Le Carré Français, la Francia dentro Roma

Luisa Cuomo Pubblicato il 21 Giugno 2024

Quando siamo andati a Le Carré Français, quello che abbiamo fatto non è possibile ridurlo unicamente alla definizione di “colazione”: abbiamo viaggiato tra usi, costumi e abitudini del popolo francese, ritrovando a Roma quello che ritroveremmo, appunto, in Francia.

Le Carré Français, benvenuti in Francia

Ci troviamo nel rione Prati, in una zona libera e libertina, che vuole soddisfare le tante richieste di chi abita questo quartiere tutti i giorni: chi ci vive, chi ci lavora, chi ci passa di tanto in tanto, chi ci viene apposta per scoprire qualcosa di nuovo.

Jill, proprietario de Le Carré Français, ha scelto questo quartiere con un intento ben preciso: mettere a disposizione degli italiani la classica offerta che gli italiani stessi ricercano quando sono in viaggio in Francia.

Boulangerie, pâtisserie, epicerie, cave a vins: questo è quello che si trova in un qualsiasi posto francese, sia questa una grande città o un piccolo paese remoto. Le piccole botteghe artigianali sono tutte una vicina all’altra, da qui l’intento di creare un locale unico che soddisfi tutte le voglie e copra tutte le esigenze, dal pane al formaggio, dal vino alle salse, passando per la cucina francese.

Tutto questo viene fatto con una proposta che oscilla tra il moderno internazionale, mettendo a disposizione di Roma le eccellenze francesi, e l’occhio che guarda al passato, rimanendo ancorati alla tradizione pluriennale della cucina francese: la panificazione è fresca ed espressa, così come l’alta pasticceria, la scelta di salumi e formaggi e tutti i piatti che la cucina propone.

Fanno eccezione i tanti vini provenienti da tutte le regioni francesi, le composte, le passate e le salse, ça va sans dire.

La mattina a Le Carré Français

Facciamo una premessa: la proposta de Le Carré Français soddisfa tutte le esigenze, dal mattino presto fino al dopo cena: colazione, brunch, pranzo, sala da the, aperitivo, cena e dopo cena, per non scontentare nessuno.

Cosa abbiamo mangiato noi? Ci siamo concessi uno tra i lussi e piaceri più goduriosi, ovvero la colazione, con l’intento di lasciare Roma e le sue tradizioni per provarne di nuove pur rimanendo nella nostra amata città.

Spazio quindi a croissant, pain au chocolat, pain au raisin (che potremmo volgarmente definire delle girelle con uvetta), chaussons aux pommes (una pasta sfogliata lievitata ripiena di composte di mele), unitamente a la piccola viennoiserie, con canelés bagnati nel rum e Madeleine.

Come non concedersi poi il classico cestino di baguette traditionelle con burro e marmellata, una vera goduria dai sapori unici. Ma non finisce qui, perché c’è spazio ancora per le uova, servite nelle gustosissime omelette, insieme alle quiche lorraine, torte salate ripiene. E ancora yogurt fresco, caffè e spremuta d’arancia, per concludere con il trionfo della patisserie.

Il risultato è un sorriso: per lo stomaco, per la giornata che inizia veramente in tutt’altro modo, per una conferma che sa di scoperta e una scoperta che sa di conferma.

La conferma che a far la differenza è la passione per la propria storia e le proprie tradizioni, che anche lontano da casa, possono sempre trovarci e seguirci.

Vivo a Roma ma sono una cittadina del mondo, di sana e robusta costituzione. Di buona forchetta e buon bicchiere, che è sempre mezzo pieno!

Tutte le immagini sono di © Giulia Pietroletti 2024

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