Pan Milano: il panificio giapponese che ha conquistato la città

Pan è il progetto milanese firmato dallo chef Yoji Tokuyoshi insieme ad Alice Yamada. Nato in zona Dateo, fonde la cultura nipponica con l’eleganza minimalista e l’energia metropolitana di Milano.
Ecco 3 motivi per andare da Pan Milano:
- È una pasticceria giapponese d’autore: croissant al matcha, shokupan (incredibile!), anpan e altre specialità da forno preparate con tecnica impeccabile e ingredienti selezionati.
- Atmosfera minimal e rilassante: arredi ispirati al wabi-sabi, luci naturali, materiali caldi e dettagli curati che invitano a rallentare.
- Cucina creativa e vini naturali: piatti stagionali con influenze giapponesi, perfetti dalla colazione all’aperitivo, accompagnati da una selezione di etichette artigianali.



Dalla colazione al vino naturale
L’offerta gastronomica di Pan Milano riflette una filosofia fluida, capace di adattarsi al ritmo della giornata e alla voglia di sperimentare, pur restando fedele a una cifra stilistica ben precisa: l’equilibrio tra estetica giapponese e gusto contemporaneo.
Di mattina Pan Milano è una bakery contemporanea dove il protagonista è lo shokupan, il classico pane al latte giapponese, preparato con cura artigianale. Accanto, una proposta di viennoiserie che strizza l’occhio alla pasticceria francese, ma con ripieni e lavorazioni d’ispirazione orientale: anpan, matcha e yuzu, per citarne alcuni.



A pranzo trovi piatti caldi che oscillano tra comfort food e ricerca: shakshuka di pappa al pomodoro con uovo fondente, karaage servito con maionese alla ‘nduja, donburi con salmone grigliato o ciotole di soba con verdure e dressing al sesamo. Le insalate non sono mai banali: combinano ingredienti di stagione, influenze orientali e condimenti fatti in casa. I toast, spesso serviti su fette spesse di shokupan, sono vere e proprie costruzioni di sapori.






Nel fine settimana, la proposta si apre al brunch con piatti originali come l’omelette con blu di bufala o il french toast con marmellata di fragole e fiori di sambuco, per poi virare, nelle ore serali, verso un format da wine bar: piccoli piatti pensati per accompagnare una selezione raffinata di vini naturali. Qui entrano in scena preparazioni più elaborate — dal monkey bread con hummus di carote o mousse di fegato, ai pancake salati, alle trote affumicate con shiso — sempre con una cifra delicata, giocosa, e mai scontata.






Un piccolo approfondimento sullo shokupan
Lo shokupan (食パン), letteralmente “pane da mangiare”, è il pane bianco giapponese per eccellenza: soffice, squadrato e leggermente dolce. Nato agli inizi del Novecento e diffusosi soprattutto nel dopoguerra, è diventato un simbolo della quotidianità domestica giapponese — tanto da essere oggi al centro di una vera e propria rinascita artigianale. La sua particolarità risiede soprattutto nella consistenza: la mollica è infatti fittissima e dalla sensazione “cotonosa”, ottenuta grazie a tecniche come lo yudane o il tangzhong, che prevedono l’aggiunta di un impasto precotto per trattenere l’umidità e garantire una morbidezza duratura. Viene cotto in stampi rettangolari con o senza coperchio e si distingue anche per la crosta sottile e il gusto delicato, con leggere note di latte, burro o panna.
È perfetto sia nella sua forma più semplice — magari tostato con un velo di marmellata — sia come base per i famosi sando, i sandwich giapponesi farciti con uova, cotoletta o verdure. Negli ultimi anni, panetterie specializzate chiamate shokupan-ya hanno cominciato a trattarlo come un prodotto da intenditori, realizzandolo con farine selezionate, ingredienti locali o burro di Hokkaido. Anche fuori dal Giappone, lo shokupan ha trovato casa in alcune bakery contemporanee, conquistando chi cerca un pane che unisca tecnica, estetica e morbidezza assoluta.


Pan Milano: un luogo da abitare
Lo spazio è progettato con uno stile essenziale e contemporaneo che richiama i principi del wabi-sabi. Ampie vetrate lasciano entrare la luce naturale, il grande bancone verde e quello in legno creano contrasti eleganti, mentre i tessuti sospesi al soffitto rimandano ai tradizionali noren giapponesi. L’atmosfera è calma, pulita e accogliente: tutto invita alla pausa.






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