Viet Caffè a Torino: leggere e sorseggiare caffeina dove il Mekong incontra il Po

Dopo aver conquistato fiumi maschi e colline indomabili, ho deciso di fermarmi un attimo. E per fermarsi c’è bisogno di trovare un rifugio speciale. Io, camminando per Sansalvario, l’ho trovato. Si chiama Viet Caffè. Sottotitolo: un delizioso posto dove leggere e mangiucchiare, barattando il Mekong col Po. Aveva chiuso per qualche anno e invece in questa incredibile estate 2025 ha riaperto a sorpresa. E io non potrei essere più contenta!
3 motivi per cui andare al Viet Caffè a Torino:
- Perché chi soffre di “viaggite acuta” (#wanderlust) avrà la sensazione di essere per un po’ in Indocina.
- Perché accettare la sfida con il buonissimo e fortissimo caffè alla vietnamita vi renderà migliori
- Perché anche la versione invernale del locale merita. Le cose belle in fondo, bisogna saperle aspettare!


La mia piccola giungla vietnamita a Torino
Caratteristiche geografiche di questo piccolo bar, gestito da un gruppo di gentilissimi ragazzi vietnamiti: pace, segretezza, personale originale e calore all’ingresso. A volte comunicare non sarà semplice, ma questo non vi spaventi: il menù è in italiano e potete sempre indicare o mimare cosa volete. Io per esempio ho mimato un involtino primavera.
Superate un cancello di ferro e supererete il confine con l’Indocina torinese. Vi accoglierà una ragazza del luogo – luogo Vietnam, non luogo Torino – e in qualche modo riuscirete a sottoscrivere la tessera associativa (5 euro). Entrate con il giornale sotto braccio, le carte da briscola, il romanzo dell’anno, i capelli spettinati, stretti in avvolgenti maglioni o nascosti dietro a occhiali da sole giganti che celano le ombre dei cocktail del venerdì. Sedetevi a rilassarvi fra alberi trafitti dalla luce e bandiere rosse con la stella gialla. Durante la bella stagione troverete pochi tavolini all’aperto, raccolti in un incantevole giardino alle spalle del mitologico Consolato del Vietnam. E – nella versione invernale – un piccolo accogliente spazio nella biblioteca interna. Nessun colonnello Kurtz all’orizzonte, ma una piccola giungla vietnamita nel ventre di Torino.


Il nerissimo caffè alla vietnamita e i deliziosi spring rolls
Scegliete se sedervi in fondo, attorno all’ambito tavolo-misterioso-nascosto-fra-le-fronde o dare un’occhiata al banchetto dei libri. Quello di cucina vi insegnerà a fare dei meravigliosi spring rolls alla vietnamita, sareste dei pazzi a non averlo. Troverete poca gente, tutta educata e zen. Perchè chi va al Viet non cerca rogne. Ha la pace nel cuore e tanta voglia di relax.
Scoprirete che qui l’unica battaglia da combattere è quella con il vostro senso per la moka. Qui il caffè è denso, nerissimo, nella variante classica è un colpo al cuore dei caffeinomani medi. Io, che senza zucchero e latte manco lo ordino, lo assaggio comunque. È una spremuta amara e un viaggio spazio-tempo: un sorso e sono già sul Mekong. Per cedere alla versione con latte condensato o con il cocco ci vuole più intraprendenza. Ma il sandwich con erbette e carne arrosto di maiale vale il viaggio. E chi ha il cuore veggie può sperare che sia giorno di involtini alle verdure o ordinare una limonata e il panino vegetariano (ci siamo evoluti dalla prima apertura).
Al di là dell’offerta gastronomica – che comprende bevande locali, piccoli snack e uno sforzo di pazienza per l’adorabile lentezza del servizio – il Viet Caffè regala soprattutto la meravigliosa sensazione di essere altrove, per poi tornare dentro Torino con quel misto di amore per la città e nostalgia per i posti lontani. Per una volta, più vicini di quanto si possa immaginare.

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