuova apertura.
J: Partiamo col botto: facciamo 5 giorni di inaugurazione! Il posto è piccolo e quindi facciamo più serate per accontentare tutti. Non voglio lasciare fuori nessuno!
Il 6 ottobre ci saranno Pietro Casella e Paul Genovese, due comici che faranno un po’ di stand-up comedy fra il pubblico.
Il 7, 8 e 9 ottobre ci saranno 3 dj set con Ma Nu, CapaSoul e Mass Prod, tre grandissimi maestri del vinile.
Il 10 ottobre infine, in collaborazione con l’associazione Pepita Ramone organizzeremo una “art battle” fra le due artiste Naminiel e Viviana Giovannini. Fondamentalmente sarà una gara artistica gestita dai tavoli, durante le quale il pubblico guida la mano delle disegnatrici.
D: Quindi non siete solo un locale, siete un aggregatore di arti!
J: Sì, ci piace riportare l’arte fra la gente, toglierle sacralità e si riportarla al popolare. Arte è comunicazione che nasce da un’esigenza. E noi abbiamo un sacco di cose da dire!
Arte è comunicazione che nasce da un’esigenza. E noi abbiamo un sacco di cose da dire!

Il bellissimo Menù della Piccola Birreria! Copertina e “vinile”! 😉
D: Torniamo al terra terra; qui cosa si mangia cosa si beve?
J: La Piccola Birreria è lo split pub del Kowalski, quindi lo spirito rimane lo stesso. Ci si troverà in un pub che potrebbe essere in Polonia o in Repubblica Ceca, con prodotti da banco come uova marinate, salumi e formaggi o piatti più sostanziosi come costine o stinco. Per il bere, beh, principalmente birra Pils (ma anche tutte le altre), servita in formato mas o pinta. Avremo le pinte in ceramica fatte a mano!

Che dire in conclusione? Non vi resta che andare a scoprire la cucina dell’est Europa nella Piccola Birreria Kowalski. E mi raccomando, se passate dite che vi mandiamo noi! 😉
All images © 2021 Paola Sottanis