Che cosa fare a Mondovì: piccola guida della città

Yan e Andra Pubblicato il 6 Agosto 2022

A pensarci bene, da quando ci siamo uniti al gruppo di Le strade ancora non vi avevamo mai fatto una guida che raccontasse che cosa fare a Mondovì. Nonostante questo sia il focus di tutta questa rubrica. E quindi eccoci qui, pronti a raccontarvi tutte le cose da non perdere nella nostra città. Naturalmente non sarà un elenco di cose da fare. Non vogliamo annoiarvi con cose che potete trovare facilmente su Google. Ma raccontarvi le storie e i dettagli che invece potrete trovare nelle strade passeggiando con gli occhi all’insù.

Venite con noi!

Iniziamo il tour delle cose da fare a Mondovì

Le origini di Mondovì e della sua fondazione risalgono al 1198. Quello che non tutti sanno è che Mondovì è una città esoterica per posizione e che camminando per le vie e i vicoli, ci sono molti dettagli che lo dimostrano. Il nostro tour inizia a Mondovì Breo, la parte pianeggiante della città. Più precisamente in Piazza Cesare Battisti: la piazza più colorata e animata della città, punto in cui arrivano le vie principali.

Lasciamo la piazza alle nostre spalle e saliamo per il Vicolo del Moro oppure per via della Meridiana. La nostra direzione è Piazza San Pietro ed entrambe queste vie ci regalano una pittoresca anteprima della facciata della Chiesa di San Pietro e San Paolo.

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo

La chiesa, a parere nostro una delle chiese più belle di Mondovì, fu costruita nella seconda metà del XV secolo e sorge a ridosso del colle, in una posizione rialzata rispetto all’abitato, incassata tra le case che le fanno da corona.

Ed ecco il primo dettaglio esoterico da non perdere su questa chiesa. Guardate sopra l’orologio sulla facciata. Stiamo cercando il Moro che dal 1950 è ufficialmente la maschera della città! Realizzato nel 1771 dall’artigiano Matteo Mondino, allievo dell’abate Beccaria, è un automa incaricato di battere le ore col suo martello.
Molte persone lo scambiano per una persona vera e non hanno torto. La leggenda narra che nel 1796, quando le truppe napoleoniche occuparono la città, scambiarono l’automa per una vedetta in carne e ossa.

Riuscite a vederlo?

La Meridiana Universale di Piazza San Pietro

Guardiamo ora verso la facciata più variopinta della piazza e vedremo una complessa meridiana che è collegata alla tradizione gesuitica del Monregalese. Vi consigliamo di prendervi un attimo di tempo per godervi i particolari. Innanzitutto, spicca la “meridiana universale” che ha lo scopo di svelare ai mortali attraverso il “ferro” – ovvero lo gnomone – i passi della Luce che ci giunge dal cielo. La sua caratteristica è quella di indicare l’ora delle principali città del mondo ponendo Mondovì al centro di questo sistema.

Curiosa è anche la sottofinestra dove un uomo esplora il cielo con il suo cannochiale.

A caccia di altri dettagli

Vi siete già chiesti come facciamo a conoscere questi dettagli? Il segreto è che a Mondovì esiste un’app chiamata Mondo Rebis che unisce il reale e il virtuale, per scoprire appunto la Mondovì esoterica di cui vi abbiamo parlato all’inizio.

L’app propone ben 4 modalità di gioco: Rebis del Carlevè è un’esperienza basata sul divertimento in ambito familiare, adatto anche ai più piccoli; Rebis dei Mercanti legata a un’esperienza di gioco basata sulla performance: un modo per competere con giochi a tema su Mondovì adatti a veri gamer!; Rebis della Compagnia è basato sulla conoscenza delle vicende locali; Rebis della Militia invece, è un’esperienza immersiva nel mondo occulto e magico: il modo per conoscere alcuni dei misteri che hanno reso Mondovì un importante polo iniziatico ed esoterico.

Voi quale scegliereste?
Potete scaricare l’app da qui https://www.rebisgame.it/

Un’esperienza di visita diversa dal solito, ma sicuramente molto coinvolgente. Ogni elemento riconduce a una leggenda o a fatti realmente accaduti. Ecco alcuni dettagli di cui siamo andati a caccia e che non vi possiamo svelare per farvi godere al massimo la vostra visita qui a Mondovì, qualche Monregalese li conosce?

