Le mie vacanze italiane: Torino-Matera in bicicletta

Monica Pianosi Pubblicato il 9 Settembre 2020

Una vacanza in Italia era il mio desiderio di questa estate, ma non sono una da mare, non ce la faccio a rimanere ferma in un posto e anche i road trip, che tanto mi piacciono, quest’anno mi risultavano poco efficaci. Perché utilizzare tutta quella benzina? Perché non fare qualcosa di diverso? Perché non fare una vacanza attiva? Così ho iniziato a pensare di voler viaggiare in bicicletta, come già avevo fatto in passato, e di voler finalmente vedere quella Matera che ancora non mi era riuscito di vedere. E così facendo avrei anche attraversato tutta l’Italia. In pratica, il viaggio perfetto senza uscire dai confini! Ecco tutte le nostre tappe di un viaggio sognato in quarantena…

Un po’ di motivi e consigli per fare una vacanza in bicicletta…

  • La bicicletta è il mezzo ideale per viaggiare, perché si va alla velocità giusta per godersi il panorama e la vita;
  • É il mezzo giusto per un viaggio a bassissimo impatto!
  • Un po’ di allenamento ci va, ma non spaventatevi troppo. Piuttosto modificate la lunghezza delle tappe in base all’allenamento e ricordate che sui treni regionali vi trasportano tutte le bici che volete 😉
  • Portatevi una bella borraccia per bere spessissimo (ogni 15/20 minuti) e del cibo per gli spuntini che non vi voglio avere sulla coscienza se avete un calo glicemico. Ma anche caschetto e scarpe adatte che la sicurezza è la prima cosa!
  • Il bagaglio deve essere al minimo! Ed è proprio la bellezza di questa vacanza, che tanto dopo 8 ore in bici vi voglio vedere ad avere voglia di vestirvi bene per cena e coordinare scarpe e borsa. Capsule wardrobe che si infili in due borse da bici. Facile no? 😉

Tappa #1 | Pavia

Chilometri | 142
Durata | 7 ore e 56 minuti
Dislivello | -794 metri

Cosa vedere | la Certosa, la chiesa di san Michele, il Duomo, la chiesa di santa Rita e l’università, il ponte coperto
Dove dormire |
Le stanze del cardinale
Dove mangiare |
Pizzeria 250 grammi, pizzeria VerdeSalvia, Osteria della Madonna

Partire è sempre un’emozione. Svegliarsi presto. Quasi non riuscire a fare colazione. Salutare Dumas e poi mettersi in sella. Il fresco del mattino ti accompagna e ti accarezza e quando vedi Superga in lontananza giri a destra e sai che ora diventa impegnativa. Ogni 20km circa una tappa.
La seconda colazione a Chivasso
Poi il pranzo a Casale Monferrato e infilare 250gr di krumiri in borsa. Un po’ si segue il Po, un po’ ci si allontana. Tante strade provinciali e poco traffico, ma dopotutto è ferragosto. Poi si entra nel parco fluviale del ticino e lí pedalare è una meraviglia. I campi di mais da un lato, quelli di riso dall’altro. Gli aironi che si allontanano non appena ti vedono arrivare e tu vorresti solo fermarti. Un chilometro e poi l’altro. Un ultimo gelato e poi mancano solo 4km a Pavia. Una rotonda, un ponte e vederla sullo sfondo. Il centro storico è piccolissimo e siamo troppo stanchi per riuscire a visitarlo tutto, ma giriamo e andiamo fino al ponte sul fiume. Qui collassiamo e dopo un ultimo risotto al parmigiano chiudiamo la giornata. Forse la più stancante di tutte…..!

Tappa #2 | Mantova

Chilometri | 146
Durata | 7 ore e 10 minuti
Dislivello | -786 metri

Cosa vedere | Il centro storico e il Palazzo Ducale dei Gonzaga, la casa del Rigoletto, Palazzo Te e il Castello San Giorgio, piazza delle Erbe e la Basilica di Sant’Andrea
Dove dormire |
Hotel Casa Poli
Dove mangiare | Aperitivo al
Bar Caravatti, cena da La cucina o da Giallo Zucca

