Se i forni di Garbatella potessero parlà racconterebbero storie pazzesche. Prendi per esempio l’ex panificio di via Giustino de Jacobis, proprio davanti a piazza Sant’Eurosia. Locale abbandonato nel mezzo del rione vecchio, nel 2020 è stato trasformato da Mirko e Daniele nella nuova sede di Tre de Tutto, posto del cuore – o meglio: de core – per i romani che passano di qui per un caffè, un pranzetto al sole o una bevuta notturna da consumare beatamente sotto la scritta al neon QUANTO È BELLA GARBATELLA.
Tre de Tutto
Via Giustino de Jacobis, 19 | Roma
Lu – Do | 07 – 01
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Cucina romana o no, da Tre de Tutto è sempre de core!
Aperto tutti i giorni dalle 7:30 all’una di notte, Tre de Tutto è bello da vedere: luminoso, con quello stile urbano, ma caldo, le maioliche blu oltremare e l’intonaco dei tempi passati. Il nome scelto da Mirko e Daniele suggerisce quella vaga tendenza ad abbondare tipica della Capitale. La cucina romana – cacio e pecorino, piatti da trattoria, carciofi, tonnarelli e il sempre amatissimo pollo ai peperoni – qui viene raccontata in modo molto interessante: rivisitata sì, ma da chi conosce bene le origini. Per chi non avesse voglia di troppa Roma, nel menù di Tre de Tutto ci si imbatte felicemente anche in altri percorsi: dagli antipasti ai dolci, inclusa la lista degli hamburger succulenti, le alternative sono tante e tutte valide.
Io che sono romana, ma non vivo qui da un po’, appena ho rimesso piede nel locale ho puntato subito ai ricordi dei lunedì da nonna: pasta e fagioli fatta bene, patate di Avezzano e cedrata. Tutto buono e tutto divertente. La mia ode però va alla mia amatissima cicoria, perché è da come ti ripasso una verdura, raccolta in mezzo al nulla e pure mezza amara, che puoi capire quanto sono bravo a cucinare.
Per l’aperitivo lascio la parola all’esperto
Per dare i voti all’ora dell’aperitivo mi è venuto in soccorso l’esperto da Torino. Per cui ecco un paragrafo breve ma intenso firmato dal nostro Bia che ci racconta la sua bevuta romana.
Alla Garbatella ci arriviamo di sera, in monopattino, dopo aver affrontato la peggio via di Roma (ma noi lo scopriremo solo a cena quella sera), entriamo pure dalla parte sbagliata del quartiere perché google pare mattacchione oggi. Siamo venuti per l’aperitivo, è quello che cerchiamo e alla fine è quello che troviamo. Tre de Tutto sta lì, a piedi di un arco che a noi forestieri pare romantico, dentro ci sembra di bere in una pagina di Living del corriere da tanto è figo, data l’ora andiamo sul classico con un americano, ma qui la carta è larga il giusto per soddisfare senza farti smadonnare, lode ai signature della casa, sorrido al Capitan Garbata a base rum Captain Morgan. Nell’angolo del menù leggiamo gli accompagnamenti all’aperitivo e sogniamo le mozzarelle in carrozza, entrati con il sole usciamo che è buio, concordo con il neon rosa dell’ingresso: quanto è bella Garbatella.
Se sei a Garbatella non puoi più nasconderti <3
Come per i marotozzi di Nero Vaniglia, anche per godersi un pasto ai tavoli di Tre de Tutto vale la stessa regola: mangiare a Garbatella non è mai solo questione di fame, è più questione di cuore. Chi passa di qui, pure se ha fretta, sa che a un certo punto, camminando per il quartiere, ti sale per forza il mood ponentino: quel misto di pace interiore, mortacci tua e sfrigolio dell’anima. Perché, se prima o dopo aver mangiato ti trovi qui, nel bel mezzo di scalinate che non sai dove conducono, lotti anni ’30 e case popolari colorate, fontane chiacchierine, cortili senza senso, intonaco che cade, scritte vecchie e bellissime, bar, murales, pini e rumori, non puoi opporti. È Roma all’ennesima potenza. Lasciala entrà.
All images @ 2022 Filippo Racanella e Fabio Rovere
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