Mercato di Testaccio: l’anima verace di Roma si apre allo “street food”

Francesca Palmieri Pubblicato il 16 Ottobre 2019
mercato di testaccio roma

Se un mercato fosse un lunapark, in quello di Testaccio farei tanti giri di giostra, proverei ogni attrazione, correrei ovunque contenta e punterei i piedi per non andare più via. Perchè è un posto che fa bene e dove si sta bene.

Che invita a restare oltre la spesa. In cui non si va solo per la spesa. In cui la spesa è il pretesto per passare delle ore spensierate. Perchè anche il buonumore si compra, come il cibo. Ma non ha prezzo.

Questo mercato è speciale. Per più motivi.

E ho parole, foto e sorrisi per (di)mostrarvelo.

Mercato di Testaccio
Via Beniamino Franklin | 00153 Roma 

Lunedì – Sabato 07 | 15:30
Chiuso la domenica

mercato di testaccio roma

Romanità e modernità fanno rima

Si respira la veracità romana, al mercato di Testaccio, ma sembra anche di puntare la bussola in alto: il “Senti ‘sto prosciutto, è dolce, è ‘no zucchero” incontra la luce, il bianco, l’ordine del Nord. La tradizione, più il moderno. Ciò che è sempre stato, più ciò che si diventa.    

C’è il calore della capitale e c’è il rigore geometrico della struttura architettonica, aperta su tutti i lati ma coperta da pannelli trasparenti da cui filtra il sole; c’è il “daje tutta” e lo “street food”, il nostro dialetto e l’idea internazionale del godersi il pranzo per strada, camminando; ci sono i contadini che vendono la cicoria di campagna e c’è la creatività stellata di Cristina Bowerman, con il suo “Romeo Chef & Baker”.

Distanze trasformate in vicinanze, contrasti che creano unioni. Riuscite e fortunate.  

mercato di testaccio roma

Una girandola di voci, volti, colori

È bello spaziare tra generi alimentari, abbigliamento, accessori, libri, piante e oggetti per la casa. Avere tutto vicino e non farsi mancare nulla, neanche l’angolo vintage di abiti.

È bello vedere i volti sorridenti di chi vende, insieme a quelli di chi acquista. Sentire le voci, forti e schiette, che si mischiano tra loro. Essere catturati dai colori accesi degli stand, della frutta e della verdura ben esposta, delle scritte e delle insegne.

È bello perdersi tra i dettagli, scoprire come ogni banco abbia curato la sua postazione con stile personale.    

È bello essere circondati da tanta offerta, tanta varietà. Tanta vita.

mercato di testaccio roma

“Street food” per tutti i gusti

Nei mercati, solitamente, il cibo si prende e si consuma poi a casa. A Testaccio, invece, c’è la possibilità del mangiarlo in loco, sfruttando la comodità del qui e ora dello “street food”. E ce n’è per tutti i gusti, per ogni esigenza. Occorre solo scegliere… o provare ogni cosa! Vi tentiamo con qualche idea:

– per chi ama la cucina fusion, il Giappone abbraccia il Messico al “Santa Clarita Tacos y Sushi”, tra riso, pesce crudo, frutta esotica e tè matcha
– chi sogna la Grecia tutto l’anno, può sedersi da “Spiros” e immaginare di essere davvero in una taverna tipica, tra gatti e case bianche con finestre blu
– i vegetariani possono fare una sosta da “Zoè”, osteria che prepara estratti e centrifughe, ma anche insalate, macedonie e panini gourmet
– chi è vegano, apprezzerà la fantasia di “Sano Burger” e dei suoi panini che giocano con i colori: volete quello verde arricchito con la clorofilla, o quello rosso realizzato con la barbabietola? O meglio quello azzurro, con l’alga spirulina?
– gustare ravioli, tonnarelli e gnocchi cotti e conditi al momento? Da “Le mani in pasta” è contemplato: non c’è bisogno di aspettare, la pasta fresca dalla vetrina può finire direttamente nel piatto.

“Casamanco”, la pizza come passione di famiglia

Un paragrafo a parte lo merita lo stand “Casamanco”, che ci ha sorpreso e accolto con gentilezza: a gestirlo, Andrea e Paola, marito e moglie, insieme ai loro figli. Andrea ci ha conquistato con un assaggio di pizza alla pala con pomodorini caramellati e pecorino, mentre ci spiegava cosa rende peculiari i loro impasti: una lievitazione lunga 72 ore, una miscela di farine biologiche e integrali, ingredienti a km zero presi dai banchi dei colleghi, abbinamenti curiosi e anche un po’ audaci… e la passione, che unisce un’intera famiglia e farcisce bene i progetti.  

Tanto (altro) da scoprire

Se un mercato fosse un lunapark, ci daremmo appuntamento all’entrata, accanto al carretto dello zucchero filato. Simbolicamente, dunque, ci vediamo all’ingresso. Pronti a divertirci. Con la certezza che, oltre a queste pennellate che ho lasciato per stimolare fame e curiosità, c’è tanto (altro) da vedere, esplorare e scoprire… 

mercato di testaccio roma
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