Lasciamo Pavia presto, prestissimo. Vie silenziose e solo noi sui ciottoli assonnati. Il primo tratto è lungo e monotono. Chilometri e chilometri di statale in mezzo ai campi senza incontrare un paese o una fontanella. E noi siamo senza colazione e quasi senza acqua. Al primo supermercato entro per afferrare del pane e del formaggio con cui facciamo dei panini al volo in statale. Dopo Casalpusterlengo la strada migliora. Più paesi. Più case. Più gente. A Codogno incontriamo due ciclisti come noi, ma con la bici elettrica che ci danno un ‘passaggio’ fino a Cremona e ci fanno scoprire una bellissima ciclabile lungo un canale. Ci separiamo nella piazza centrale di Cremona; io vorrei visitare il duomo e il museo dei violini, ma non c’è tempo dobbiamo volare avanti. Il resto della strada è abbastanza agevole; tante piste ciclabili nei campi e per finire un po’ di statale. Arriviamo abbastanza presto e abbiamo ancora voglia di fare due passi. Passiamo in Piazza delle erbe e io saluto Leon Battista Alberti e la sua basilica di Sant’Andrea. Poi un Caravatti (vermouth tipico) al bar Caravatti e cena leggera. Si dorme presto che domattina si ricomincia!

Tappa #3 | Ferrara

Chilometri | 93
Durata | 5 ore e 38 minuti
Dislivello | 497 metri

Cosa vedere | Fare un giro in bici sulle mura, parco Massari, piazza Ariostea, Castello, perdersi nel ghetto ebraico
Dove dormire |
Horti Della Fasanara
Dove mangiare |
Osteria degli Angeli, L’osteria del mandolino

Terzo giorno in bici e le gambe lo sanno. Pure le ciapet ma non ditelo a nessuno. A Mantova abbiamo dormito in un posto meraviglioso, l’@hotelcasapoli, era la prima settimana di riapertura, perchè ci raccontano il turismo non c’era e non arrivavano prenotazioni. Ma il posto è super accogliente e hanno un deposito che ci lasciano usare per le bici e non siamo i soli! Cosí decidiamo di fare colazione da loro: brioche vegana, yogurt con le pesche sciroppate e un catino di caffè americano. Me ne pentiró, già lo so, ma era tutto troppo buono!

La strada inizia in mezzo ai campi, ma sono delle strade provinciali e si va sereni. Si vedono anche i fiori di loto nei canali ?
Poi peró si taglia e la strada diventa sterrata; ed è anche abbastanza lunga…
Ma l’arrivo a Burana è magnifico: il campanile rosa ci aspetta dall’altro lato del canale e ci accompagna con ma vista fino a Bondeno. Qui ci fermiamo per pranzo e io prendo, per caso una ricciola Ferrarese, la colazione tipica di Ferrara. Da lí è tutta ciclabile fino a Ferrara, in mezzo agli alberi, all’ombra e al fresco. È cosí che l’Emilia Romagna ci accoglie. Arrivati a Ferrara ci perdiamo e innamoriamo del ghetto e giriamo in lungo e in largo per poi tornare nel ghetto per cena per dei cappellacci di zucca in salsa di pistacchi da urlo!

Tappa #4 | Ravenna

Chilometri | 82
Durata | 4 ore e 40 minuti
Dislivello | 400 metri

Cosa vedere | La Basilica di San Vitale, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, il Mausoleo di Galla Placidia, il Mausoleo di Teodorico, Ravenna Pop up nella darsena
Dove dormire |
Palazzo Galletti Abbiosi
Dove mangiare |
Trattoria Al Cerchio

Lasciare Ferrara è difficile. Qui si sta bene. Qui si mangia bene. Perchè ripartire. I primi chilometri sono nei campi, vento a favore e si vola! Poi però tocca prendere la statale, è pure lunedí e ci sono i camion. Al passaggio di un tir sul lato opposto in curva salta a entrambi il cappellino e ci ritroviamo a cercarli nel fosso. Senza trovarli. 

Cosí arrivati in cima al monte Bastia pieghiamo a destra nei campi, lungo il fiume Reno. C’è una strada bianca che funge anche da ciclabile e che ci porta quasi fino a Ravenna. L’ingresso in città è meraviglioso e l’ostello dove abbiamo trovato posto un sogno! Nell’antico Palazzo Galletti Abbiosi, residenza nobiliare e poi orfanotrofio femminile, è un ostello super accogliente e si trova di fianco alla Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. Da qui partono le nostre esplorazioni: San Vitale, Galla Placidia, il centro storico e la Darsena Pop Up un bellissimo esempio di riqualificazione urbana di un’area di Ravenna che sono sicura crescerà moltissimo nei prossimi anni. Sul canale sembra quasi di essere a Copenaghen ?

