Lo sport visto dagli occhi di Martin Parr a CAMERA

Filippo Racanella Pubblicato il 2 Novembre 2021
atp finals torino guida

Facciamo un piccolo viaggio nel tempo e torniamo ad Aprile: Torino supera le concorrenti Londra, Manchester, Singapore e Tokyo per ospitare per i prossimi cinque anni le Finals degli ATP, una delle più importanti competizioni di tennis al mondo.

Cerco i biglietti. Esito a comprarli. 

In compenso scopro qualcosa di ancora più interessante ai miei occhi da fotografo: CAMERA, museo della fotografia, inaugurerà per l’occasione, una mostra speciale chiamata “we ❤️ sports” con le fotografie di Martin Parr. E qui non ho nemmeno mezza esitazione!

CAMERA Centro Italiano per la fotografia
via delle Rosine 18 | Torino

Lu – Me | 11.00 – 19.00
Gio | 11.00 – 21.00
Ve – Sa – Do | 11.00 – 19.00
Martedì chiuso

Sito | Instagram

Fotografo della Magnum, Parr è ironico, sincero ed è uno dei migliori artisti contemporanei. Ovviamente ho colto al volo l’occasione e all’inaugurazione della mostra sono corso al mio museo preferito!

Dopo l’entusiasmo iniziale, inizio anche a studiare e scopro che Martin Parr, fotografo di street, è stato inviato da Lavazza ai Tornei del Grande Slam (le quattro gare di tennis più famose: US Open, Australian Open, Wimbledon e Roland Garros) a documentare il tennis e i suoi tifosi.

Così, catapultato alla conferenza stampa della presentazione della mostra, mi si illuminano gli occhi. Io che non sto nella pelle e Monica che deve contenere il mio entusiasmo di fronte agli inviati della Magnum: “Fili non saltare sulla sedia!

Non sto neanche a dirvi l’emozione!

Quindi facciamo un giro per la mostra e oltre alle fotografie ci colpisce anche l’allestimento delle sale che è perfetto per raccontare i Tornei del Grande Slam. Le sciarpe sportive introducono le sale e le pareti sono dipinte come i campi da tennis. Il percorso inizia con una selezione di opere in bianco e nero, che dimostrano la capacità di Martin Parr di raccogliere le contraddizioni dell’Inghilterra dell’epoca thatcheriana. E che ci raccontano che al tempo iniziare a fotografare a colori, come ha fatto Parr, fu un grandissimo gesto rivoluzionario perchè

“All’epoca se volevi essere un fotografo serio dovevi per forza scattare in bianco e nero. Era la regola.

Martin Parr / Quentin Bajac, Contrasto 2021

L’ultima sala è quella che mi colpisce di più: qui noi visitatori diventiamo le vere star del match! Sì, avete capito bene, perché ci ritroviamo in un campo da tennis (con tanto di rete) e siamo sotto tutti riflettori. Fotografi sportivi e tifosi con lo smartphone non ci perdono dal loro obiettivo. Andate, andate a provare l’emozione di un campo di tennis all’interno di una galleria d’arte. E poi ci direte!

Se non conoscete Martin Parr (male male, ma siete assolutamente in tempo per rimediare, ndr), potreste essere sorpresi da questa mostra: in effetti non troverete scatti di fotografia sportiva tradizionale.

Cogliere il momento

Il focus centrale della fotografia di Parr infatti è l’indagine delle persone e dei loro comportamenti: gli scatti ritraggono il tifo sfrenato e appassionato dei fan sfegatati, ma anche i raccattapalle a bordo campo. L’attenzione di Martin si concentra sulle animate coreografie e sui vistosi e coloratissimi gadget, ma, come ben presto capirete, gli atleti compaiono solo sullo sfondo, sfocati e anonimi: per Parr le vere star sono sugli spalti!

Spesso in fotografia si parla di ‘cogliere il momento‘: Parr è sicuramente uno degli artisti contemporanei che più incarna questa espressione e riesce a immortalare la vera essenza dei suoi soggetti. 

La mostra non si ferma al tennis, ma esplora anche la tifoseria di altri sport tra cui calcio, corse dei cavalli sulle spiagge irlandesi, cricket, il Tai Chi per le strade di Shanghai e terminando con le foto della spiaggia di Copacabana di Rio de Janeiro. 

Negli ultimi scatti, fra i più recenti dell’esposizione, mi raccontano che Parr abbia voluto adattarsi ai mutamenti dell’estetica amatoriale che si è trasformata sulla spinta delle innovazioni tecnologiche. Le ultime immagini perdono la saturazione tipica dell’istantanea analogica e le inquadrature si fanno più complesse, articolate e ricche di elementi, aspetto tipico di un modo di fotografare sempre più immediato. Ciò che non cambia è la capacità di Parr di regalare una panoramica unica della vita dentro e fuori dal campo.

Che cosa aspettate? Siete ancora seduti qui a leggere?


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