La fine dell’estate e l’inizio del nuovo anno scolastico mettono a dura prova ognuno di noi, inutile girarci intorno. Così, ciascuno a modo proprio, cerca di fare del suo meglio per affrontare questo malinconico arrivederci ai mesi più belli dell’anno.
Ma ci sono delle strategie per soffrire meno, e per me quest’anno ha funzionato benissimo il Langhe Photo Festival, un festival internazionale di fotografia posizionato in uno dei borghi più belli d’Italia: Neive.
È qui, nel cuore delle Langhe, che dal 14 settembre al 17 novembre sarà possibile vedere le opere di una selezione di fotografi di rilievo internazionale, scelti con cura dalla direzione artistica di Alberto Selvestrel.
Un percorso espositivo tra l’esterno e l’interno
Il festival, giunto alla sua seconda edizione con il titolo “Sarà l’età“, consiste di una serie di installazioni a cielo aperto più altre mostre collocate all’interno di edifici storici e privati. Le opere di alcuni artisti sono quindi appese per le vie del paese, così da potercisi imbattere passeggiando per le vie del centro. Mentre altre sono state allestite all’interno di edifici simbolici e suggestivi.
“Sarà l’età”, il tema dell’edizione 2024
Ma cosa raccontano queste istantanee?
Il tema che fa da filo conduttore all’edizione 2024 è l’età, come suggerisce il suo titolo. L’età come qualcosa che ci accompagna e appartiene, ma allo stesso tempo ci abbandona di continuo, modificandosi e rinnovandosi costantemente. L’età quindi come qualcosa di umano, mutevole, vulnerabile e vitale. Un concetto che sembra emergere con la sua maggiore forza ai suoi estremi temporali: la gioventù e la vecchiaia.
Ogni fascia d’età porta con sé connotazioni uniche positive o negative per il singolo, ma tra tutte sono forse i poli di questa linea del tempo, la gioventù e la vecchiaia, a scontrarsi e ritrovarsi in maniera più spontanea.
Interessante è notare come le mostre, che sono in totale nove, abbiano saputo declinare il tema in modi diversissimi, anche se ugualmente potenti.
Gli artisti del LanghePhotoFestival
The lines that lead, è per esempio il progetto fotografico di Martina Albertazzi che racconta la sua esperienza di maternità, svolta per gran parte in camper, in California.
Pamela, è invece la raccolta di scatti attraverso cui Alex Liverni racconta il Pamela, un locale da ballo storico di Faenza, sua città natale. Scatti attraverso i quali, con un linguaggio cromatico particolare e anche un po’ di ironia, riesce a fare emergere la malinconia per un mondo che sta scomparendo: quello delle balere per anziani.
Colori sgargianti, vestiti improbabili, divanetti soffici in simil-pelle, zazzere ardite, scarpe camaleontiche, cocktail malinconici, baffoni bizzarri, corpi desideranti e galli da rimorchio.
Si prosegue con la documentazione visiva di Yarin del Vecchio, intitolata Nisida e che racconta del carcere minorile italiano situato sull’isola omonima nel golfo di Napoli: l’unico dove i detenuti possono fare il bagno in mare.
Altrettanto intenso è Dom, di Stefano Mirabella, che immortala la poesia e la vitalità della gioventù di un paesino rurale nel nord della Polonia.
Leaving and waving è invece il progetto fotografico di Deanna Dikeman che ha avuto l’idea di fotografare i suoi genitori per 27 anni. Nel momento in cui li salutava quando era in partenza dalla loro casa, in Iowa, tirava fuori la macchina fotografica e scattava. Quasi sempre nello stesso punto. Ogni volta che partiva. Il risultato è una sequenza intensa e commovente in cui è facile immedesimarsi. A Neive per l’esposizione delle sue opere è stata scelta la scenografica Torre dell’Orologio da cui, una volta in cima, è possibile ammirare un incredibile panorama.
Per ultime, ma non meno importanti: la mostra che raccoglie le fotografie finaliste del LanghePhotoAward, quella degli studenti del corso di fotografia della scuola Mohole, e le ultime due a sede distaccata (assolutamente da non perdere!) Toys Stories di Gabriele Galimberti e Le immagini di Morel di Lorenzo Zoppolato.
Insomma, un festival emozionante, denso e curato nel minimi dettagli in uno dei borghi più belli d’Italia. Penso non servano altre parole per convincervi a ritagliarvi un giorno del week end e organizzare una gita tra i vitigni per assaporarsi il festival.
Ah dimenticavo, ovviamente nelle langhe si mangia benissimo, quindi non dimenticate di infilarci anche un bel pranzetto (sbirciate qui i nostri posti del cuore) o perlomeno un buon bicchiere di vino (qui per le cantine e altre cose belle da fare in langa)!
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