Birretta irlandese e poi a cena in un ristorante tipico e buonissimo: la Trattoria al cerchio.

Tappa #5 | Pesaro

Chilometri | 110
Durata | 7 ore e 45 minuti
Dislivello | 976 metri

Cosa vedere | La bicipolitana (pista ciclabile che si snoda in tutta la città), il lungomare, la “palla” di Pomodoro, il Villino Ruggeri, la casa natale di Gioachino Rossini, le ville del Parco San Bartolo,
Dove dormire |
Villa Cattani Stuart
Dove mangiare |
Ristorante La Loggia

La tappa parte nel fresco e nel verde. Appena fuori Ravenna occhieggiamo la ciclabile per Cervia e ci buttiamo a capofitto.
Poco sapevamo noi di quello che sarebbe successo. Arrivati a Classe la ciclabile si intorciglia un po’, ma riusciamo a ritrovarci. Passa lungo un canale dove salutiamo un magnifico airone e poi entra in pineta. È sterrato naturalmente, ma bellissimo. Qui poi noi ci perdiamo, ma seguendo le indicazioni si spunta abbastanza velocemente fuori dalla pineta e si arriva a Milano Marittima. Perdendoci vediamo le case dei pescatori lungo il canale ed è l’immagine più poetica della giornata. Dopo una breve sosta per colazione, da Milano Marittima fino a Cattolica è praticamente tutta pista ciclabile. Va avanti, si interrompe, ma riparte sempre. Dimenticatevi però mare e panorami. Il mare è nascosto dagli stabilimenti balneari e passando si vedono solo negozi, ristoranti e gente in giro in costume. La Romagna deve essere esplorata in altro modo!
Finalmente superata Cattolica è ora dell’ultimo strappo. Due scelte: andare a destra e raggiungere Pesaro per la statale calma e piatta. Oppure salire al Monte San Bartolo con una bellissima strada panoramica a tornanti, ma si sale e anche parecchio! Il San Bartolo peró è fattibile, sale con calma e si arriva fino in cima imprecando solo un po’. La vista dall’alto è impagabile. Poi 4km di discesa a capofitto e fresco tra i capelli per finire e la spiaggia a Pesaro che ci aspetta.

Tappa #6 | Conero

Chilometri | 83
Durata | 5 ore e 15 minuti
Dislivello | 686 metri

Cosa vedere | Sirolo, Numana, la spiaggia dei Sassi Neri, la spiaggia delle Due sorelle, Spiaggia Urbani, Portonovo, Recanati
Dove dormire |
San Michele Relais & Spa / Valcastagno Relais & Residence / La libellula del Conero / La Torre camere / Le nereidi
Dove mangiare |Osteria con cucina Sara / La taverna street food /
Agriturismo Il ritorno / Lo scottadito / La Torre / Il cucale / L’officina

Partenza presto prestissimo da Pesaro. Gambe un po’ appesantite e durette dalle salite del giorno prima. Facciamo i primi 15km un po’ in sofferenza, ma la pista ciclabile corre lungo il mare e il panoama é unico. Fino a Fano c’è la ciclabile e ci fermiamo per colazione in spiaggia e lo zucchero dei cornetti entra subito in circolo. Ci infiliamo sulla statale adriatica e giù fino a Senigallia senza nemmeno sentirlo. La strada riprende, ma è soprattutto statale, fa caldo e c’è traffico. Appena riusciamo ci infiliamo sul lungomare, ma lí c’è il vento e la sabbia. Man mano che ci avviciniamo ad Ancona vediamo il Monte del Conero che si avvicina e a Montemarciano è ora di salire. Le salite qui sono salite che non ho mai visto. Dritte, lunghe, senza tornanti. Salgono e salgono e vedi le macchine far fatica. E quando pensi che sia finita, arrivi su e vedi che riparte. Qui alla seconda salita si scende dalla bici e si spinge e si fa fatica pure a piedi. Arrivati in cima ci godiamo un po’ di discesa, ma gli ultimi 10km sono in statale e quindi si tira come i matti per finire il prima possibile. Arriviamo in albergo alle 14, giusto in tempo per avere la camera.
Doccia e poi in taxi fino a Numana che di salite in sella non se ne parla. Visitiamo Numana e Sirolo e poi decidiamo di andare alla Spiaggia dei Sassi Neri per un bagno. L’acqua è incredibile e la spiaggia si sta svuotando. Tornando su rischio lo svenimento per il caldo e la fatica, ma ho il mio muletto al mio fianco che mi spinge (letteralmente) fino in cima. Aperitivo panoramico e cena ‘di pesce’ (ossia cena in un posto che fa solo pesce e quindi io riesco a strappare a malapena una pasta al pomodoro).

