Sotto Le Strade di Milano – La M1

Rosa Giulia Luppino Pubblicato il 21 Ottobre 2019
Metro Milano

Per chi vive o lavora a Milano la metropolitana non è solo un mezzo di trasporto, ma è anche uno degli elementi più rappresentativi e iconici della vita in città. Ogni giorno proviamo nei suoi confronti un sentimento di amore e odio, ma quante volte vi siete soffermati ad osservare la metropolitana e le sue stazioni, per noi così comuni e anonime? Oggi per una volta vorrei parlarvi di quello che c’è sotto Le Strade di Milano, cominciando dalla prima linea di metrò milanese, la linea Rossa.

Metropolitana di Milano ATM

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Lun – Dom | 05:30 – 00:30

Prezzo | 2€ con validità 90′

Metro Milano
Milano Metro

La nascita della metro e il Metodo Milano

Milano è considerata in Italia la città della modernità e del dinamismo per eccellenza, e la metropolitana incarna perfettamente queste caratteristiche. La sua rete è oggi la più estesa della nazione per chilometri e numero di passeggeri, nonostante abbia una storia relativamente recente. Il Comune infatti decise di costruire la prima linea metropolitana, la M1, o più comunemente la Rossa, solo a metà degli anni Cinquanta,  sulla spinta della ripresa economica.

Il cantiere ebbe inizio in Viale Monte Rosa il 4 maggio del 1957 e con esso la storia della metropolitana milanese. La costruzione di questo tratto è avvenuta tramite un particolare tipo di scavo a cielo aperto, un sistema così innovativo da essere poi utilizzato in altre parti del mondo con il nome di Metodo Milano.

I lavori terminarono nel 1964 e il primo tratto da Lotto a Sesto Marelli venne inaugurato il 1° novembre dello stesso anno alla stazione di Lotto, registrando a fine giornata quasi duecentomila passeggeri: talmente tanti che le macchinette distributrici terminarono presto i biglietti.

La mano dell’Architetto

La segnaletica e l’allestimento delle stazioni metropolitane furono progettati dallo studio Franco Albini e Franca Helg, in collaborazione con Antonio Piva e Bob Noorda per la grafica. Il progetto è considerato ancora oggi una delle opere di comunicazione visiva più note a livello internazionale grazie alla sua semplicità ed efficienza, divenendo da subito un modello di riferimento per molte altre metropolitane.

E’ solo nel 1961 che la società Metropolitana Milanese affida allo studio Albini il compito di allestire le stazioni della Rossa, già progettate e in parte costruite a rustico dal proprio team di ingegneri. L’Architetto quindi, non potendo modificare o ridimensionare gli spazi, decise di concentrarsi soprattutto sullo studio dei materiali, sulla funzionalità, e su un’idea di progetto facilmente standardizzabile e replicabile in tutte le stazioni, affidando a pochi elementi ripetuti il compito di rappresentare l’immagine della metropolitana.

Per i pavimenti venne usato per la prima volta il Linoleum, prodotto appositamente dalla Pirelli con il classico disegno a bolli che poi verrà utilizzato in tutto mondo come standard per questo tipo di materiale. Per i rivestimenti verticali furono scelte delle lastre in Silipol (cemento misto a grani di marmo, porfido e granito), sorrette da un’intelaiatura in ferro verniciato in marrone scuro. L’uso di queste lastre permise la creazione di un intercapedine di circa 10 cm, necessaria per alloggiare tutti i cavi per gli impianti di illuminazione, idrici e antincendio. Il colore scelto per questa linea, il rosso dello stemma della città di Milano, lo troviamo nei treni e negli elementi della segnaletica, raccolti nelle banchine lungo una fascia orizzontale integrata al telaio dei pannelli. Sempre rosso è l’elemento più caratteristico del progetto, l’elegante corrimano tubolare che “lega” ogni stazione lungo tutte le sue pareti, dalle scale d’ingresso alla banchina.

Metro Milano

Un’icona del design milanese

Per la segnaletica Albini scelse di collaborare con il grafico olandese Bob Noorda per creare un’immagine coordinata e un vero e proprio progetto grafico fatto di funzionalità ed estetica. Noorda propose per la prima volta di ripetere il nome della stazione ogni cinque metri lungo le banchine, per facilitarne la lettura a chi si trova sul vagone. Anche il font, oggi chiamato appunto Noorda, è stato creato appositamente per avere la massima leggibilità, così come tutto il sistema di icone utilizzato ancora oggi. Semplicità, chiarezza del linguaggio grafico, ripetizione: se si pensa alle prime linee metropolitane come quelle di Londra e Parigi in cui ogni stazione era diversa dall’altra si può capire la portata innovativa del progetto, tanto che in seguito Noorda venne chiamato anche per effettuare il “restyling” della segnaletica nella metropolitana di New York.

Qt8 Milano

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