Di molo in molo | Associazione Inge Genova

Carola Pisano Pubblicato il 22 Aprile 2019

Non sono mai stata appassionata di storia sui libri ma penso che camminare in un luogo conoscendone storia e trasformazioni che ha subito negli anni sia molto affascinante e permetta di vivere la città in maniera più consapevole.

Genova è un esempio di città ricca di musei a cielo aperto, manufatti artistici, archeologici e di produzione industriale a testimonianze della sua storia millenaria di città portuale in continuo divenire. Sono contenta ci siano persone come Alessandra che organizzano iniziative del genere per farcela conoscere.

Di Molo in Molo
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3 ragioni per andare:

  • Per fare un salto nel passato e comprendere meglio il presente
  • Per scoprire che il bigo è un tipo di gru da nave e non un nome carino inventato da Renzo Piano
  • Per avvicinarsi all’archeologia industriale e rimanerne affascinati
Associazione Inge Genova

Alessandra Brignola è una dei soci fondatori di InGE, l’Associazione per la promozione e la diffusione della cultura e del patrimonio industriale a Genova e in Liguria. Il suo obiettivo è quello di attivare sul territorio ligure iniziative e percorsi volti a valorizzare il patrimonio industriale locale. Quando sui social ho scoperto che ne organizzavano uno tra i moli del Porto Antico fuori dai classici giri nel centro storico ho pensato che non potevo farmelo scappare.

L’area oggi denominata Porto Antico “da spazio operativo portuale è diventata parte integrante e vitale del tessuto urbano” e scopo del percorso “Di molo in molo” , ideato e scritto da Guido Rosato, è quello di accompagnare i visitatori alla scoperta di infrastrutture risalenti al passato. Si tratta di una conoscenza da acquisire attraverso un percorso di visita variegato in cui passato e presente convivono con un equilibrio altalenante di visibilità: non mi riferisco ai grandi complessi architettonici quasi tutti riutilizzati come Porta Siberia, il Baluardo, i Magazzini del cotone o il Galata, ma ai prodotti di origine industriale come le gru, i binari ferroviari e le bitte che potrebbero sfuggire all’attenzione di chi visita il porto antico senza guida. Abbiamo passeggiato “fra calate e vecchi moli per vedere quei manufatti che hanno connotato la vita di lavoro e di fatica della più grande fabbrica della città”.

Binari rotanti

Il percorso inizia in Darsena, davanti al Museo del Mare dove Alessandra ci presenta Claudia Bergamaschi, una delle guide più brave che abbia mai conosciuto e fondatrice dell’associazione Genova in mostra.

La darsena racchiudeva l’economia pulsante della città, dalla quale esaltavano gli odori assortiti delle merci più esotiche, dal caffè alle spezie, dal tonno ai formaggi, che dai luoghi più lontani approdavano al nostro rigoglioso porto franco. Qui una delle cose che senza dubbio mi ha più colpito sono stati i vecchi binari ferroviari. Non è facile, per chi oggi percorre il Porto Antico, immaginare che fino agli anni Settanta la rete ferroviaria portuale era parte integrante del sistema di movimentazione delle merci in tutto lo scalo, insieme ai mezzi di sollevamento e alle chiatte. Le due piattaforme ferroviarie girevoli – mezzo ideale per movimentare i vagoni fra gli esigui spazi delle banchine portuali – conservate di testa alla calata Andalò De Negro sono, insieme ai binari di servizio, le uniche testimonianze ancora esistenti della rete ferrata portuale del Novecento.

Le gru, le giraffe del porto

Alla fine dell’Ottocento le principali categorie di merci in movimento nel Porto di Genova erano costruite da carbone, cotone e granaglie ed il principale modo di movimentarle era tramite le gru: ce ne sono di diversi tipi disseminate per il porto! La gru davanti alla Facoltà di Economia è la più antica ed è da banchina a mano, quella davanti a Porta Siberia è idraulica, mentre a lato dei Magazzini del Cotone ne possiamo vedere cinque elettriche Savigliano (torinesi), che sono probabilmente le ultime gru a portale che scorrevano lungo i moli al di sopra dei vagoni del treno da caricare e svuotare.

Per tutti gli altri aneddoti sui magazzini, le chiatte e il bacino di carenaggio vi consiglio di seguire la pagina dell’Associazione Inge Genova e di non perdervi la prossima data del tour!

Associazione Inge Genova
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