Se mi chiedessero di scegliere 3 cibi da mangiare o bere per sempre, sicuramente uno di questi sarebbe il caffè. Io e il caffè abbiamo questa relazione strettissima in cui io senza di lui non è che ragioni o non funzioni, ma mi piace il sapore (quando è buono) e soprattutto la sua preparazione. Da quando sviti la moka e la pulisci, apri il barattolo e inizia a inondarti il profumo, riempi la moka, accendi il fuoco, ascolti una canzone e mangi un biscotto, e il caffè è lì ad aspettarti.
Da quando, ormai parecchio tempo fa, ho scoperto il caffè Costadoro, e soprattutto la loro miscela bio e fairtrade Respecto, il momento del caffè è ancora più bello! Venite con me che vi racconto tutto se ancora non li conosceste!
Caffè Costadoro
Lungo Dora Colletta, 113/6 | Torino
Sito | Instagram | Facebook
Costadoro Social Coffee Factory
Via Teofilo Rossi di Montelera, 2 | Torino
Lu – Ve | 8 – 21
Sa – Do | 8.30 – 21
Instagram | Facebook
Costadoro: un’azienda storica torinese
Dietro ogni tazzina di caffè Costadoro c’è una storia lunghissima, che è una storia di famiglia. Noi abbiamo avuto anche il privilegio di parlare con la nuovissima e giovanissima ultima generazione di Costadoro, ossia con Federica e Carlotta che si occupano del marketing e delle strategie digitali in azienda, per scoprire la storia di un’azienda e di una realtà che ha fatto delle persone il suo perno centrale.
Le origini di Costadoro sono in quella Torrefazione Beccuti, in via Pietro Micca, che ancora oggi è un punto di riferimento per gli amanti del caffè di qualità di Torino. La torrefazione nasce nel 1890 e in poco tempo da piccola torrefazione Beccuti deposita il marchio che diventerà Costadoro, ossia il “Marchio di Fabbrica e Commercio Miscela Costadoro o Miscela Costa d’Oro”. È nel 1979 che l’azienda prende il nome attuale, unendosi a due produttori piemontesi: la Fratelli Trombetta & C. e la Caffè Abbo. Sono poi gli anni Novanta che accelerano la crescita dell’azienda e del suo impegno internazionale.
L’impegno nel rispetto
Che vuol dire impegno nel rispettare le persone e l’ambiente e che tocca tutte le parti dell’azienda. Durante la ristrutturazione della sede aziendale in Lungo Dora Colletta lo stabilimento è stato strutturato in modo da abbattere le barriere architettoniche e concepito in modo eco-sostenibile: un impianto di riscaldamento e di illuminazione che, grazie a una maggiore efficienza, consente minori consumi; materiali ecosostenibili sono stati utilizzati per il sistema di illuminazione zenitale del magazzino; la creazione di un’area verde interna allo stabilimento e nel 2008 è stato costruito un impianto fotovoltaico di potenza nominale certificata di oltre 50 kW.
Molta attenzione è stata data anche alla gestione dei rifiuti e degli scarti di produzione, progetto in cui Costadoro ha collaborato con il Politecnico di Torino, con l’analisi dei processi produttivi per migliorare i propri processi. Alcuni delle azioni in atto:
- Riutilizzo del sottile strato di rivestimento dei chicchi di caffè crudo come concime e ammendante dall’azienda agricola Cà Mariuccia;
- Riciclo dei fondi del caffè;
- Riutilizzo dei sacchi di juta in cui arriva il caffè, che anziché venire eliminati vengono usati nella sistemazione del suolo;
- Sostituzione dei sacchetti in triplice accoppiato (Polietilene, Alluminio e Politene) con nuovi imballi di materiale compostabile, compresa la valvola di degassazione,
Ma naturalmente il lavoro più importante viene fatto nella selezione della materia prima: il caffè. L’80% del caffè a livello mondiale è prodotto da 25 milioni di piccoli agricoltori, che in molti casi sono esclusi dall’accesso diretto ai mercati e sono costretti ad accettare le condizioni imposte dagli intermediari locali. Per questo gli esperti Costadoro selezionano e acquistano direttamente nei Paesi d’origine (Brasile, Colombia, Messico, Nicaragua, Guatemala, Honduras, Etiopia, ecc.) le migliori qualità presenti sul mercato.
