A Roma le religioni in fatto di cibo si sprecano. Si adora il dio supplì, la pizza scrocchiarella, la cicoria ripassata, la santa cacio e pepe. Ognuno ha una sua ricetta, un suo posto del cuore, un segreto della nonna che manco se mori te lo dico (scusate le inflessioni romanesche, ma dopo anni a scrivere di Torino avevo bisogno di un po’ di libertà).
Fra i cibi divini per noi romani il maritozzo è senza dubbio il re dei dolci lievitati. Quindi appena ho sentito dire Garbatella mi sono precipitata da Nero Vaniglia, una pasticceria con bar al confine del rione vecchio, molto apprezzata dagli abitanti del quartiere.
Nero Vaniglia
Circonvallazione Ostiense, 201, 00154 Roma RM
Lu – Do | 07 – 20
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Da Nero Vaniglia – insegna vecchio stile, tavolini all’aperto, bello spazio interno con piante, bancone luminoso, personale giovane e alla mano e strati su strati di dolci pazzeschi – si può prendere anche solo un buon caffè, ma ovviamente sarebbe tipo la Follia Totale Suprema venire qui senza ordinare minimo il cabarèt di paste. Per questo motivo nello stesso giorno ho deciso di fare una doppia spedizione: colazione full e dolcetti post-pranzo da asporto. L’ho fatto per voi, ovviamente. Non vorrei mai consigliarvi un posto senza essere sicura al 100% di aver provato bene quasi tutto.
L’oggetto dei sogni, ovvero il signor maritozzo, da Nero Vaniglia è un buon compromesso fra mia nonna che riempiva di panna tutta la tavola e un dolce per persone che vogliono mangiare bene senza scoppiare. Soffice, non troppo pieno né troppo grosso, sembra un lievito che puoi perdonarti (e soprattutto: ti lascia spazio per altri 13 assaggi). Tirare su un po’ di panna col cucchiaino per affogarla nel caffè è una roba da romani che hanno tempo, e io non riesco a immaginare un’attività più stimolante in un pigro sabato mattina urbano.
Fra l’altro qui il caffè non è servito a caso. Si può scegliere tra qualità diverse (per paesi e tipologie) e portarsi a casa qualche miscela speciale dall’Africa o dal Sudamerica. Alla lavagna gli specials della caffetteria chiamano forte e si capisce chiaramente che fare colazione qui non è un mozzico, è un rito.
Oltre al maritozzo, da Nero Vaniglia, trovate i grandi classici della colazione e della pasticceria italiana. I cornetti – grazie Roma che posso smettere di dire brioche – vuoti o con la crema pasticcera, le pesche di pasta zuccherata ripiene, le pastarelle, i biscotti, le frappe e qualche pezzo del sud che nel weekend ci rende sempre felici: un cannolo con la ricotta, una distesa di babà. Io ovviamente ordino tutto con un cappuccino ucciso nel cacao.
Una volta saccheggiato il bancone stare seduti ai tavoli dentro è d’obbligo se si tratta di una colazione romantica o di lavoro, altrimenti è stare fuori la vera gioia, stare fuori e guardarsi attorno. Garbatella vecchia inizia dall’altra parte della strada, il rosso dei muri scintilla alla luce del giorno, sempre. La gente passa, maledice, si bacia, tira il cane, commenta. Dall’altra parte del ponte esplode Portuense, coi suoi gasometri romantici, le vecchie centrali elettriche occupate da Apollo e company, le scuole di design, i mercati, i treni e le storiacce che se ti distrai è un attimo che finisci al mare. E tutto questo solo stando ferma, te e il tuo maritozzo minimal, te e la tua colazione romana perfetta.
All images @ 2022 Filippo Racanella
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