Si scrive CDEC – o meglio Fondazione CDEC. E si pronuncia tutto attaccato – “Cidec”. Per i meno avvezzi è il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea. Una vera chicca di Milano. Stretta tra i fasci dei binari delle Nord (FNM) a Cadorna e una bella villa liberty in Via Eupili, in Sempione, il CDEC è un incredibile raccoglitore di storia, di fotografia e di vita dello Stato di Israele e degli ebrei a Milano. Uno spazio dove perdersi per un attimo e sognare ad occhi aperti la via per Gerusalemme.
In tutto 3 piani. E alcuni collaboratori. Molte stampe e una sinagoga, piccola. Gli scaffali coi volumi e le videocassette sono un po’ qua e un po’ là (un po’ anni ’90, tocca dirlo, “ma stiamo digitalizzando tutto” – ci dicono – “e poi a breve cambieremo anche la sede, andremo in stazione centrale”, proprio dentro la Cattedrale del Movimento, come la definì l’architetto Stacchini qualche anno fa). Ogni anno poi, da almeno 12, da qui parte la Rassegna del Cinema ebraico ed israeliano, sempre a maggio e sempre a Milano. Alla Cineteca dello Spazio Oberdan, in zona Venezia. Un’altra bella pagina di vita culturale della città.
Ci fermiamo un secondo sull’uscio a guardare la torre RAI di Corso Sempione…che fa capolino dal palazzo in fondo alla via. E poi entriamo. Incontriamo Gadi Luzzatto Voghera. Il Direttore. Un caffè e si parte.
Milano e Tel Aviv si parlano da tanto tempo. C’è un gemellaggio dal 1997 e da più di vent’anni le città si fanno l’occhiolino sull’urbanistica, sul commercio, sulla cultura ma si incontrano anche su tanti altri temi, dal turismo allo sport.
Nei volumi della fondazione, se guardi bene, c’è tanto sui seimila “cittadini italiani-ebrei che vivono a Milano”. Qui le distinzioni sarebbero infinite ma ci limitiamo a una veloce semplificazione. Una piccola comunità che spesso si raccoglie alla sinagoga di via della Guastalla, al 19, quella bella struttura bianca e azzurra che trovi dietro al Tribunale e a due passi dalla Sormani.
Oltre ai libri e alle raccolte storiche – ce ne sono alcune del ‘700 – al CDEC ci sono i seimila titoli della videoteca e una bellissima raccolta di foto in bianco e nero.
Uno dei primi voli dell’El Al spunta all’improvviso da una busta di carta vecchia e ingiallita, una di quelle che custodiscono un po’ delle memorie di oltre 70 anni di Stato ebraico. E poi le donne sorridenti al caffè o quelle a spasso nei mercati di Jaffa, a Tel Aviv.
I bambini che giocano scalzi nel deserto ti faranno un po’ sorridere e ti riporteranno indietro alla Milano dei primi ‘900, quando tutto era rurale e si mangiava la polenta, il coniglio e gli ossobuchi. Al chiuso delle case gialle e di ringhiera, quelle della vecchia-Milano, non certo negli stellati della Madonnina. Pochi passi in libreria e troverai anche i viaggi verso Israele delle genti di mezzo mondo o lo sbarco degli armeni in Terra Santa. O infine, le immagini delle prime coltivazioni nel deserto o i primi alberi di Terra Santa, là dove prima c’era solo la sabbia. E oggi c’è la frutta.
Già perché in Israele ogni albero è una vita. E ogni vita lì, come qua, ha un sapore, ha un colore e ha diritto a un’esistenza dignitosa e ricca, umanamente, s’intende. In perfetto spirito milanese.
Perciò, se vuoi conoscere un po’ di più di questo Stato – lo sappiamo, non è da tutti – e magari vuoi anche sapere qualcosa in più su Israele a Milano, prima di partire da Malpensa con uno dei voli giornalieri dell’El Al, fatti un giro al CDEC. Non è niente male. E il caffè è pure buono.
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