Centrale Montemartini: l’elettricità di Roma e lo spin-off del mondo

Laura Cappelli Pubblicato il 21 Settembre 2022
centrale montemartini roma

Me la prendo spesso con Roma accusandola di essersi seduta in poltrona, di fare poco per raccontarsi in modo nuovo, di abbandonarsi troppo al suo prestigio. Ma ci sono posti e situazioni che mi fanno decisamente cambiare idea. La Centrale Montemartini (Via Ostiense 106, mar-dom, 09-19) è stata una vera sorpresa in questo senso. Lasciandovi alle spalle Garbatella in direzione Ostiense, vi imbatterete in questo meraviglioso museo elettrico, dove eroi e dèi del passato trovano pace e brillano nel futuro. 

La vecchia Centrale Montemartini che illuminava Roma

Fra le mura altissime di quello che fu il primo impianto pubblico per l’energia elettrica di Roma, trovano oggi casa statue e mosaici antichi che provengono direttamente dalle sale dei reperti archeologici dei Musei Capitolini. Divinità e grandi personaggi della storia antica si siedono qui fra i resti di una centrale termoelettrica di inizio ‘900, sorta fra il fiume e il mercato.

A partire dal 1912 il vicino e rumoroso Tevere alimentava infatti, con le sue acque, il movimento delle turbine a vapore della Centrale mentre i motori a Diesel facevano il resto, fornendo a Roma la luce di cui aveva bisogno, anche durante la guerra, quando questa rimase di fatto l’unica centrale attiva in città. In seguito, grazie agli interventi dell’ACEA che la resero una sede museale a tutti gli effetti, una sala macchine a modo suo divina e ancora contemporanea è stata trasformata nella sala relax degli dèi. 

La Centrale Montemartini di oggi: una sala macchine divina

Aperta al pubblico nel 2017, l’attuale Centrale Montemartini, ha le sembianze di un’astronave dai toni marini: al suo interno pesci di mosaico sguazzano e raccontano storie. Fuori dalle finestre si intravede il gasometro, faro di tutta Ostiense, all’interno scintillano le narrazioni di un passato glorioso che qui sembra aver trovato finalmente pace. Animali mediterranei o piumati, guerrieri in lotta eterna, Cleopatra e le altre, cortei dionisiaci popolati da Satiri e Ninfe, poeti e musici, la vita della Roma Repubblicana, parti di case semplici e dimore di lusso, gli spazi sacri e le celebrazioni funerarie, regalano ricordi e leggende a chi cammina fra i muscoli di ghisa di compressori, condensatori e caldaie. 

Passeggiando fra stanze a tema e passerelle, leggendo e curiosando, si raggiunge la gigantesca sala macchine della Centrale ed è difficile, al suo interno, non avere un colpo al cuore, che la si guardi dal basso o dall’alto, salendo una rampa di scale. Archeologia classica e industriale convivono qui insieme, Pignone conversa con Agrippina, mentre nuove mostre e di nuove opere richiamano continuamente i visitatori e fanno venir voglia di tornare ogni volta. La storia di Roma, sempre infinita e troppo solenne, qui sembra trovare un nuovo modo di raccontarsi e la sensazione è che proprio perché spezzata e scandita da un passato più recente, sia più accessibile, più romantica, forse anche più indimenticabile. 

Se dopo la visita alla Centrale Montemartini avete voglia di immergervi nella vicinissima Garbatella, leggete QUI 


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