Il Cimitero Monumentale di Milano, un museo a cielo aperto

Rosa Giulia Luppino Pubblicato il 3 Aprile 2022
milano monumentale

Il Cimitero Monumentale di Milano, grazie all’altissimo valore artistico di architetture, sculture, edicole e altre opere presenti al suo interno, è considerato un vero e proprio “museo a cielo aperto” ed è uno dei più importanti in Italia insieme a quello di Torino, Brescia, Roma, Genova e Messina.

Visitare il Monumentale in una sola volta è quasi impossibile, ed è proprio questa la sua caratteristica più stimolante: potete passeggiare all’ombra dei suoi cedri centenari, coccolare i gatti della colonia felina e scoprire sempre una nuova scultura o un nuovo epitaffio, perdendovi tra le migliaia di vite che riposano qui.

Cimitero Monumentale
Piazzale Cimitero Monumentale | Milano
M5 Monumentale

Mar – Dom | 08:00 – 18:00

Gratuito

Sito

Il Cimitero Monumentale di Milano: quasi duecento anni di storia

Nel 1837 l’amministrazione austriaca del Regno Lombardo-Veneto decise di istituire a Milano un unico grande cimitero per sostituire quelli piccoli e insalubri sparsi sul territorio cittadino. All’epoca, l’area scelta si trovava appena fuori dal tessuto urbano milanese. Il progetto vincitore del concorso indetto dal Comune di Milano fu quello dell’architetto Carlo Maciachini. Dopo svariate vicissitudini e modifiche (nel 1848 la città venne liberata dagli austriaci), il cimitero venne realizzato a partire dal 1864 in stile eclettico con richiami bizantini, gotici e romanici.

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Il Famedio di Milano

Il Cimitero Monumentale è labirintico e immenso. L’ingresso al cimitero è sempre libero; inoltre, dal sito è possibile prenotare visite guidate gratuite con la collaborazione dei volontari del Servizio Civile. All’arrivo al Monumentale, già dall’esterno, si rimane subito colpiti dal Famedio, il “tempio della fama”, posto al termine di una grande scalinata. Il Famedio è un’imponente costruzione in stile neogotico, in marmo e mattoni, che dal 1887 ospita le salme dei milanesi (di nascita o di adozione) “illustri o benemeriti”, che attraverso opere e azioni hanno reso onore alla città e all’Italia tutta.

Nell’atrio centrale sono ospitati i resti di soli sette personaggi: al centro riposa Alessandro Manzoni, il primo ad essere spostato nel Famedio. Negli altri due sarcofaghi presenti nella grande sala si trovano Carlo Cattaneo e Luca Beltrami, mentre quattro colombari custodiscono i resti di Salvatore Quasimodo, Carlo Forlanini, Bruno Munari e Leo Valiani. Nella cripta del Famedio riposano invece i personaggi illustri di una Milano più recente, come Guido Crepax, Dario Fo e Franca Rame, Giorgio Gaber, Paolo Grassi, Enzo Jannacci e Alda Merini. Nelle pareti del Famedio sono incisi, e vengono incisi tuttora su decisione di un consiglio che annualmente si ritrova, i nomi dei milanesi benemeriti le cui spoglie si trovano altrove.

Una passeggiata tra i monumenti

Attraversando il Famedio si entra nel cimitero vero e proprio. Molte delle tombe e delle cappelle familiari sono opera di grandi architetti e scultori; le trovate quasi tutte segnalate sulla mappa all’ingresso o sul sito del Monumentale, dove sono presenti anche moltissimi itinerari tematici che vi faranno scoprire monumenti e dettagli sempre diversi.

Tra questi vi segnalo solamente la bellissima Edicola Campari (dove riposa l’omonima famiglia e soprannominata ironicamente “l’ultimo aperitivo”), il Monumento Castellotti di Lucio Fontana, l’edicola Giudici di Paolo Mezzanotte in stile Liberty, l’Edicola Bernocchi con le statue a tutto tondo di Giannino Castiglioni, e l’Edicola Bocconi dell’omonima famiglia. Al termine dell’asse principale del cimitero si trova il Tempio Crematorio, oggi non più in uso. Fu il primo ad essere realizzato in Italia, testimonianza del positivismo ottocentesco e della sua fede nel valore della scienza.

Fin dalle prime fasi progettuali, Carlo Maciachini incluse nel Cimitero Monumentale anche due aree dedicate a confessioni religiose diverse da quella cattolica: entrando a sinistra trovate i cosiddetti Acattolici (protestanti, greco-ortodossi, armeni), a destra gli Israeliti.

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Uscendo, passerete davanti al Monumento ai Caduti nei campi di sterminio nazisti, realizzato dallo Studio BBPR (lo stesso della Torre Velasca, ricordate?), che custodisce al suo interno della terra proveniente dal campo di Mauthausen, dove venne deportato Gian Luigi Banfi, uno degli architetti dello studio.

Infine, non dimenticate che il Monumentale è anche uno dei polmoni verdi del centro di Milano, e al posto dei tradizionali cipressi, troverete filari di tigli, piante rare ed esotiche, e una maestosa collezione di cedri provenienti da tutti i continenti.

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