Il Costadoro Social Coffee Factory
Non è un segreto che adoriamo il Social Coffee Factory di Costadoro. È il luogo perfetto per il caffè del mattino, mentre stai correndo a lavoro, e ti aspettano con i tavolini all’aperto per aiutarti a iniziare la giornata con un sorriso migliore. Oppure quando sei in giro in centro e non sai dove riempire la borraccia perchè c’è una fontana d’acqua all’interno a disposizione di tutti (ma non perdetevi il caffè prima/dopo l’acqua, mi raccomando). Ma ci piace anche tantissimo la zona a disposizione per chi vuole lavorare o studiare, con postazioni comode e dotate di tutti i comfort del nomade digitale: dal wifi, all’elettricità, all’infinito flusso di caffè a disposizione naturalmente!

L’impegno di Costadoro per la sostenibilità e il rispetto si rivede anche qui. Per la realizzazione del Factory è stato utilizzato legno proveniente dallo smaltimento di tetti e coperture di baite e case del territorio, frangisole in ferro per diminuire il calore interno dovuto all’irraggiamento solare (diminuendo il dispendio di energia per il condizionamento) e licheni stabilizzati per l’insonorizzazione e la depurazione dell’ambiente. E menzione d’onore va agli arredi, bellissimi, ma anche completamente vintage e originali!
La miscela Respecto
L’ultima miscela nata in casa Costadoro, e anche quella di cui ci siamo perdutamente innamorati, è la miscela Respecto. Una miscela 100% Arabica proveniente da coltivazioni biologiche e da filiera controllata e certificata Fairtrade, nel pieno rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema produttivo. I caffè che compongono questa miscela provengono da Nicaragua, Colombia e Messico.
La certificazione Bio assicura una produzione avvenuta nel pieno rispetto del ritmo delle stagioni e della rotazione dei terreni e prende in considerazione l’intero ecosistema agricolo, promuovendo la biodiversità dell’ambiente in cui opera. Il marchio Fairtrade, invece, garantisce che il prodotto sia stato realizzato nel rispetto dei diritti degli agricoltori e lavoratori e attesta che sia stato acquistato secondo i criteri del commercio equo. Negli ultimi anni Costadoro ha scelto di aderire al commercio equo e solidale, certificato dal marchio Fairtrade, operando in contatto diretto con la filiera dei Paesi dove viene prodotto il caffè. Perché la sostenibilità non può essere valutata solo in base alla selezione finale del prodotto, ma deve comprendere e valorizzare ogni passaggio intermedio del processo di produzione, per creare un valore che possa essere condiviso e redistribuito.
La miscela è stata declinata in tutte le sue varie forme, così da adattarsi al caffè che preferiamo. È infatti disponibile per la moka o per il caffè in filtro (l’avete mai provato tra l’altro?), in grani naturalmente (usata anche in moltissimi bar) e se andate alla Social Coffee Factory ve lo macinano sul momento ed è poesia pura, ma anche per le macchinette per il caffè che conosciamo tutti (ma di cui non dirò il nome…) con le capsule completamente compostabili (sì, sì, anche la pellicola di rivestimento della capsula è compostabile e questo ha richiesto lunghe e difficili ricerche nella fase di produzione!)!
Sono esperta di caffè solo nel senso che ne bevo tantissimo, non nel senso che potrei descrivervi le note di questo caffè, nè raccontarvene il sapore. Così se volete provarlo vi consiglio di andare al Social Coffee Factory, nell’area experience del locale, chiedete un espresso, magari doppio e naked direttamente ai loro barman. Vi macineranno il caffè al momento (potete scegliere la miscela), lo peseranno, e vi faranno un espresso con un beccuccio speciale che permette di esaltare l’aroma di questo caffè! Allora, vi ho convinto? Ci vediamo al Factory!
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