Alla scoperta della periferia poetica del Trullo

Giulia Gilio Pubblicato il 12 Febbraio 2021

Sì, lo ammetto, ci ho preso gusto: dopo l’assolata passeggiata tra i palazzi di Big City Life a Tor Marancia, istinto e curiosità mi hanno portato al Trullo, ad esplorare un’altra periferia dove la street art ha lasciato il suo segno e i suoi colori.

Avevo voglia di nuove storie che pulsano sui muri, seguendo le orme di chi si esprime attraverso disegni e parole regalando pubblicamente sprazzi di poesia e creatività: qui siamo a Sud Ovest di Roma, tra Portuense e Magliana, in un quartiere che, con il tempo, ha saputo risanarsi e riscattarsi. E oggi unisce, tra le sue vie, Frida Kahlo e Gabriella Ferri, Samanta Cristoforetti e Greta Thunberg, senza dimenticare Virginia Woolf… è una meraviglia che certe (grandi) donne siano diventate “vicine di casa” e possano idealmente chiacchierare tutte insieme!

Pronti per il nostro tour? Vi anticipo che sarà più emotivo del previsto…

La Street Art del Trullo

Via del Trullo 361-373 | Roma

Il poetico murales in Via Sarzana

Il Trullo, dove si fondono poesia e arte 

Al Trullo la street art è diversa rispetto a tante altre zone della città: l’espressione artistica è fatta propria da ogni abitante, è segno distintivo, è simbolo del quartiere che si percepisce come un tutt’uno tra la vita fortemente popolare e il romanticismo espresso da poeti e artisti. 

Le parole e i colori sono parte integrante di un’anima unica, che dà vita a quella che amo definire una periferia poetica. Ci si rende conto di ciò appena giunti in via del Trullo, circondati da grandi palazzoni gialli, tagliati in reticoli perfetti da numerose finestre verde scuro: si tratta dei simboli dell’edilizia popolare, tipici di molti quartieri periferici della capitale. 

I versi di Gabriele Galloni

Il colpo d’occhio è notevole e lo sguardo viene rapito da due grandi facciate trasformate in vere e proprie tele. La prima è quella dipinta da Jorit, in cui è raffigurato l’attore Andrea Carpenzano nei panni di Christian Ferro: si tratta del protagonista del film “Il Campione”, che casualmente – o forse no! – ho visto poche settimane fa. Lo sguardo del soggetto è così reale che, da qualsiasi angolazione lo si osservi, sembra di essere scrutati da quegli occhi seri e profondi.

La seconda opera è invece un connubio tra parole e colori: Mario D’Amico, padre del movimento che attraverso la poesia e la pittura ha dato inizio alla rigenerazione urbana, viene ritratto da Gomez e incorniciato nei versi di “Ovunque sono” di Poeta der Nulla.

L’unione tra poesia e pittura, figlia del sodalizio tra i “Poeti Anonimi del Trullo” e i “Pittori Anonimi del Trullo (P.A.T.) ci accompagnerà per tutta la nostra passeggiata: non è raro, infatti, fermarsi ad osservare un palazzo decorato dagli street artist, che allo stesso tempo saluta il visitatore con parole rivolte al quartiere, versi di poesie, vere dediche piene di amore da parte di chi al Trullo ci è nato e cresciuto, con orgoglio.

Alcuni versi dei Poeti Anonimi del Trullo

Proseguendo per la stessa strada, su una facciata immersa in un cortile interno, vediamo “Lo specchio dell’anima” di Cerino, in cui un grande occhio è circondato da colori sgargianti e prospettiche geometrie.

“Lo specchio dell’anima” di Cerino

A pochi passi, le voci dei bambini che giocano su scivoli e altalene, lanciando coriandoli, attirano l’attenzione verso la piazzetta che fa angolo con via Campagnatico. Ed eccoci qui, davanti alla romantica e avvolgente opera di Solo: l’artista, cresciuto proprio al Trullo, ha rappresentato Laura, una ragazza che non c’è più e che viene raffigurata sognate tra le stelle. Ad accompagnarla, questo sentito omaggio in versi dei poeti:

Ci sono persone che vengono al mondo
Per dare alla vita un senso profondo
Lasciano a noi qualcosa di grande
Dando risposte a mille domande
Brillano forte e sono coscienti
Di essere solo stelle cadenti
– Poeti der Trullo

“Laura” di Solo

Un vero tuffo emotivo, che ci porta a proseguire tra simpatici gatti dipinti sotto le finestre, portoni incorniciati da motivi floreali e facciate dai toni pastello. Camminando ancora, si arriva alla piazza centrale del quartiere, dove spicca la chiesa di San Raffaele Arcangelo, con la sua quotidianità fatta di partite di calcio, confidenze tra amiche sui muretti e biciclette che passano. A fare da sfondo, però, sono sempre loro: le facciate decorate da immense opere d’arte, presenze complici e silenziose.

Greta Thunberg di Uman

A Via Ventimiglia, incontriamo lo stile liberty di Diamond accompagnato dalla frase “Ci ancoriamo per navigare altrove…” delle PoesiePopCorn. Più avanti, una colorata serie ci porta a stop obbligati per scattare numerose foto: c’è la Greta Thunberg di Uman, il murale dedicato a Samantha Cristoforetti e la grande “Giraffa nera” di Moby Dick, tutte opere che in un modo o nell’altro ci portano a riflettere. E a farci restare lì vari minuti, assorti. 

Il murales di Diamond
Samanta Cristoforetti di Uman

I volti del Trullo: storia e popolarità

I volti dipinti sui palazzi del Trullo sono davvero numerosi, ma quelle che mi hanno colpito di più sono senza dubbio le figure femminili, in particolare tre donne.

Frida Kahlo di Uman, sul palazzo di Via Brugnato, è esaltata dal colore rosa e da sinuose rondini che le volano attorno. Il suo sguardo sembra rivolgere un pensiero sognante in direzione di una delle sue citazioni: “Non far caso a me, io vengo da un altro pianeta. Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini”

Frida Kahlo di Uman

Di fronte a lei, un vero simbolo di romanità autentica: Gabriella Ferri, dagli occhi malinconici e fieri, viene abbracciata dalla sua città di cui vediamo il profilo e celebrata da un “Bella, Gabriella” che campeggia sotto ad una finestra del palazzo.

Gabriella Ferri di Uman

La potenza visiva di Nina

E infine vi parlo di Nina di Flavio Solo, la mia opera preferita, che più mi ha conquistata: basta fissarla anche solo un attimo, per capire il perché.

Dettaglio di “Nina” di Solo

È in Via Massa Marittima e, a guidarci nel cortile, c’è una sorta di porticato dai mille colori che introduce alla visione della facciata dipinta. Qui, in pieno stile pop-art, è raffigurata Nina, una ragazza bellissima quanto triste, che piange versando le sue lacrime su un fazzoletto. Forse un riferimento a “Nina si voi dormite”, romantica canzone romanesca del 1901, o almeno così si pensa. Quello che è certo è che da questo volto, un enorme fumetto dai colori accesi, si viene letteralmente affascinati e travolti. Nina incanta!

“Nina” di Solo

Quanto fa bene passeggiare qui!

Uscendo dal variopinto cortile dove vive Nina, i “Poeti der Trullo” ci danno l’arrivederci, facendo da narratori per la parte finale della camminata: le saracinesche abbassate dei negozi in via Massa Marittima (e non solo) sono colme di parole e di frasi, da assorbire ed annotare. Mi raccomando, bisogna leggerle tutte, prima di andare via. Avvolti da un’atmosfera unica che non si dimentica. 


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