“Aprono un museo di fotografia a Torino!” sentii mia mamma urlare appena rientravo dall’università: già allora sapeva bene della mia passione per la fotografia e non perdeva occasione per propormi qualche mostra da vedere o concorso a cui partecipare.
Camera Torino
via delle Rosine 18 | Torino
011.0881150
Sito | Instagram
Questo accadde un po’ di tempo fa, il primo ottobre di quest’anno CAMERA ha festeggiato il suo sesto compleanno offrendo per una giornata intera l’ingresso gratuito al museo. Armato di un paio di amici, ho fatto un salto nel tardo pomeriggio senza neanche conoscere il titolo della mostra o l’autore. “Complimenti per l’organizzazione Filippo e ci fai pure un articolo?” direte voi. Sì! Perché in fondo ho scoperto che spesso le cose belle accadono quando meno te lo aspetti e l’imprevedibile ha sempre un fascino tutto suo.
Torniamo a noi, all’ingresso ci hanno staccato il classico biglietto con le frasi dei fotografi più celebri e io mi ritrovo sempre tra le mani la citazione di Robert Capa: “Se la foto non è buona, vuol dire che non eri abbastanza vicino”. Sarà un caso che mi capiti sempre questa?
Prima sala, “Transformations” di Water Niedermayr.
Un sacco di dittici e trittici di panorami montani o strutture costruite dall’uomo con linee di fuga senza senso. Dopo un paio di minuti di indagine e tentativi fallimentari per comprendere il senso delle foto, decidiamo di affidarci all’audioguida. Codice QR sul muro, scansionare, play e ascoltare. Niente di più facile, sono rimasto veramente colpito dalla rapidità. Gli audio registrati durano circa 2/3 minuti, introducono le opere e spiegano l’intento dell’artista.
In questa mostra, Walter Niedermayr analizza l’azione dell’uomo sullo spazio circostante, sulla Terra ovviamente. È un argomento di cui, ultimamente, sentiamo parlare spesso e che ha iniziato a toccare molto anche il mondo artistico. Il fotografo osserva da lontano come il paesaggio sia cambiato e riflette sull’impatto che ha avuto l’uomo andando a popolare anche le zone più remote e ostili, proprio come le montagne.
Niedermayr ha realizzato anche una serie di ritratti ai cannoni sparaneve. Gli scatti sono realizzati fuori stagione per cui i macchinari sono coperti da teli e sembrano idoli monumentali o giganti incappucciati, testimoni dei cambiamenti che li coinvolgono e li circondano.
All images © 2021 Filippo Racanella
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