Tappa #7 | Giulianova

Chilometri | 100
Durata | 6 ore e 4 minuti
Dislivello | 622 metri

Partiamo di prima mattina e ci infiliamo sulla statale adriatica, ma alla prima curva cerchiamo rifugio su una strada secondaria. Pessima idea! Ricominciano le salite delle Marche e non finiscono più. Vediamo Recanati e il suo santuario; Paolo vorrebbe salire, ma lo minaccio di lasciarlo da solo e cosí ci ributtiamo verso il mare. Ed è quasi tutta pista ciclabile. Porto Recanati, Potenza Picena, Civitanova Marche, Porto Sant’Elpidio, fino a Porto San Giorgio. Poi si riprende la statale (e noi abbiamo forato, ma questa è un’altra storia).
Andando giù la ciclabile riprende a tratti fino a San Benedetto del Tronto poi si prende per forza la statale per un tratto breve, ma pericoloso. Attenzione alle immissioni dall’autostrada. All’arrivo a Martinsicuro però le ciclabili dell’Abruzzo ci danno il benvenuto e scendiamo fino a Giulianova. Forse non la località migliore d’Abruzzo, ma più di 100km oggi non ce la facciamo a farne. Ci infiliamo i costumi e ci fiondiamo in acqua. È caldissima e la sabbia ci massaggia i piedi doloranti dopo tante ore di bici. Per cena troviamo l’unico ristorante di Giulianova che non cucina pesce, ma carne e in cui, inspiegabilmente, ci sono anche piatti vegetariani. È l’Osteria numero 5 e in cucina c’è il figlio di chi alleva e cresce verdure e bestiole nei campi. Assaggio il formaggio fritto, le polpette di ricotta e formaggio al sugo (da rifare a casa) e la pasta alla pecorara. Buona e veggie!!!!

Tappa #8 | Francavilla al mare

Chilometri | 53
Durata | 3 ore e 26 minuti
Dislivello | 622 metri

Tappa tecnica per passare un giorno in più in Abruzzo e per non allungare troppo la tappa dopo. Partiamo con calma perchè i km non sono troppi, ma capiamo subito che partire alle 9 del mattino è troppo tardi. Fa caldo e sei spompato. Meglio la sveglia presto. Per fortuna però in Abruzzo è tutto una meraviglia. Piste ciclabili su tutta la costa e ti porta da nord a sud. Meraviglioso. Passiamo per il Parco Naturale Torre del Cerrano, una distesa di pinete rilassanti e bellissime con una luce meravigliosa. Il fondo stradale è sabbia compattata coperta da aghi di pino. Insomma, un po’ pesantino e c’è da spingere ogni tanto a mano, ma è troppo bello passare qui in mezzo. Superiamo Pescara e arriviamo veloci veloci a Francavilla in tempo per il pranzo e il bagno. Relax pomeridiano in spiaggia. Io già scalpito e vorrei trovare qualcosa da fare, ma mi dico che ora il relax è quello di cui ho bisogno.

Tappa #9 | Termoli

Chilometri | 88
Durata | 5 ore e 27 minuti
Dislivello | 867 metri

Cosa vedere | Il centro storico e la cattedrale, il tramonto sul mare, fare la visita a Termoli sotterranea
Dove dormire | Residenza Sveva
Dove mangiare |
Osteria Dentro Le Mura, Borgomastro

