Capita che ci siano cuori che organizzano cose belle (@ottavia parlo di te!). Succede che ti ritrovi sempre in situazioni assurde. Succede che in queste situazioni conosci persone che fanno cose incredibilmente interessanti. E così succede che ti porti a casa non solo ricordi di una bella serata, ma anche la scoperta di nuovi progetti di economia circolare che provano a rendere questo mondo un po’ meglio di quello che ci hanno consegnato (parlo dei boomer certo). Vi racconto di Krill Design, startup milanese che utilizza gli scarti della filiera alimentare per produrre oggetti di design!
Krill Design: vedi come ti rivoluziono lo scarto
Ho conosciuto i ragazzə di Krill Design a Torino da Edit a Make It Tasty, evento sullo spreco alimentare organizzato per mettere in connessione aziende, start-up, università e associazioni del mondo alimentare e dell’economia circolare per creare uno scambio di idee, contatti e proposte. Insieme a molte altre attività hanno attirato la mia attenzione e quella di Filippo con la loro stampante 3D che sembrava fare cose molto interessanti. E infatti stavano stampando in diretta la loro Ohmie, la Orange Lamp, di cui vi racconto tra un attimo!
Krill Design nasce nel 2018 dall’incontro tra Martina Lamperti e Yack H. Di Maio, esperti di stampa 3D e fondatori di un hub di manifattura digitale e Ivan Calimani, già Project Manager di Expo 2015. I tre co-founder di questa start-up hanno una domanda semplice, ma innovativa: è possibile utilizzare gli scarti organici di produzione come materia prima per creare oggetti di design? La risposta la trovano nella realizzazione di biopolimeri naturali e compostabili che possono sostituire le plastiche di origine petrolchimica nella stampa 3D di oggetti di varia forma e dimensione.
Il primo progetto, Light Up Waste, viene realizzato riutilizzando i materiali di vecchi contatori dell’Enel per creare l’icosaedro di Leonardo da Vinci all’interno di una mostra che illustrava le nuove possibilità dell’upcycling.
In Sicily’s (R)evolution, Krill lavora insieme a San Pellegrino sul recupero delle bucce d’arancia utilizzate per produrre la famosa aranciata realizzando una collezione di glacette, vassoi e lampade disegnate da Seletti.
Ma come funziona esattamente il processo? Provo a raccontarvelo e poi vediamo se ho capito bene… Facciamo che partiamo dalla buccia di arancia. La essicchiamo. Poi la polverizziamo. Poi la pressiamo sotto forma di piccoli pellet che vengono poi estrusi a creare una sorta di ‘filo’ utilizzato dalla stampante 3D per realizzare l’oggetto. Tra l’altro fighissimo vedere le stampanti 3D in azione. A questo punto dopo qualche ora potremo avere tra le mani la nostra lampada, o il vassoio, o quello che i pazzi di Krill hanno deciso di stampare!
Ohmie The Orange Lamp
La prima lampada completamente circolare, creata a partire dalle bucce di arance siciliane. Rekrill Orange è un materiale innovativo realizzato dall’unione di bucce d’arancia e una base biopolimerica. Molto robusto è 100% naturale e compostabile, è leggermente profumato come le arance da cui arriva ed è di colorazione mai uguale.
Come dicevo viene stampata ed è quindi un corpo unico, appositamente progettata per utilizzare la minor quantità di materiale possibile. Ed è davvero leggerissima! Ogni Ohmie è composta dalle bucce di 2-3 arance e porta con sé un risparmio di 1kg di CO2.
Co.ffee Era: la sostenibilità a misura di quartiere
Eravamo già in realtà entrati in contatto con i ragazzi di Krill per via di un altro loro progetto: Co.ffee Era, un progetto vincente alla seconda edizione del Bando del Comune di Milano “FabriQ quarto 2019 – Innovazione di quartiere”, con l’obiettivo di valorizzare tre quartieri di Milano: Bovisa, Dergano e Villapizzone, e proporre una soluzione locale alla problematica del riciclo di materiali organici.
La domanda da cui nasceva in questo caso era: “In Italia, ogni giorno, vengono consumati oltre 9 milioni di caffè e ognuno di essi produce tonnellate di scarti. Davvero l’unica soluzione è gettarli insieme a tutti gli altri rifiuti?“
L’idea era quella di recuperare gli scarti del caffè nei bar di questi quartieri e di creare un circolo virtuoso e un percorso “alternativo” alla discarica per lo scarto del caffè. Il protagonista del progetto la collettività di quartiere che attivava processi di sostenibilità a largo respiro. Quindi si parte dal caffè bevuto dagli abitanti del quartiere, di cui i bar recuperano i fondi. Krill Design recupera questi scarti e li trasforma in un materiale 100% biodegradabile utilizzato per produrre oggetti di biodesign disegnati dagli studenti del Politecnico di Milano. Il caffè infine ritornava nei bar sotto forma degli oggetti di design per essere rivenduti.
Questa attività è inserita all’interno della nostra Guida alla Milano Sostenibile realizzata in collaborazione con il Comune di Milano nell’ambito del progetto Food Wave. Scopri tutti gli altri luoghi sostenibili di Milano qui!
All images © 2022 Krill Design
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