Da quando non vivo più a Roma voglio tornare sempre a Roma. E’ il classico sentimento che ti ispira la capitale: starci troppo ti stanca, starne lontano è, molto spesso, impossibile. La Garbatella si presta benissimo a questo dosaggio sentimentale dell’Urbe. La Garbatella – in caso non lo sappiate – è quel posto datato anni ’20, fitto di case basse, lotti, salite, balconi, finestre, leggende, pollo ai peperoni, angoli segreti, odori, forza roma, maritozzi, motorini, bar vecchi, scale, nonni, nipoti fortunati di aver ereditato una casa, vasi di fiori, intonaco rosso, barocchetto romano e futurismo, marmitte fumanti e poesia a ridosso della Colombo. Garbatella vecchia ne è il suo cuore. Dall’altra parte del ponte esplode Portuense, coi suoi gasometri romantici, le vecchie centrali elettriche occupate da Apollo e dagli altri dèi, le scuole di design, i mercati, i treni e le storiacce che se ti distrai è un attimo che finisci al mare o sulla Magliana. Da questa parte del ponte, invece, ha inizio un quartiere che i turisti visitano raramente e a volte neanche i romani conoscono bene. Se vi va di farvi un giro, statemi dietro.
Colazione a Garbatella. O di come morire di maritozzi
Appuntamento di mattina presto al confine tra vecchio e nuovo, per iniziare con una serie di colazioni senza sosta. Da Nero Vaniglia (ve lo avevo raccontato QUI) per un caffè fortissimo con pastarelle e da Biffi – nell’omonima piazza – per perdersi nella sua piccola jungla di vetrate e piante. Qui, dietro a un comodo divanetto, una scritta annuncia il nostro piano diabolico: this is my happy place. Er meglio posto, come diremmo noi. Per chi fosse stanco di locali molto carini, vi dico subito che il maritozzo bono e senza pietà potete trovarlo spostandovi di un km e mezzo circa, in direzione Pasticceria Bompiani. Le top ten più accreditate narrano che qui lo scrigno di pasta lievitata e panna montata sia fra i più buoni della città.
Ora che siete saturi di zuccheri, panna e caffeina ha inizio un giro che non ha tappe ordinate, il che potrebbe sembrarvi poco efficace forse, ma il mio consiglio, su questa parte di Roma, è proprio quello di non fissarvi con itinerari prestabiliti e di mettere in tasca il telefono. Alzate la testa, salutate la vecchia che sicuramente vi sta spiando da quel balcone e proseguite, verso la mitologica Fontana della Carlotta (Via Angelo Orsucci).
Carlotta la gentile, e Casetta la riottosa
Leggenda vuole che la signorina Carlotta oltre che molto bella fosse anche un’oste molto gentile. Da qui sarebbe scaturito il delizioso nome del quartiere. Io penso sempre che se fosse stata dedicata a me, l’avrebbero chiamata Sgarbatella. Ad ogni modo, da questa icona della zona, simbolo popolare datato anni ‘30, parte la Scala degli innamorati. Che vogliate o meno pomiciare, passare di qui vi darà un assaggio di quello che vi aspetta. Fra scorci, cortili e stradine, raggiungete a piedi Casetta Rossa (Via Giovanni Battista Magnaghi, 14), altro posto imperdibile. Spazio riottoso e gentile di bella gente, impegnata in lotte che ci stanno sempre a cuore, ritrovo amato dal mitico Erri De Luca, trattoria popolare gustosa con giardinetto di tavoli semplici in mezzo a Parco Cavallo Pazzo, Casetta Rossa è il centro della Garbatella popolare che resiste e insiste a fare del bene.
Lotti storici, scritte sui muri e teatri maestosi
A questo punto è d’obbligo perdervi nei lotti urbani, fra viuzze che salgono e scendono. Questi complessi di case con cortili e orti sono la vera firma di questa parte della città e sono unici in tutta Roma. Superate gli archi e sbirciate dentro fra piante, pietre, finestre, citofoni, siepi, panche, ragazzini e cani. Fatevi conquistare da torrette, terrazzi, tetti spioventi, colori caldi. Dalla mitica Via Brollo – dovescoverete ancora la meravigliosa scritta: VOTA GARIBALDI raggiungete e superate i reduci in cerca del vecchio bar dei Cesaroni, ormai un po’ cringe, ma poi fermatevi anche voi in Piazza Giovanni da Triora, perchè ne vale la pena.Raggiungete in Piazza di Sant’Eurosia e poi dritti in direzione del maestoso Teatro Palladium (Piazza Bartolomeo Romano, 8), a godervi la scena: qui Roma strilla e canta, giratevi e statela a sentire.


La street art di Garbatella
In una città come Roma è un attimo che un murales nasce e un altro crepa miseramente. Quando vivevo al Quadraro il ritmo era così travolgente che a volte pensavo di aver sbagliato la strada di casa. Ragion per cui non ci restate male se le cose che vi segnalo, nel frattempo, sono state inghiottite dalla città. Nella mia classifica: la scritta “You are now entering free Garbatella” su un muro tra via della Villa in Lucina e via di S. Nemesio. L’omaggio al terremoto de L’Aquila nel murales con le mani in via Luigi Fincati. Il partigiano Enrico Mancini, che dovrebbe starsene ancora in Piazza Bartolomeo Romano. Il murales cileno dedicato alle donne di Largo delle Sette Chiese. Quello – bruttarello ma pieno di affetto – dedicato ad Alberto Sordi, gigantesco, in via Ignazio Persico. Il Marchese del Grillo ringrazia.
Dove mangiare e bere bene alla Garbatella
Vi è venuta fame? basta chiedere. Puntate dritto a Tre de Tutto (ve lo avevo raccontato QUI) se cercate un po’ di moderna intimità (ma anche dell’ottima cicoria ripassata). Sedetevi comodi e con il portafogli carico al Ristoro degli Angeli (Via Luigi Orlando, 2) classicone della cucina romana. Ordinate un bianco naturale a La Mescita (Via Luigi Fincati, 44) passando prima dal raccontone che ne fa QUI il buon Gianluca) magari dopo aver saccheggiato il bancone di Otium (Via Roberto de Nobili, 3b) coi suoi taglieri fenomenali. Spingetevi fino al confine e da Tuk Tuk Ride (Via Giovannipoli, 125) godetevi un’ottima zuppa thai o brindate senza pietà fino a notte fonda a L’Acino Brillo (Piazza di S. Eurosia, 2/B).
S’è fatta una certa. Il Circolo degli Illuminati non ha forse più la gloria dei vecchi tempi – pur restando un locale caruccio – e la notte in questa parte di Roma si ferma presto. Camminate a luci spente per il quartiere godendovi il mood Ponentino che tanto amo: quel misto di pace interiore, mortacci tua e sfrigolio dell’anima che prima o poi, se siete a Roma, vi attraverserà.
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