Un caffè tra le statue al Bar Canova Tadolini a Roma

Monica Pianosi Pubblicato il 24 Marzo 2023

“Il disordine è la gioia della fantasia” 

Ho letto questa frase mentre cercavo informazioni sul Bar Canova Dadolini per prepararmi a dove mi avrebbe portato a fare colazione la nostra Arianna cacio e pepe. E a me il disordine e il caos sono termini molto cari. Perchè la nostra è una società che glorifica l’ordine e l’organizzazione maniacale, senza lasciare spazio a quel caos che spesso è la scintilla per far iniziare l’inaspettato. Non dico che l’organizzazione non serva, non dico che uno spazio ordinato non mi dia pace e non ripulisca la mia mente. Ma dico che siamo spaventati dal disordine e cerchiamo di essere meticolosi perchè abbiamo bisogno di controllare ogni cosa, anche lo spazio intorno a noi. E che forse dovremmo lasciarci più guidare da quello che amiamo fare e vedere piuttosto che dalla ricerca di imporre allo spazio e alle cose materiali le nostre regole. 

Finita questa intro mega-riflessiva possiamo passare a parlare del Bar Canova Tadolini, il regno di questo caos che è in realtà scintilla di creazione.

Canova Tadolini
Via del Babuino, 150/a | Roma
Lu – Sa | 8 – 23
Do | 10 – 23
Sito | Instagram | Facebook

Un po’ di storia del Museo Atelier Canova – Tadolini

È lo stesso Canova a firmare il contratto di affitto di questo spazio, come garante, per affidarlo al suo allievo Adamo Tadolini; siamo nel 1818. Tadolini è celebre principalmente per l’esecuzione del simulacro di S. Paolo e della Religione, per la basilica di S. Pietro, e di due monumenti equestri al Libertador Simon Bolivar, a Lima e a Caracas. Vero e proprio erede spirituale di Canova, il Tadolini riceve dal maestro il modello originale del gruppo scultoreo Amore e Psiche, con la libertà di eseguirne quante copie desideri. Alla morte di Tadolini i figli continuano a usufruire dei vani e lo trasformano in un laboratorio per creare copie. Sono quattro le generazioni di Tadolini che qui lavorano fino al 1967 quando gli spazi vengono venduti. 

Lo spazio riapre al pubblico nel 2003 dopo oltre 35 anni di chiusura e dopo un attento intervento di recuperoe restauro degli spazi. L’atmosfera originale dello studio d’arte viene mantenuta creando così uno spazio dove i calchi in gesso di differenti  soggetti si affollano senza una precisa disposizione.

Fare colazione tra le statue

Al piano terra le sale ospitano una ricca serie di calchi in gesso di Canova, Thorvaldsen e soprattutto dei Tadolini Adamo, Scipione, Giulio ed Enrico e la stanza con gli attrezzi del mestiere e le vasche in pietra per fare il gesso; salendo le strette e ripide scale in legno si accede ai piani superiori e alla sala dell’Anatomia, nella quale si trovano le esercitazioni anatomiche in gesso degli scultori. Nello studio hanno posato Sovrani, principi, Cardinali, condottieri, scienziati, ed è passata la storia di due secoli, come indicano le targhe commemorative nelle sale con le rispettive iscrizioni: di Pio IX, che porta la data 1869 e che riferisce la lode del pontefice all’opera dell’Arcangelo di Giulio Tadolini (oggi a Boston), Vittorio Emanuele II e Umberto I.

Tra i circa 500 pezzi conservati meritano di essere menzionati, oltre a opere del Canova come la Danzatrice con cembali, il Torso di Paolina Borghese e la Venditrice di amorini, anche il bozzetto di Santa Francesca Cabrini, la cui statua marmorea si trova presso la basilica di S. Pietro, realizzato da Enrico Tadolini e il bozzetto del monumento a Leone XIII di Scipione Tadolini, la cui trasposizione in marmo è esposta in San Giovanni in Laterano.


All images © 2023 Arianna Cristiano

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