Le stazioni rispondono perfettamente alla definizione dei non luoghi data dall’antropologo Marc Augè, quegli spazi cioè che si attraversano e non si vivono, dove la gente transita, ma non si incontra. E la Stazione Centrale di Milano, nonostante la sua bellezza e monumentalità, purtroppo non è da meno. Viene visitata passivamente ogni giorno da più di trecentomila passeggeri, tra turisti, pendolari e milanesi, spesso di corsa e concentrati solo sul tabellone delle partenze. Oggi, vi vorrei raccontare qualcosa di più su questo luogo, e la prossima volta che siete di passaggio vi consiglio di visitarlo, non come stazione, ma come esempio di splendida architettura milanese.
Stazione Centrale di Milano
Piazza Duca d’Aosta | Milano
MM2 MM3 Centrale
Memoriale della Shoah
Do – Gio | 10:00 – 15:00
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Mercato Centrale
Lu – Do | 07:00 – 00:00
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Una nuova Centrale per Milano
Verso la fine del XIX Secolo ci si rese conto che la vecchia Stazione Centrale di Milano, ubicata nell’attuale Piazza Repubblica, non era più sufficiente a gestire il crescente numero di passeggeri in transito nel capoluogo lombardo. Si decise quindi di costruirne una più grande poco più a nord, nell’area dell’ex Trotter, il primo campo sportivo utilizzato per le partite del Milan.
Il progetto originale dell’architetto Ulisse Stacchini risale al 1912, ma l’opera subì numerosi arresti dovuti alla prima guerra mondiale e alla successiva crisi economica. Nel 1925 il governo fascista inserì la stazione nel suo progetto di propaganda e impose di riprendere i lavori speditamente, per dare un segnale di ripresa economica. Anche il progetto dello Stacchini, molto più semplice in origine, venne arricchito di nuove statue e decorazioni, tipiche dell’estetica di regime. La stazione venne inaugurata il 1 luglio 1931.
Un’Architettura eclettica e monumentale
La monumentalità propria dell’architettura fascista è sicuramente l’aspetto che ancora oggi colpisce di più, ma in realtà la stazione presenta una miscela di stili architettonici e decorativi diversi, dal tardo-liberty al tardo-eclettismo assiro-babilonese tipico di Stacchini.
La facciata presenta numerose decorazioni scultoree tra cui spiccano due enormi cavalli alati che rappresentano il “Progresso, guidato dalla volontà e dalla intelligenza”. Subito dietro la facciata si trova la Galleria delle Carrozze, decorata con quattro bassorilievi raffiguranti Lavoro, Commercio, Scienza e Agricoltura, sovrastati dai nomi di quattro grandi scienziati italiani (Pacinotti, Volta, Marconi e Ferraris) e di quattro padri delle ferrovie (Fulton, Stephenson, Edison e Papin).
Immenso è anche il Salone della Biglietteria (che oggi ha perso questa funzione), dove le decorazioni hanno uno stile eclettico che spazia dalle lampade decò in stile giapponese ai bassorilievi di storia romana, passando purtroppo per i fasci littori ancora oggi presenti. Le due pareti laterali riportano bassorilievi raffiguranti lo zodiaco e due curiosi orologi digitali da polso fuoriscala.
Alcune scalinate conducono alla Galleria di testa, dove spiccano i bellissimi mosaici raffiguranti Milano e Firenze, Roma e Torino. L’enorme tettoia centrale, composta da cinque volte in ferro e vetro, è stata ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale basandosi sul progetto originale dell’Ing. Alberto Fava.
I Memoriali della Centrale
I binari procedono parallelamente verso nord per oltre un chilometro, sopra un terrapieno. Sotto di essi si trovano più di cento spazi coperti da volte a botte, i cosiddetti magazzini raccordati, luoghi di stoccaggio accessibili anche tramite binario, oggi perlopiù dismessi e oggetto di futura riqualificazione.
Di questo sistema faceva parte anche il Binario 21, tristemente noto per la funzione che svolse dal 1943 al 1945: da qui partirono i convogli merci contenenti centinaia di ebrei, partigiani e deportati politici diretti ai campi di concentramento e sterminio. Dal 2013 l’area ospita il Memoriale della Shoah, dedicato al ricordo delle vittime dell’Olocausto in Italia, un luogo di commemorazione, ricerca e confronto.
Dal 2010 la Stazione è intitolata a Francesca Cabrini, missionaria cattolica patrona degli emigranti, attiva negli Stati Uniti all’inizio del Novecento in supporto agli immigrati italiani. Nell’arco di ingresso alla Galleria delle Carrozze è stato installato un memoriale a lei dedicato, un tetraedro luminoso sospeso di circa 7 metri per lato progettato dall’architetto Mario Botta.
Una pausa gourmet
Se dopo il tour architettonico di questo enorme spazio vi venisse fame, niente paura. Ricavato in alcuni spazi dismessi della stazione, da qualche mese ha aperto anche a Milano (dopo le esperienze di Firenze, Roma e Torino) il Mercato Centrale, uno spazio che ospita una trentina di botteghe e ristoranti dove è possibile mangiare sul posto o acquistare deliziosi souvenir enogastronomici.
All images © 2022 Giulia Luppino