Forse la mia tappa preferita (dopo l’ultima eheh). Ci alziamo presto e siamo finalmente riposati. Questo pomeriggio in spiaggia ha dato i suoi frutti a quanto pare… Si parte e ci si infila in statale, ma non c’è traffico e si viaggia bene. Sappiamo che da Ortona parte la ciclabile lungo la costa, ma decidiamo di prenderla un po’ più avanti perché andare nel centro storico di Ortona vuol dire iniziare subito con una sfiancante salita e non vogliamo rischiare di inchiodarci subito. Così continuiamo fino a San Vito. La strada sale lo stesso, ma abbastanza dolcemente. Incontriamo tanti ciclisti e iniziamo a vedere la costa dei trabocchi da lontano e non vediamo l’ora di arrivare a questo mare. A San Vito ci infiliamo sulla ciclabile e facciamo tutta la costa. Il mare è bellissimo. La luce perfetta. La pista si snoda lungo tutta la costa e finisce a Punta Aderci al limite sud dell’Abruzzo. Da lì poi è un attimo entrare in Molise (in Molise!! chi era mai andato in Molise!). Ci accoglie un panorama molto diverso, ma sempre curato e vediamo la rocca di Termoli lontano che ci aspetta. Termoli è una scoperta! Una piccola rocca medievale che spunta sul mare, con le stradine strette e le case bianche. Con una cattedrale in romanico pugliese e i bar sulla piazza dove tutti si ritrovano a chiacchierare anche se il bar è chiuso. E poi il mare e il tramonto!

Tappa #10 | San Severo

Chilometri | 80
Durata | 4 ore e 50 minuti
Dislivello | 738 metri

Dove dormire | Masseria Celentano

Lasciamo Termoli e la sua città medioevale arroccata per dirigerci in puglia. Ma prima di partire riusciamo ad afferrare un pezzo di focaccia al forno. Ci mettiamo in strada e capisco che sarà una giornatina delle nostre. L’unica strada possibile è la statale, è lunedí ed è già trafficata cosí aumentiamo la velocità per toglierci il più in fretta possibile e raggiungiamo i 25km/ora di media (solitamente facciamo i 18?). A Marina di Chieuti peró la strada si divide e ci porta all’interno. Sale un po’ cosí ci fermiamo a fare colazione con la nostra focaccia seduti su un guardrail all’ombra degli ulivi. Immagine poetica no?

La strada per Chieuti sale, ma è molto tranquilla e i panorami sono stupendi. Il borgo è piccolo e ancora addormentato (sono appena le 8), ma troviamo un bar aperto per il caffè e una briosche (se magna qua se magna). E qui tagliamo il confine con la puglia. Poi continuiamo sempre verso l’interno, la strada scende e scende e scende passando in mezzo ai campi di pomodoro e ai mulini a vento. È davvero bellissima! Vediamo l’Abbazia di Santa Maria di Ripa Alta e giriamo a destra per addentrarci sempre di più. Qui le stradine sono sempre più strette e sterrate per buoni tratti. Si fatica e fa un po’ caldo e non si incontra anima viva, se non qualche cane che ogni tanto ci spaventa. Ci avviciniamo a San Severo e le strade si fanno sporche e piene di immondizia. Sacchi interi di vestiti, bottiglie di vetro e di plastica abbandonati e a cui hanno dato fuoco. La visione non è delle migliori. A San Severo finalmente ci fermiamo e ci accorgiamo di una cittadina che ha un centro storico bellissimo e pieno di storie da raccontare. E ci accoglie la vera accoglienza pugliese. Chiediamo un aperitivo (tè freddo per noi che in bici mica si beve ?) e arriva una burratina a testa con il pomodoro, la focaccia, un tagliere di formaggi, pane e pomodoro e i rustici vegetariani e non. Paolo me l’aveva detto e io non volevo crederci e invece!! Gli ultimi km sono un po’ lenti, ma arriviamo e possiamo rilassarci in piscina. Non ci muoviamo da qui e ceniamo alla Masseria Celentano dove producono vino e olio. Assaggiamo il Cacc’e Mmitte, denso e corposo, e la buonanotte è assicurata!

Tappa #11 | Canosa di Puglia

Chilometri | 96
Durata | 5 ore e 36 minuti
Dislivello | 576 metri

Una delle tappe più difficili e noiose. È una tappa tecnica di avvicinamento a Matera e non pensavamo che l’interno della Puglia sarebbe stato così ostico. Partiamo di primo mattino come al solito e dopo un‘ora e mezzo più o meno siamo a Foggia, dove facciamo colazione con un cornetto mondiale nel bar più brutto della città. Ma non importa andiamo avanti direzione Cerignola. Non incontriamo più nulla, solo campi e campi e campi coltivati a pomodoro, ulivi e vigna. Centri abitati composti da tre case e lavoranti in attesa di essere portati sui campi. È un tuffo di realtà incredibile e un po’ scossi andiamo avanti. Arriviamo a Cerignola dove troviamo un forno che ci nutre e poi via verso l’assolata Canosa all’una del pomeriggio. Anche per oggi abbiamo fatto abbastanza e non vediamo l’ora di stenderci e di riposarci!

