EDIT la fiera del design a Napoli

Martina Caiazzo Pubblicato il 9 Novembre 2021

EDIT Napoli, la fiera di tre giorni dedicata al design che ha invaso la città partenopea con eventi diffusi, mostre e workshop dando spazio a designer, eccellenze manifatturiere campane, ma anche artisti e istituzioni di spicco internazionale, si è appena conclusa.

Vi racconto com’è andata e cosa si può ancora visitare in città!

EDIT Napoli dal 29-31 Ottobre
EDIT Cult dal 29 Ottobre 2021 al 30 Gennaio 2022
per gli orari e i giorni di apertura delle mostre clicca qui

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La fiera e i luoghi della città

Dopo il successo dell’edizione 2020 (anche un po’ inaspettato visti i tempi difficili), EDIT Napoli torna ad animare la città e certamente io da napoletana non potevo perdere l’occasione di rientrare in città con il cappello da designer e la penna da reporter. La fiera diffusa del design, che è alla sua terza edizione si consolida ancora di più quest’anno mirando a diventare un appuntamento fisso per un pubblico non solo locale, ma dal respiro internazionale. A fare da sfondo a tutte le attività, alcune tra le location più eccezionali, un’occasione unica per visitare alcuni dei palazzi, teatri e chiostri più belli della città in una veste non convenzionale.  

La fiera ha raccolto candidature da più di 80 espositori tra giovani designer, realtà emergenti e aziende del settore. E poi gli eventi collaterali e i progetti speciali che si sono svolti durante un weekend intensissimo in cui — tra una sfogliatella, un caffè e una pizza fritta — centinaia di persone si sono mosse tra le intricate strade della città per partecipare e brindare a un design d’autore che finalmente vede coinvolte le persone e i luoghi (anche nascosti) rappresentativi della città.

Quest’anno molte le novità rispetto alle scorse edizioni: oltre al maestoso Complesso di San Domenico Maggiore che ha ospitato la vera e propria fiera — grazie agli eventi EDIT CULT — è stato possibile (e lo è tutt’ora, le mostre durano fino a Gennaio 2022!) visitare il Teatro San Carlo che ha ospitato le collezioni del brand francese La Manufacture, il Museo Civico Gaetano Filangieri con la mostra personale di Federico Pepe curata da Federica Sala, l’Archivio di Stato con una mostra dedicata alla biblioteca dell’artista olandese Anthon Beeke a cura di Lidewij Edelkoort e Charlotte Grün, ma anche il Museo del Tesoro di San Gennaro (che se non avete ancora visitato, è una tappa imperdibile in città!) con la personale del designer sudafricano Daniel Kruger e la Fondazione Made in Cloister che ha accolto nei suoi spazi House of Today, un’organizzazione senza scopo di lucro con base a Beirut. Non ultima, la mostra-installazione Hybrida di Patricia Urquiola a Capodimonte realizzata in collaborazione con l’Istituto Caselli — Real Fabbrica di Capodimonte i cui pezzi sono stati battuti all’asta da Christie’s e il ricavato devoluto al restauro del giardino didattico della scuola annessa alla Fabbrica.

Una ricetta che funziona

Artigianato, design d’autore e partecipazione sono gli elementi alla base di questa ricetta che ogni anno risulta sempre più centrata. Non a caso, è proprio qui che il collettivo di designer milanesi DesignerTrattoria (su IG @designertrattoria) ha lanciato il format cena-mostra in trattoria coinvolgendo designer da tutta Italia e dando il via a una stagione di cene sincere!

Una Napoli in fermento che ha da sempre tutti gli elementi per porsi al centro di un dialogo tra l’Europa e il Mediterraneo, così come è sempre stato in passato. Un porto di mare questa EDIT, capace di accogliere, di includere e mai dividere abbracciando alle pendici del Vesuvio la comunità dei designer italiani e non, i turisti che finalmente tornano a popolare le strade della città, ma anche gli appassionati e i napoletani curiosi. 


All images © 2021 Alessandra Mustilli