Alla scoperta del Borgo: Mondovì Piazza

Ci incamminiamo verso Via della Funicolare per salire a Mondovì Piazza. Così chiamato, questo è il borgo collinare più antico della città, che trova il suo centro nella piazza Maggiore. La piazza è infatti circondata da edifici porticati dei secoli XV e XVI, costruiti in cotto e in pietra.

L’abitato conserva il palazzo del Governatore, alcune significative opere degli architetti di epoca barocca Francesco Gallo e Giovenale Boetto e la splendida Chiesa della Missione.

Quest’ultima ha una storia che fonda le sue radici nel 1563 dalla volontà del vescovo Michele Ghislieri (domenicano e potente inquisitore, divenne addirittura papa col nome di Pio V nel 1566) che portò a Mondovì uno dei primi Collegi Gesuitici. I Gesuiti lasciarono Mondovì pochi anni dopo (nel 1576), ma vi tornarono nel 1603 per sostenere la fabbrica del Tempio della Pace. Nel 1665 iniziò il cantiere della chiesa della Missione, opera dell’architetto Giovenale Boetto. Dieci anni più tardi, la chiesa terminata fu magistralmente affrescata da Andrea Pozzo.

Il palazzo del Governatore (o degli stemmi) invece, era la sede del potere dei Savoia nel Monregalese. A partire dal Quattrocento la facciata fu dipinta con emblemi e stemmi vari, e in particolare con gli stemmi dei casati che governarono la città, descrivendone così circa cinquecento anni di storia.

I misteri di Via Vico

Per Via Vico si trovano molti Baffometti, il Bafometto di questo edificio è uno stucco, una testa barbuta. I Baffometti sono raffigurati principalmente come una testa barbuta o un diavolo barbuto, con corna oppure alato.

Ci sono tanti Bafometti nascosti in città, e hanno molte e diverse sembianze.

Si tratta comunque di idoli pagani della cui venerazione furono accusati i Cavalieri Templari nel drammatico processo che portò alla soppressione dell’Ordine, nel 1312. La presenza dei Templari nel Monregalese risalirebbe al 1178, ma i Bafometti che s’incontrano in città si riferiscono in gran parte alla tradizione occultista del XIX secolo.

Casa Jacod è il “palazzo” che abbiamo di fronte a casa nostra. Ogni giorno ci sembra un po’ più vissuto e misterioso. Non si conosce l’autore di questa opera manierista. Lo storico Giovanni Vacchetta, che vide il dipinto ancora pienamente leggibile all’inizio del ‘900, la attribuì ad Andrea Pozzo e lo datò al 1669.

Studi più recenti anticipano la datazione agli anni ‘20 del secolo diciassettesimo e attribuiscono l’opera – per analogia formale con le decorazioni di Palazzo Muratori Cravetta di Savigliano – ai cugini Francesco e Costanzo Arbaudi. Il tema che ancora appena si scorge è quello delle figure allegoriche collegate a scritte che campeggiano tra le finestre e che sono inserite in cornici con motivi floreali.  Questo edificio è sicuramente uno dei più misteriosi per via delle poche fonti che si hanno, merita però di essere visto e sopratutto conservato per l’affresco Manierista, forse l’unico rimasto in città.

Il Belvedere

La torre che vedete qui sotto in foto, in origine era il campanile della chiesa francescana di Sant’Andrea, che nel 1802 fu demolita. Quarant’anni prima, nel 1762, la Torre era stata il laboratorio degli esperimenti di misurazione del “meridiano piemontese” eseguiti dall’abate Giovanni Battista Beccaria e pubblicati nel suo studio Gradus Taurinensis.

Quasi dimenticavamo, in giro trovate dei “sigilli” da scannerizzare mentre giocate a Mondo Rebis e scoprire Mondovì. Sicuro li troverete, vi basta scaricare l’app!

Vi abbiamo convinti?

Speriamo di essere stati delle degne guide virtuali :),
Mondovì è una scoperta continua, avvolta da secoli di storia e leggende a dir poco affascinanti. Sapete dove trovarci, perciò scaricate l’app e venite a Mondovì, vi aspettiamo!


All images © 2022 Stefano Mattea