Tappa #12 | Gravina in Puglia

Chilometri | 69
Durata | 4 ore e 25 minuti
Dislivello | 893 metri

Cosa vedere | La gravina, il ponte di James Bond, la Cattedrale e il centro storico
Dove dormire |
Principe Relais Suite & Spa
Dove mangiare |
Osteria Radici

Usciamo dall’albergo e subito incontriamo dei ciclisti come noi (ma a pedalata assistita furbetti?) che ci mostrano la strada verso le Murge. Si iniza tra filari di vite e piante di ulivi. L’aria è fresca. Noi siamo ristorati dal pomeriggio passato a riposare e pieni di energia grazie alla pizza della cena di ieri. Passiamo sopra la statale e ci addentriamo. Incontriamo Montegrosso, ultimo spiraglio di umanità prima del parco delle Murge, e continuiamo a ad addentrarci. La strada è bellissima: campi di grano da un lato e ulivi dall’altro, qualche falco che sorvola i prati e tante tantissime rondini ci accompagnano. Pochissime macchine e quelle poche che passano suonano per avvisarci del passaggio. La strada sale e scende, prende e lascia, strattona un po’ e poi si fa perdonare. Vediamo Castel del Monte alla nostra sinistra e i pini marittimi che lo circondano, ma proseguiamo dritto. Passiamo in mezzo a pinete e a mandrie che brucano beate (magari tutte le mucche vivessero così). Non incontriamo nessuno, e il panorama ripaga di tutta la fatica. Scendiamo, scendiamo, scendiamo e poi risaliamo per un’ultima fatica fino a Gravina. La città è un luogo magico che ci accoglie e ci abbraccia. Che ci sorprende con le sue grotte scavate nel tufo. Attraversiamo il ponte di James Bond e partecipiamo alla festa notturna che si scatena all’ora dell’aperitivo. Noi vestiti sportivi, i pugliesi tutti tirati. Mangiamo la cena più buona del nostro viaggio all’@osteriaradici e ringraziano la Puglia per questa accoglienza.

Tappa #13 | Matera

Chilometri | 36
Durata | 2 ore e 39 minuti
Dislivello | 391 metri

Cosa vedere | Palazzo Lanfranchi, Casa grotta, Ipogei (palombaro lungo, Materasum), Chiese rupestri (solo con guida, percorso sulla Murgia, cripta del peccato originale), Belvedere sulla Murgia, Madonna delle virtù (mostra Dalí), Chiesa del purgatorio, Parco scultura la Palomba, Madonna dell’Idris, Duomo
Dove dormire |
Sassi di Matera
Dove mangiare | Birrificio 79, Enoteca dai tosi, Agriristories, La gattabuia, Vicolo cieco, Area 8, Trattoria Stano, L’abbondanza lucana

E alla fine era lì ad aspettarci! Partiamo con calma e dopo aver mangiato una brioche al cioccolato più grande della mia faccia (pochi giorni e diciamo addio agli zuccheri per un po’!). La strada è subito in salita e le mie gambe sono super indolenzite, così devo scendere per qualche centinaia di metri e spingere la bici. Ma non importa, oggi mancano pochi chilometri. Poi la strada si fa più dolce, sale e scende ed entriamo in territorio Lucano. La campagna è una meraviglia, con i campi arati di fresco. All’apparire del cartello Matera scatta la hola, ma purtroppo non è finita qui. Per chiudere il tutto ci aspetta una salita di quelle super impegnative (che io faccio a piedi a tratti perché è davvero devastante). Arriviamo in punta, giriamo nella città vecchia e i sassi ci accolgono come per magia con il loro colore dorato sotto il sole di mezzogiorno. Spesa, pomodori, pane, taralli e mangiamo a casa. Un sonnellino per riprendere le forze e poi via all’esplorazione. Ci fermeremo qui un paio di giorni e non ci sembra vero di essere riusciti in quella che per noi è una vera impresa. Continuiamo a ripetere “siamo a Matera. Ce l’abbiamo fatta” come un mantra finché gli occhi non si riempiono di tutta la sua bellezza e non rimane più spazio nemmeno per le parole.


All images © 2020 Monica Pianosi