Continua il nostro viaggio sotto le strade di Milano: dopo avervi raccontato la storia della M1 (qui) oggi vorrei parlarvi della Verde, o M2. Nonostante sia considerata la seconda linea metropolitana della città, lo è in realtà solo da un punto di vista temporale: oggi è infatti la più lunga tra le quattro linee in servizio ed è quella che trasporta il maggior numero di passeggeri al giorno, circa trecentocinquantamila.
Metropolitana di Milano ATM
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Lun – Dom | 05:30 – 00:30
Prezzo | 2€ con validità 90′
Il Metrò di Milano non si ferma
Il convoglio inaugurale della M2 diretto al capolinea di Caiazzo partì il 27 settembre 1969 dalla stazione periferica di Cascina Gobba, cinque anni dopo l’inaugurazione e il successo della linea Rossa. L’apertura al pubblico vera e propria avvenne qualche giorno dopo, il 4 ottobre. Inizialmente, a causa di un ritardo nella costruzione dei treni appositamente progettati, furono utilizzati alcuni convogli della M1, modificati per consentire l’alimentazione dalla linea aerea tramite pantografo anziché terza rotaia, in uso sulla Rossa.
Come recitano i manifesti dell’epoca, lo scopo della seconda linea era quello di “risolvere i problemi del traffico e collegare la città con la sua regione”. Partendo dalla periferia nord, le fermate verso il centro città furono aggiunte gradualmente negli anni successivi, fino ad arrivare a quella di Assago completata nel 2011.
La linea Verde, questo è il colore scelto per segnaletica e vagoni, è attualmente l’unica linea metropolitana italiana che prevede un tratto in superficie. I convogli escono dalla galleria all’altezza della stazione urbana di Cimiano, verso la periferia nord-est, e dalla stazione di Assago Milanofiori Nord, verso la periferia sud. Nel tratto che va da Cascina Gobba a Cologno Nord la tratta è addirittura sopraelevata.
Un metodo vincente
Per ovviare ai problemi di viabilità che avevano paralizzato Milano tra il 1957 e il 1964 durante i lavori della Rossa (i cui prolungamenti erano ancora in costruzione in quegli anni) venne utilizzato un tipo di scavo moderno e innovativo: quello a “foro cieco” ovvero sottoterra, simile a quello usato ancora oggi.
L’allestimento e gli arredi delle stazioni riprendono il progetto della M1 realizzato qualche anno prima da Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda, ma con alcune modifiche dovute perlopiù a fattori economici: i pannelli di rivestimento in Silipol, ad esempio, sono stati sostituti da più semplici pannelli in lamiera verniciata di verde o blu. Rimangono tuttavia tutti gli elementi che contraddistinguono la Metropolitana milanese: il carattere Noorda, il corrimano verde, il rivestimento in linoleum nero Pirelli.
La Verde oggi e domani
La Verde presenta oggi alcune problematiche legate alle infiltrazioni d’acqua, che hanno portato nel 2019 all’inizio di una serie di opere di ammodernamento che andranno avanti fino al 2024. Questo perché la M2 attraversa il centro ad una profondità maggiore rispetto alla Rossa, e all’epoca dello scavo il livello della falda acquifera che caratterizza il sottosuolo della città di Milano era più basso, a causa del suo sfruttamento da parte delle industrie.
Negli anni il livello dell’acqua di falda si è alzato causando sempre più frequenti infiltrazioni e allagamenti all’interno delle gallerie. Oltre a veder risolvere questo problema, la Verde nei prossimi anni subirà un vero e proprio rinnovamento in termini di infrastruttura, accessibilità, rinnovo flotta e aumento delle frequenze.
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