Voglia di scappare da Milano anche solo per qualche ora? Oggi vi portiamo alla scoperta di due luoghi milanesi in cui vi sembrerà di essere altrove: Via Lincoln, la nostra Notting Hill, e la Casa 770, dallo stile nordico olandese. Entrambe si trovano in zona Risorgimento, un tranquillo quartiere residenziale ricco di negozi interessanti (Penelope Interni, Bottega Velasca, Modes Milano) e ottimi ristoranti (Giacomo Rosticceria, Mezè, Crosta).
Via Abramo Lincoln | Milano
Casa 770 | Via Carlo Poerio 35 | Milano
Il Villaggio Giardino di Milano
La prima tappa di questo breve itinerario si trova in Via Lincoln, non lontano da Piazza Cinque Giornate: una viuzza stretta, costeggiata su entrambi i lati da graziose villette colorate, ognuna con il proprio giardino (uno scenario rarissimo a Milano, soprattutto in pieno centro). La storia di questo quartiere inizia nel 1889, quando la Società Edificatrice Abitazioni Operaie decise di realizzare un “villaggio giardino” su modello di quelli anglosassoni, dove gli operai potessero vivere con canoni di affitto democratici. Pochi anni prima su quest’area scarsamente urbanizzata esisteva la stazione di Porta Tosa, dismessa a seguito della realizzazione della Stazione Centrale (non quella che conosciamo oggi, ma la precedente di Piazza Repubblica).
Le circa quaranta abitazioni che oggi costituiscono il “villaggio” sono solo una parte del progetto elaborato dagli ingegneri Ceruti, Mazzocchi e Poggi, che prevedevano di costituire su tutta l’area di Porta Vittoria una sorta di “città operaia” per 3500 abitanti. La mancanza di fondi e l’arrivo delle due guerre fermarono questo ambizioso progetto, e oggi Via Lincoln è tutto quello che ne resta. Nel 1892 gli esiti del cantiere erano così illustrati: «Vari sono i gruppi dei fabbricati. In ogni gruppo le casette sono unite da un tetto comune, e distinte da diverso colore. Sono tutte a due piani, cioè piano terreno e primo piano; ciascuna casetta ha la sua cantina ed un solaio, la latrina o cesso, la scala interna e orticello di pochi metri quadrati».
Oggi la via ha mantenuto il suo aspetto originario, romantico e colorato, che ci ricorda un po’ Notting Hill, un po’ Burano. Nel frattempo, la Società Edificatrice (che esiste ancora) ha venduto le villette a privati e ora i prezzi di mercato sono tutt’altro che popolari.
La Casa del Rabbino
Lasciandosi Via Lincoln alle spalle e andando verso Porta Venezia ci si imbatte nella cosiddetta Casa 770, un edificio di tre piani in mattoni rossi in stile gotico fiammingo, che spicca tra le palazzine in stile liberty tipiche del quartiere. Spesso viene chiamata la “casa olandese” ma la sua storia parte da molto più lontano, e precisamente da un’altra abitazione che si trova al civico 770 di Eastern Parkway, nel distretto di Brooklyn, New York.
L’originale Casa 770 newyorkese risale al 1930. Fu progettata dall’architetto Edwin Kline come casa e clinica per un medico, che finì presto in carcere per aver praticato aborti clandestini. Nel 1940 il rabbino Yoseph Yitzchak Schneer, fuggito in America dalla Bielorussia a causa delle persecuzioni naziste, scelse questa casa, forse proprio grazie al suo stile tradizionale europeo. Col tempo la casa-sinagoga del rabbino divenne un punto di riferimento e un simbolo per la comunità̀ ebraica ortodossa, tanto che negli anni si decise di costruire altre case 770 in altre città del mondo, riconoscibili proprio grazie al loro aspetto quasi del tutto simile all’originale. Negli anni Sessanta, in Via Poerio 35 a Milano, esisteva un edificio fatiscente appartenente a una famiglia ebraica. Il rabbino Gershon Mendel Garelik decise così di costruire proprio qui la copia italiana della Casa 770, ad oggi l’unica nell’Europa occidentale. A causa dello spazio ristretto la facciata appare un po’ schiacciata rispetto all’originale, ma i tetti appuntiti, i mattoni rossi e le finestre decorate la rendono riconoscibilissima.
Oggi la Casa 770 ospita una biblioteca e un centro studi. Qui spesso si tengono eventi sulla cultura ebraica, sulla musica tradizionale e sulla cucina kosher.
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